La Corea del Nord è sempre più vicina alla bomba atomica, e non è solo la Corea del Sud ad essere in pericolo.
La denuncia arriva da Seul, secondo cui Pyongyang ha raggiunto la quota di 2.000 chilogrammi di uranio altamente arricchito e si trova nella “fase finale” dello sviluppo di missili balistici intercontinentali capaci di raggiungere gli Stati Uniti con testate nucleari. Il ministro sudcoreano dell’Unificazione Chung Dong-young ha lanciato l’allarme durante una conferenza stampa del 24 settembre, sottolineando come “le centrifughe di uranio in quattro siti siano in funzione e probabilmente stiano accumulando materiali nucleari”.
Considerando che 10-12 chilogrammi di uranio arricchito sono sufficienti per produrre una bomba atomica, le scorte nordcoreane potrebbero teoricamente alimentare la costruzione di oltre 160 ordigni nucleari.
Kim Jong-un chiude le porte alla denuclearizzazione
L’intelligence sudcoreana ha rivelato che la Corea del Nord ha accelerato “drasticamente” l’espansione delle proprie capacità nucleari negli ultimi anni. Il presidente Lee Jae-myung ha confermato che Pyongyang produce materiale fissile sufficiente per “circa 15-20 bombe nucleari aggiuntive ogni anno“, una capacità produttiva che trasforma il regime di Kim Jong-un in una pericolosa potenza nucleare.
La rivelazione dell’intelligence sudcoreana assume particolare gravità considerando che tra gennaio e maggio 2024 la Corea del Nord ha lanciato almeno 22 missili balistici, violando sistematicamente le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ancora più grave quanto avvenuto lunedì scorso, il 22 settembre, quando Kim Jong-un ha definitivamente chiuso le porte alla denuclearizzazione: “Mai, non ci saranno negoziati né ora né mai”, ha chiarito.
Le condizioni per i colloqui con gli Usa
Il leader nordcoreano ha mostrato una parziale apertura ai colloqui con Washington, ma solo a condizione che gli Stati Uniti rinuncino alla richiesta di abbandono dell’arsenale nucleare. “Il mondo sa già molto bene cosa fanno gli Stati Uniti dopo aver fatto abbandonare a un Paese le armi nucleari“, ha dichiarato Kim, respingendo qualsiasi piano graduale di riduzione.
Le tensioni tra Corea del Sud e Corea del Nord
All’ombra del “genocidio in corso a Gaza” e della guerra in Ucraina, la tensione tra le due Coree sta aumentando, con episodi che riportano alla memoria i giorni più bui della Guerra Fredda. Un mese fa, militari sudcoreani hanno confermato di aver esploso colpi di avvertimento contro soldati nordcoreani che avevano oltrepassato la linea di demarcazione militare.
Un anno fa la Corea del Nord lanciava sul territorio rivale palloncini pieni di “immondizia, bottiglie di plastica, batterie e letame” mostrando tutto il suo disprezzo verso i vicini e lanciando una minaccia tanto insolita quanto eloquente.
La situazione si è ulteriormente deteriorata con l’annuncio nordcoreano della mobilitazione di 1,4 milioni di cittadini per quella che il regime definisce una “guerra santa“. L’agenzia Kcna (l’unica agenzia di stampa della Corea del Nord) ha dichiarato che “milioni di giovani si sono mobilitati nella lotta nazionale“.
I recenti sviluppi
Gli ultimi mesi del 2025 hanno visto un’escalation senza precedenti nelle capacità militari nordcoreane. Il presidente sudcoreano Lee Jae-myung ha confermato che Pyongyang ha raggiunto la “fase finale” nello sviluppo di missili balistici intercontinentali, informando che resta “irrisolta” solo la tecnologia di rientro.
La cooperazione militare tra Corea del Nord e Russia rappresenta un ulteriore grado di tensione geopolitica. Sul finire dello scorso anno, il regime di Kim Jong-un ha fornito supporto militare alla Russia appoggiando l’invasione dell’Ucraina in cambio tecnologie avanzate che accelerano il programma nucleare. Due alti dirigenti nordcoreani sono stati inseriti nelle liste di sanzioni europee proprio per il sostegno dato a Mosca.
Gli scorsi giorni Kim Jong-un ha nuovamente respinto ogni ipotesi di negoziato, affermando che le recenti aperture diplomatiche di Washington e Seul erano “non sincere” e che l’obiettivo fondamentale rimane “indebolire il Nord e distruggere il regime”. Questa posizione intransigente ha fatto crollare le residue speranze di una soluzione diplomatica.
Corea del Nord contro Corea del Sud: qual è il ruolo dell’Ue?
L’Unione Europea ha risposto alla crescente minaccia nordcoreana con un inasprimento delle sanzioni e un rafforzamento delle alleanze regionali. Il quindicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, adottato nel dicembre 2024, ha colpito per la prima volta anche dirigenti nordcoreani, portando il numero totale dei soggetti sanzionati a settantasette persone e venti enti.
Le misure europee prevedono il congelamento dei beni e il divieto di viaggio per i funzionari coinvolti nei “programmi illegali per missili nucleari e balistici”. L’Alto rappresentante Kaja Kallas ha dichiarato: “non potete alimentare una guerra in Europa e farla franca”.
Contestualmente, l’Ue ha intensificato la partnership strategica con la Corea del Sud, consolidando una cooperazione difensiva nata formalmente durante il vertice del maggio 2023. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha riaffermato il sostegno europeo a Seul, enfatizzando la necessità di “un fronte unito contro le alleanze tra Russia e Corea del Nord”.
Il sedicesimo pacchetto di sanzioni, adottato nel febbraio 2025, ha esteso le restrizioni già esistenti, includendo il divieto di esportazione di console per videogiochi che potrebbero essere utilizzate per pilotare droni. L’Ue mantiene la linea di “garantire a Kiev una posizione di forza nei futuri negoziati con Mosca”, indebolendo contemporaneamente gli alleati del Cremlino.
Cosa può succedere nei prossimi mesi
Le prospettive per i prossimi mesi appaiono particolarmente incerte, con diversi scenari che potrebbero materializzarsi. Trump potrebbe tentare un nuovo approccio diplomatico con Kim Jong-un, ma le condizioni poste da Pyongyang rendono difficile qualsiasi progresso in tal senso.
Il presidente sudcoreano Lee ha indicato che Seul potrebbe accettare un accordo per “congelare” i programmi nucleari nordcoreani come “alternativa realistica” verso la denuclearizzazione. Precedentemente, la Corea del Sud chiedeva che il piano nucleare di Pyongyang venisse completamente smantellato. Una proposta del tutto irricevibile per Kim Jong-un, che, come visto, ha respinto anche l’ipotesi di un piano graduale, considerandolo una prova dell’intento “di indebolire il Nord e distruggere il regime”.
Nonostante i tentativi di dialogo, la comunità internazionale si trova davanti a una corsa contro il tempo, considerando la stima di 15-20 bombe nuove prodotte ogni anno dal regime di Kim.
Con le centrifughe nordcoreane che continuano a funzionare “anche in questo stesso momento”, come ha sottolineato il ministro Chung, ogni mese di ritardo nelle iniziative diplomatiche rafforza ulteriormente l’arsenale di Kim Jong-un.