Colpo di scena al Bundestag: Friedrich Merz non passa al primo voto

Mai accaduto prima in Germania: franchi tiratori affondano il leader Cdu, che non raggiunge la maggioranza. Afd esulta e chiede nuove elezioni
1 settimana fa
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Friedrich Merz al Bundestag
Friedrich Merz al Bundestag (Afp)

Colpo di scena in Germania: Friedrich Merz, leader dei cristiano-democratici, non ha ottenuto la maggioranza necessaria al Bundestag per essere eletto cancelliere alla prima votazione. “Il membro del Parlamento Friedrich Merz non ha raggiunto la maggioranza richiesta di almeno 316 voti”, ha annunciato stamattina la presidente della camera bassa tedesca Julia Klöckner dopo il primo scrutinio, lasciando in molti a bocca aperta. Klöckner ha anche interrotto la sessione parlamentare in modo che i gruppi parlamentari potessero consultarsi su come procedere.

Se è vero che la coalizione messa in piedi in tempi record da Merz aveva una maggioranza risicata, appena il 52% dei voti, è vero anche che il voto di oggi era considerato praticamente una formalità.

Merz aveva bisogno di 316 voti su 630 seggi, ma ne ha ottenuti 310, 6 in meno del necessario. Dato che sulla carta la sua coalizione tra Cdu/Csu (208) e Spd (120) disponeva di 328 seggi, 12 in più del minimo, alla sua maggioranza di centro-sinistra sono mancati 18 seggi, il che significa che ci sono stati dei ‘franchi tiratori’.

Per il leader conservatore è un brutto colpo, tanto più che non era mai successo in Germania che un cancelliere designato non ottenesse la maggioranza al primo voto.

La complicata strada di Merz fino a oggi

La battuta d’arresto al Bundestag arriva dopo la complessa strada seguita alle elezioni di febbraio, vinte da Cdu/Csu con il 28,5% dei voti. L’Unione, avendo una maggioranza relativa, ha dovuto cercare un partner di governo, e l’ha trovato a sinistra, nei socialdemocratici arrivati terzi con il loro peggior risultato elettorale (14,6%).

L’accordo tuttavia non è stato particolarmente gradito dai Verdi, potenziali partener ma esclusi dalla coalizione con l’intesa di destinare alla transizione energetica cospicui investimenti, e tanto meno dai secondi arrivati: Alternative für Deutschland. Il partito radicale era arrivato primo in molte zone dell’ex Germania dell’Est, economicamente svantaggiate, e secondo i sondaggi attualmente, a due mesi e mezzo dal voto federale, è addirittura il più popolare in tutta la Germania.

Ma Afd non è stato coinvolto nelle trattative per il governo, e questo a causa del BrandMauer, il muro tagliafuoco che impedisce ai partiti tedeschi di allearsi e in generale collaborare con le forze più estremiste. E da allora protesta e grida al furto elettorale.

Ad aggiungere complessità, venerdì scorso il movimento, che risulta essere il più popolare, è stato ufficialmente classificato come ‘partito estremista di destra e come minaccia per la democrazia e l’ordine costituzionale tedeschi.

Cosa è successo?

Per la sinistra Die Linke, che a febbraio ha segnato un exploit a suo favore, la sconfitta del leader Cdu è collegata proprio a Afd: “È stato un errore di Merz fin dall’inizio sperperare la fiducia dei partiti democratici e stringere un patto con i fascisti. Ha abbattuto il firewall e ora sta ricevendo il conto”, ha commentato Ines Schwerdtner, co-leader del partito. Il riferimento è una votazione parlamentare di febbraio in cui Afd e Cdu/Csu si sono espressi congiuntamente per far passare una mozione restrittiva sui migranti e che ha scatenato le proteste degli altri partiti e delle piazze.

“Se (Merz, ndr) non ottiene nemmeno la fiducia della sua gente nella bolla di Berlino, come può conquistare la fiducia delle persone che stanno lottando con i veri problemi della vita quotidiana?”, ha chiesto retoricamente l’altro co-leader, Jan van Aken.

Intanto, fonti dei socialdemocratici dell’Spd hanno assicurato all’agenzia tedesca Dpa che i suoi parlamentari hanno sostenuto Merz in modo unanime.

Quanto ai Verdi/Ale, il loro leader Bas Eickhout in conferenza stampa a Strasburgo ha sottolineato che per Merz “non è un buon inizio”, e che “sulla sua leadership c’è ancora da lavorare”. Eickhout ha anche notato che “ad essere onesti, una Germania instabile non aiuta l’Europa e quindi speriamo che arrivi presto un governo a Berlino”.

Franziska Brantner, leader dei Verdi tedeschi, su ‘X’ ha parlato di ”processo deplorevole”, in quanto la mancata elezione a cancelliere di Merz al primo turno ”indebolisce non solo il futuro governo, ma anche il nostro Paese e la fiducia nella nostra democrazia”.

”La situazione in Germania e in Europa è grave”, ha aggiunto Brantner, esortando Merz a “dimostrare di potercela fare, di poter garantire la maggioranza per un cancelliere, ma anche per i prossimi quattro anni di governo”.

Afd chiede nuove elezioni

Agguerrito, ovviamente, Afd, che ha indetto una riunione straordinaria e chiede nuove elezioni. I deputati del partito stanno discutendo che posizione adottare ed è prevista una loro dichiarazione.

La leader del partito, Alice Weidel, ha affermato su X che la mancata elezione di Merz dimostra ”le basi deboli su cui si fonda la coalizione tra Cdu/Csu e Spd”, aggiungendo che il leader Cdu, “primo candidato alla carica di cancelliere nella Repubblica Federale Tedesca a fallire al primo turno”, ha ”pagato il prezzo di tutte le sue macchinazioni in vista delle elezioni, una mostruosa frode elettorale mai vista prima”.

Merz dovrebbe farsi da parte e andrebbe spianata la strada per elezioni generali“, ha detto ai giornalisti, definendo quella odierna è “una giornata positiva per la Germania”. Un pensiero condiviso dal co-leader di Afd Tino Chrupalla, secondo cui oggi “è una buona giornata per i tedeschi”.

La Bild fa notare che mentre gli altri gruppi parlamentari hanno abbandonato il Parlamento dopo la sconfitta di Merz, la maggior parte dei deputati di Afd è rimasta seduta, ridendo felice del risultato.

Che succede ora

La Germania si trova ora in una situazione inedita, e pertanto si addentra in un territorio inesplorato, comunque normato dalla Costituzione. La Grundgesetz all’art. 63 prevede che la camera bassa del parlamento, il Bundestag, abbia 14 giorni di tempo per eleggere Merz o un altro candidato cancelliere con la maggioranza assoluta, senza limiti al numero possibile di votazioni.

Dopodiché, se nemmeno dopo questo periodo si raggiunge un risultato, si entra in una terza fase in cui, dispone ancora la legge fondamentale tedesca, “una nuova elezione deve svolgersi immediatamente, e la persona che ha ottenuto il maggior numero di voti allora viene eletto cancelliere”.

A questo punto sono possibili due scenari: se il candidato dovesse assicurarsi la maggioranza assoluta, “il presidente deve nominarlo cancelliere entro sette giorni”. Ma se invece dovesse “ricevere solo una maggioranza relativa, cioè il maggior numero dei voti, il presidente deve o nominarlo cancelliere entro sette giorni o sciogliere il Bundestag“.

Intanto, secondo quanto riporta Reuters, il presidente federale Frank-Walter Steinmeier si starrebbe consultando in una piccola cerchia sulla procedura successiva.

Sono ore di incertezza dunque, e gli scenari possibili molti. Afd farà sicuramente valere il peso del favore popolare, e anche se nei prossimi giorni Merz dovesse riuscire ad agguantare il sospirato cancellierato, il fallimento di stamattina rimarrà comunque come una macchia il suo mandato, già reso complicato dalle sfide poste dalla situazione economica del Paese e dalle mutate dinamiche internazionali.

Alla Germania serviva un cancelliere deciso, e le serviva rapidamente, e lo stesso si aspettava di vedere l’Unione europea, che si augura di risolvere la propria crisi di identità e di prospettive future (anche) grazie a un’importante iniziativa tedesca (trainata da Merz cancelliere, Manfred Weber alla guida dei Popolari e Ursula von der Leyen capa della Commissione). Ma al momento, tutto questo non c’è stato.