Chi vuoi alla guida della nuova Commissione Ue? Draghi supera (di poco) von der Leyen
I risultati dell’indagine Polling Europe premiano l’ex presidente Bce, ma la partita è apertissima
Mario Draghi o Ursula von der Leyen? Gli europei sono fortemente divisi su chi vorrebbero alla guida della nuova Commissione Europea tra la presidente uscente e l’ex presidente della Banca Centrale Europea. Un recente sondaggio di Polling Europe vede Draghi in leggero vantaggio con il 49% delle preferenze contro il 47% di von der Leyen.
Il ruolo degli elettori
Il sondaggio, condotto nell’ultima settimana di maggio, ha coinvolto un campione rappresentativo della popolazione europea sopra i 18 anni, ma è importante notare che in alcuni paesi come Belgio, Germania, Malta e Austria, si vota già a 16 anni, mentre in Grecia a 17 anni.
È fondamentale chiarire che il presidente della Commissione Europea non è eletto direttamente dai cittadini, così come il presidente del Consiglio italiano, nonostante la confusione sul tema. La designazione avviene tramite i capi di Stato e di governo del Consiglio Europeo, che scelgono a maggioranza qualificata, tenendo conto dei risultati elettorali.
Successivamente, il candidato deve ottenere l’approvazione del Parlamento Europeo, con almeno 361 voti su 720. In questo senso, i cittadini, che in questi giorni si recheranno alle urne per la elezione del Parlamento europeo, hanno un ruolo fondamentale nel determinare il o la prossima presidente dell’esecutivo europeo.
Fondamentali per la nomina del vertice della Commissione europea sono i raggruppamenti politici che si vengono a formare in Parlamento per sostenere uno o l’altra candidata. La presidente uscente ha recentemente aperto le porte a Giorgia Meloni (inquadrata da molti come l’ago della bilancia dell’Europa che sarà), attirandosi le critiche della sinistra, ma anche evidenziando la necessità di un “Consiglio forte” per il futuro dell’Unione europea.
Come cambiano le preferenze
La geografia delle preferenze mostra che Draghi è in testa in Italia (68%) e nell’Europa del Sud (59%). Von der Leyen prevale invece in Germania (45%), Spagna (56%), Europa del Nord (54%) ed Europa centrale e orientale (53%). In Francia, Draghi ottiene il 33% delle preferenze contro il 29% di von der Leyen.
Oltralpe è stato lo stesso presidente Macron a esaltare la figura di Mario Draghi: “È una persona che ha lavorato molto per l’Italia, è stato un grande presidente del Consiglio – chiarendo poi però che “le nomine si fanno dopo il voto, bisogna prima convincere i cittadini sui programmi”. Ed è proprio sulle nomine e sui programmi che il presidente francese vorrebbe l’ex presidente del Consiglio italiano come principale interlocutore in Commissione.
Tra i sostenitori del suo partito, il Partito Popolare Europeo, von der Leyen raccoglie il 70% dei consensi, contro il 55% per Draghi. È preferita anche dai Verdi (55% contro 46%). Draghi, invece, è avanti tra i liberali (59%), l’estrema destra di Identità e Democrazia (41% contro 25%), i conservatori dell’ECR (55% contro 44%) e la sinistra (40% contro 38%). Tra i socialisti, c’è un pareggio: il 62% ritiene adatte entrambe le candidature.
La notorietà dei candidati
Anche se sembra una sfida a due, in corsa ci sono anche il commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton e il candidato leader del Pse Nicholas Schmit.
Qual è la loro notorietà? Su questo indice, il sondaggio Polling Europe mostra un dominio della presidente uscente: tra chi la conosce e chi la conosce solo vagamente (21%), Ursula von der Leyen è conosciuta dall’83% degli intervistati. Solo il 63% conosce, invece, il padre del “whatever it takes” (il 38% sa chi sia Draghi e il 25% lo conosce vagamente).
Il commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton è conosciuto dal 15% del campione e vagamente dal 26%. Per Nicholas Schmit le percentuali sono 14% e 29%.
Un clima di incertezza
Nonostante fino a pochi mesi fa la rinomina di von der Leyen sembrasse certa, ora la situazione è meno chiara. I leader europei non vogliono scoprire le proprie carte e le trattative inizieranno lunedì prossimo. Il futuro della guida della Commissione Europea è ancora incerto e dipenderà dalle prossime negoziazioni. E, ancora prima, dall’idea di Europa che i cittadini esprimeranno alle urne.