Chi è Antonio Costa, leader socialista portoghese

Dalla maggioranza assoluta al parlamento portoghese fino alle dimissioni: come Antonio Costa è arrivato in prima linea per prendere il posto di Charles Michel al vertice del Consiglio europeo
3 mesi fa
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Antonio Costa
Antonio Costa

Antonio Costa, l’ex primo ministro portoghese, è stato scelto come candidato per guidare il Consiglio Europeo. Nato a Lisbona il 17 luglio 1961, António Luís Santos da Costa ricoperto la carica di premier del Portogallo dal 2015. Ma è noto anche in Europa dove per le istituzioni dell’Ue ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Parlamento europeo dal 2004 al 2007.

La scalata per il potere e poi le dimissioni per le accuse di corruzione, successivamente smentite. Oggi il suo nome è in cima alla lista come successore di Charles Michel. Scopriamo perché.

Il governo di Antonio Costa

Durante la sua carriera politica, Antonio Costa ha ricoperto vari ruoli di spicco nella politica nazionale portoghese. È stato Ministro dell’Interno dal 2005 al 2007, Ministro della Giustizia dal 1999 al 2002, e Ministro degli Affari Parlamentari dal 1997 al 1999.

Ha poi inaugurato il suo governo il 26 novembre 2015. Il primo provvedimento ha riguardato l’aumento del salario minimo da 589 a 616 euro a partire dal gennaio dell’anno successivo. In seguito, ha ridotto a 35 ore l’orario di lavoro settimanale per i funzionari pubblici e abbassato l’Iva per alberghi e ristoranti dal 23% al 13%. Il suo governo è riuscito a dimezzare il deficit di bilancio e la disoccupazione è scesa sotto il 10%, il livello più basso dal 2009. Un successo, questo, però associato alla precarizzazione dei contratti di lavoro che gli è costata qualche critica.

Rieletto nel 2022, ottenne la vittoria del Partito socialista con 120 seggi raggiungendo così la maggioranza assoluta al Parlamento portoghese. Nel suo discorso di vittoria, si rivolse agli elettori ringraziandoli per avergli dato “una maggiore responsabilità” e promise di governare “con e per tutti i portoghesi”. Fino allo scandalo del 2023.

Le dimissioni come premier portoghese

Il 7 novembre 2023 Antonio Costa ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di primo ministro in seguito all’accusa di corruzione su alcuni membri del suo governo. Il suo nome era tra quelli associati all’Operazione Influencer, uno scandalo che ha messo in luce la corruzione e il traffico di influenze e di poteri nelle aziende portoghesi che operavano nel settore del litio e dell’idrogeno.

Solo successivamente si rese nota la notizia che le accuse non riguardavano il premier ma il ministro dell’economia in carica, Antonio Costa Silva; l’omonimia tra i due e un errore di trascrizione delle intercettazioni ha quindi generato una serie di equivoci che lo hanno obbligato all’abbandono della politica. Almeno fino ad oggi.

La presidenza del Consiglio europeo

Nonostante ciò, infatti, la sua intenzione di non ricoprire più cariche pubbliche si è scontrata con la scelta del suo nome tra quelli validi per ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio europeo prima del vertice informale sul lavoro all’inizio di questa settimana. L’accordo raggiunto dai negoziatori del Ppe, del Pse e di Renew a livello di capi di Stato e di governo viene confermato anche da fonti diplomatiche Ue. Se l’accordo tra le tre famiglie politiche – popolari, socialisti e liberali – sarà confermato nel summit di domani e venerdì, Antonio Costa sarà il nuovo presidente del Consiglio europeo.

Perché Antonio Costa?

È un membro dei socialisti che sono arrivati secondi alle elezioni europee e vogliono uno di loro alla guida del Consiglio. E con una delle cariche più importanti dell’Unione europea, Antonio Costa punta a riaffermarsi come uomo e come politico. A marzo, in Portogallo si sono tenute le elezioni anticipate, che hanno visto la vittoria dell’opposizione di centro-destra con un margine molto ridotto e l’ingresso dell’estrema destra nella politica portoghese per la prima volta con la guida del primo ministro Luís Montenegro. Uno dei maggiori punti di forza del candidato presidente al Consiglio Ue è proprio il sostegno del suo avversario politico in casa.

Le sue capacità di negoziazione riconosciutegli da analisti politici internazionali lo rendono favorito anche da parte di Ursula von der Leyen, in lizza per un mandato bis. Ma non piace ad alcuni governi di destra per le sue politiche sull’immigrazione. Durante il suo governo, infatti, Costa aveva consentito ai cittadini di Paesi terzi di emigrare in Portogallo anche senza contratti di lavoro: un meccanismo, questo, che potrebbe non essere gradito ad esponenti politici quali la nostra premier Giorgia Meloni o l’ungherese Viktor Orbán.

Inoltre, l’indagine legale sul caso di corruzione interna è ancora in corso e potrebbe essere usata dai paesi nordici per promuovere la premier danese Mette Frederiksen, considerata più in linea con le loro posizioni su difesa e migrazione.

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