Non ci sono più le mezze stagioni. Potremmo dirlo a breve, guardando il cielo, possiamo dirlo già oggi, guardando l’evoluzione della politica. Le elezioni regionali in Germania hanno confermato la tendenza all’estremismo degli ultimi anni: a trionfare è stata l’estrema destra di Afd e l’estrema sinistra Bsw di Sahra Wagenknecht, che in pochi mesi ha messo in piedi un movimento sovranista e populista (la Bündnis, ossia unione, che porta nel nome le sue iniziali).
Come la storia insegna, i punti di contatto tra i due estremi non sono pochi: immigrazione, rapporto con la Nato e filo-putinismo sono controversi elementi in comune tra Bsw e Afd. Se però il partito di sinistra sovranista e populista condanna il passato nazista, lo stesso non può dirsi di Alternative für Deutschland, che è diventato il primo partito in Turingia dove è guidato dall’estremista Björn Höcke che ha ottenuto il 33,1% dei voti.
È la prima volta dal dopoguerra che un partito di estrema destra vince un’elezione regionale in Germania. A detta di Wagenknecht, la distanza non è colmabile: parlando di una possibile alleanza per governare il Land, la leader di Bsw si è detta pronta a negoziare con i moderati, ma “mai con Afd, è etno-nazionalista, questo è lontano dalle mie idee”.
Chi è Björn Höcke, il volto dell’estrema destra tedesca
Afd è avanzato anche in Sassonia, dove è diventato il secondo partito, con il 30,5% dei voti, dietro alla Cdu (31,7%), il partito cristiano-democratico che fu di Angela Merkel.
Trattandosi di un partito populista, il riferimento personale è cruciale più di quanto avvenga negli altri partiti. E il riferimento ha un nome che fa tremare Olaf Scholz e i moderati di tutta Europa: Björn Höcke, il leader di Afd in Turingia che stuzzica l’entusiasmo del generale Vannacci: “È il tramonto definitivo della sinistra”.
Björn Höcke incarna e promuove una politica che fa leva sulla paura, sul nazionalismo e sul profondo scetticismo verso le istituzioni democratiche, compresa l’Unione europea. Nato a Lubecca, nel nord della Germania, Höcke si è trasferito in Turingia nel 2014, dove ha iniziato a costruire la sua carriera politica. Ex insegnante di storia, ha portato con sé una visione del mondo profondamente radicata in una sorta di “nostalgia nazionalista”. Questo sentimento è stato abilmente sfruttato per creare una base elettorale solida, soprattutto in regioni che si sentivano abbandonate dai partiti tradizionali.
Nel 2015, Höcke ha contribuito a fondare Der Flügel, un’ala estremista dell’Afd che ha spostato ulteriormente a destra il partito, fondato su questioni soprattutto economiche e diventato nel tempo un punto di riferimento per coloro che si oppongono all’immigrazione e all’integrazione europea.
L’ideologia, gli slogan hitleriani e l’attacco al Memoriale per gli ebrei
La sua ideologia è provocatoria, spesso ai limiti della legalità, a volte oltre: non a caso, Björn Höcke è stato già condannato in passato per aver usato parole d’ordine hitleriane, suscitando indignazione e polemiche, ma ha rafforzando la sua posizione all’interno del partito. Il leader di Afd in Turingia ha detto ripetutamente nei comizi di volere la “remigrazione”, il trasferimento in massa di cittadini non nati in Germania.
L’ideologia di Björn Höcke è esplicitamente nazionalista, con un forte accento sull’identità etnica tedesca. Durante un comizio a Dresda, nel 2017, Höcke ha detto che la Germania deve smetterla di sentirsi colpevole e operare una svolta nel modo di ricordare il periodo nazista prima di definire un “monumento della vergogna” il memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa, inaugurato nel 2005 nei pressi del Bundestag, a Berlino.
Per l’ex insegnante di storia, l’idea che sta alla base della coscienza tedesca contemporanea è frutto di “un piano di rieducazione cominciato nel 1945 e volto a tagliare le nostre radici…ci sono quasi riusciti…il nostro stato mentale continua ad essere quello di un popolo sconfitto. Noi tedeschi siamo gli unici che hanno costruito un monumento alla vergogna nel cuore della loro capitale”.
A meno di cento anni dalla caduta del Terzo Reich, il terrore per il ritorno del nazismo torna a farsi sentire concretamente.
La sua visione dell’Europa
Höcke è noto per la sua opposizione radicale all’immigrazione e al multiculturalismo, che considera come minacce esistenziali per la Germania. La sua visione dell’Europa è altrettanto inquietante. Il leader di estrema destra ha più volte affermato che l’Unione Europea sta “distruggendo l’identità nazionale” dei suoi Stati membri, e ha proposto un ritorno a una confederazione di Stati sovrani, con meno integrazione e più autonomia nazionale.
Una retorica che non solo mina le fondamenta comunitarie, ma potrebbe anche destabilizzare le relazioni tra gli Stati membri, creando un clima di tensione e sfiducia qualora l’ascesa di Höcke avvenisse sul piano nazionale. Le elezioni nazionali tedesche si terranno il prossimo autunno, ma per ora Höcke non governerà nemmeno in Turingia perché nessuno è disposto ad allearsi con Afd. Intanto, la coalizione del cancelliere Olaf Scholz ha subito una batosta durissima e preoccupante in prospettiva futura.
Trionfo Afd, cosa succede in Germania e in Ue
Il sistema politico tedesco, basato su coalizioni, è ora sotto una pressione crescente. Con l’Afd che continua a guadagnare terreno, la formazione di governi stabili potrebbe diventare un’impresa sempre più difficile. I principali partiti, come la Cdu, l’Spd e i Verdi, si sono finora rifiutati di collaborare con il partito di estrema destra che però conquista sempre più voti. Il rischio è che la politica tedesca diventi sempre più frammentata e polarizzata. In questo contesto, i governi di minoranza potrebbero diventare la norma, portando a una maggiore instabilità e a un rallentamento delle riforme necessarie. Il probabile ‘cordone sanitario’ attorno a Afd potrebbe anche alimentare ulteriormente la narrativa del partito, sedicente unica vera alternativa al sistema politico attuale.
Con la sua retorica euroscettica e nazionalista, Alternative für Deutschland rappresenta una minaccia diretta alla stabilità e alla coesione dell’Unione, che già ha dovuto resistere all’avanzata delle ultradestre alle elezioni europee di giugno. Anche se non ha sfondato come previsto, l’estrema destra ha comunque guadagnato terreno, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa e in quelli del Nord.
Il trionfo dell’Afd nelle elezioni regionali tedesche incoraggia questi movimenti, creando una sorta di alleanza informale tra i partiti nazionalisti e populisti che cercano di indebolire l’Ue dall’interno.
Si ricordi che in Francia, il Rn di Marine Le Pen è stato fermato solo da una grande coalizione anti-ultra destra, un segnale che i partiti tradizionali sono ancora in grado di unirsi per contrastare l’ascesa del populismo e dei partiti estremisti.
L’ascesa di AfD e di movimenti simili rischia di bloccare le decisioni a livello europeo, rallentando i progressi su questioni fondamentali come la politica climatica, l’immigrazione e la sicurezza. Inoltre, l’aumento della retorica nazionalista potrebbe indebolire ulteriormente la fiducia tra gli Stati membri, portando a un’Unione sempre più frammentata e divisa.
Mai come in questo periodo storico, l’Unione Europea si trova di fronte a una sfida cruciale: mantenere la sua unità e coesione di fronte a un’ondata di nazionalismo che minaccia di frantumare decenni di integrazione. Le prossime settimane saranno determinanti per capire come l’Ue reagirà a questa nuova ondata di estrema destra in Germania, con un leader, Björn Höcke, che da quando si è trasferito in Turingia ha partecipato a diversi raduni neonazisti e ora vuole governare per riscrivere la storia.