Francia, Barnier aumenterà le tasse per famiglie e imprese più ricche: servono 30 miliardi nel 2025

Annunciato il piano “lacrime e sangue”, ora il neo premier è criticato anche dai macroniani
3 giorni fa
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Michel Barnier
Il primo ministro francese Michel Barnier_fotogramma

Tassare i più ricchi per ridurre l’enorme debito pubblico della Francia. Questo è il pilastro attorno a cui ruota il piano economico del nuovo primo ministro francese Michel Barnier, che alla televisione France 2 ha annunciato il piano “lacrime e sangue”.

Dopo le critiche della sinistra di Jean-Luc Mélenchon e della destra di Marine Le Pen (che lo considera un prosecutore della politica di Macron), ora per Barnier arrivano anche le critiche dei macroniani.

Un rischio calcolato: quando la scelta è frutto di un compromesso per tutti, c’è il rischio che, a tratti, non si accontenti nessuno.

Il piano di Barnier per tassare i super ricchi

La notizia rilanciata dal neo premier conferma le indiscrezioni precedenti, secondo cui l’aumento delle tasse sarebbe stato centrale per il nuovo esecutivo. D’altronde, l’erario francese versa in condizioni “molto gravi” per citare lo stesso Barnier. Una situazione non semplice da affrontare per il politicamente giovane ministro dell’Economia, Finanze e IndustriaAntoine Armand.

Il primo punto fermo messo dal ministero è l’aumento delle aliquote dell’imposta sulle società per i cittadini più ricchi e per le maggiori aziende francesi. Una mossa coerente con quanto annunciato da Barnier pochi giorni fa: “Non ho intenzione di aumentare ulteriormente le tasse a tutti i francesi, che già pagano le tasse più alte di tutti i nostri partner europei”, aveva detto a France 2 senza escludere di farlo per gli “individui più ricchi” e le “grandissime aziende”.

Parole che ricordano quelle del premier spagnolo Sanchez, che vuole aumentare le tasse per i super ricchi. Nel caso iberico, l’obiettivo è finanziare la transizione green e i mezzi pubblici, mentre Oltralpe l’emergenza è fermare l’emorragia dei conti pubblici.

Cosa cambierà per famiglie e aziende

Secondo le stime, le nuove aliquote fiscali colpiranno circa trecento aziende in tutto il Paese.

Al momento, sembrano rientrare nelle nuove misure annunciate da Barnier solo le aziende con un fatturato superiore a un miliardo di euro all’anno, per cui dovrebbero aumentare le imposte sulle società, la Impôt sur les Sociétés (I.S.), corrispettiva della nostra IRES.
Si ipotizza anche una tassa anti-speculazione sul riacquisto delle azioni societarie.

Non solo aziende, anche le persone fisiche più ricche dovranno contribuire a ridurre il deficit francese. Per le famiglie con un reddito annuo superiore a 500mila euro, Barnier ha proposto un aumento temporaneo dell’imposta sul reddito, la Impôt sur le Revenu (I.R.), corrispettiva della italiana IRPEF.

Secondo le stime, questo aumento porterà circa 2 miliardi di euro in più nell’Erario francese.

Il deficit francese mette a rischio l’intero Paese. Per questo, Barnier fa ha rivolto un appello ai più ricchi affinché comprendano le richieste e contribuiscano a risanare le finanze francesi.

Tuttavia, Barnier ha sottolineato che queste misure sono solo temporanee, per uno o due anni.

Anche la data di inizio dell’aumento delle pensioni previsto dalla Francia, per adeguarsi all’inflazione, sarà probabilmente posticipata al primo luglio dell’anno prossimo, anziché al primo gennaio 2025, come annunciato in precedenza.

Il deficit in Francia

Presentando al Parlamento il piano economico di rientro dal deficit, il neo premier Michel Barnier ha illustrato un quadro preoccupante. Il deficit era previsto al 4,4% ma è stato rivisto ad oltre il 6%, costringendo il nuovo esecutivo a spostare l’orizzonte temporale per riportarlo sotto alla soglia del 3% del Pil dal 2027 al 2029.

Negli ultimi mesi, la Francia ha dovuto affrontare un peggioramento del deficit, a causa del calo delle entrate fiscali e della perdita di fiducia da parte degli investitori.

In un suo recente rapporto, Ing ha dichiarato che: “Le nuove stime del governo indicano che il deficit pubblico – previsto all’inizio dell’anno al 4,4% e già rivisto al rialzo in aprile – dovrebbe superare il 6% del Pil quest’anno, dopo il 5,5% nel 2023”.

Le cause del deficit

Il rapporto spiega che alla base del peggioramento ci sarebbe proprio un gettito fiscale minore del previsto: “Si tratta di un duro colpo per il bilancio, che il governo ritiene debba essere imputato a un gettito fiscale inferiore al previsto, in un contesto di crescita economica trainata dalle esportazioni piuttosto che dai consumi interni, che ha generato un minor gettito Iva”, si legge ancora nel rapporto Ing dove si spiega la causa del calo: “L’atteggiamento attendista delle imprese, che negli ultimi mesi hanno sospeso un gran numero di investimenti e assunzioni a causa dell’incertezza politica, ha portato a un gettito fiscale molto inferiore al previsto. Infine, la spesa degli enti locali e regionali è stata superiore alle previsioni, pari a circa 16 miliardi di euro per il 2024”.

Alla diminuzione del gettito fiscale si è affiancato l’aumento della spesa pubblica per le misure di sostegno fiscale alle imprese e i cittadini durante la pandemia. Eventi come la crisi di sicurezza in Nuova Caledonia, hanno contribuito a rendere il contesto economico letale per le finanze pubbliche francesi.

Per rimediare a questa situazione, la Francia ha già venduto una serie di obbligazioni. Barnier ha inoltre recentemente proposto un nuovo piano di bilancio da 60 miliardi di euro per il 2025, che prevede tagli alla spesa per 40 miliardi di euro e entrate fiscali per 20 miliardi di euro. Questo piano dovrebbe contribuire a ridurre il deficit al 5% del prodotto interno lordo (Pil) l’anno prossimo, rispetto al 6% di quest’anno.

Nel 2025, l’erario francese deve rientrare di 30 miliardi di euro, e il duo Barnier-Armand ha intenzione di recuperarne circa un terzo dall’aumento delle tasse per i più ricchi. Un piano “lacrime e sangue”, anche perché lo spread è in risalita da mesi.
Da questa parte delle Alpi, abbiamo imparato che non è un buon segno.