L’importanza dell’integrazione europea come fondamento essenziale per garantire prosperità economica, stabilità e pace è il fulcro della visione di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia. Panetta, nel suo intervento al Meeting di Rimini, ha sottolineato la necessità di rafforzare l’Europa attraverso politiche comuni, investimenti strategici e riforme profonde, in un contesto globale sempre più frammentato e incerto. L’integrazione, secondo Panetta, è cruciale per affrontare le sfide attuali e mantenere il benessere dei cittadini europei.
Durante la 45ª edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, il governatore della Banca d’Italia, ha offerto un intervento di profonda riflessione sul ruolo dell’Europa e sulle sfide economiche che essa affronta, sia a livello continentale che nazionale. Il tema centrale del suo discorso è stato l’essenziale—ovvero, ciò che rimane dopo aver eliminato il superfluo—e come questo concetto si rifletta nel progetto di integrazione europea.
L’essenza del progetto europeo
Panetta ha ricordato come l’integrazione europea sia nata dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, come risposta a secoli di conflitti e divisioni. L’Unione Europea, secondo Panetta, non è solo un progetto economico, ma soprattutto un progetto di pace. Citando la dichiarazione di Robert Schuman del 1950, Panetta ha sottolineato come l’unificazione economica sia stata concepita per rendere la guerra “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”. Questo spirito, ha affermato, deve rimanere vivo per affrontare con determinazione le difficoltà attuali.
L’Europa, nei decenni, ha garantito ai suoi cittadini benefici significativi attraverso l’abolizione delle tariffe doganali interne, la creazione di un mercato unico e, successivamente, l’introduzione dell’euro. Questi sviluppi hanno stimolato la specializzazione produttiva, l’efficienza e la concorrenza, contribuendo a un aumento significativo dell’occupazione e del benessere. Tuttavia, come ha evidenziato Panetta, l’Unione Europea si trova oggi di fronte a nuove e complesse sfide che mettono alla prova la sua coesione e solidità.
Le sfide interne ed esterne
Negli ultimi vent’anni, l’Europa ha attraversato una serie di crisi che hanno rivelato le debolezze strutturali del suo progetto economico e politico. La crisi dei debiti sovrani del 2010-2012, ad esempio, ha messo in luce l’incompletezza dell’Unione Economica e Monetaria, mentre le politiche di austerità adottate in risposta hanno accentuato le disuguaglianze economiche e politiche tra gli Stati membri. Panetta ha riconosciuto che la risposta europea alla pandemia e alla crisi energetica recente ha rappresentato un progresso rispetto agli errori del passato, ma ha avvertito che queste misure devono essere consolidate e sviluppate ulteriormente per evitare di perdere lo slancio acquisito.
Sul fronte esterno, Panetta ha discusso delle crescenti tensioni geopolitiche e del rischio di una nuova divisione del mondo in blocchi contrapposti. Il ritorno di politiche protezionistiche, la Brexit, e le dispute commerciali tra Stati Uniti e Cina sono segnali preoccupanti di una possibile frammentazione del commercio globale, che potrebbe avere conseguenze gravi per un’economia europea dipendente dalla domanda estera e povera di risorse naturali.
Rafforzare l’integrazione e la competitività dell’Europa
Per affrontare queste sfide, Panetta ha delineato una serie di misure necessarie per rafforzare l’integrazione europea e rilanciare la crescita economica. Anzitutto, ha sottolineato l’importanza di continuare il percorso verso una maggiore integrazione finanziaria e fiscale, anche attraverso l’introduzione di una capacità fiscale comune a livello europeo. Senza una politica fiscale centralizzata, ha avvertito, l’Unione Economica e Monetaria resterà squilibrata e incapace di rispondere efficacemente alle crisi future.
In secondo luogo, Panetta ha insistito sulla necessità di rilanciare la crescita economica, ricordando come il peso economico dell’Europa nel mondo sia diminuito negli ultimi vent’anni, mentre quello degli Stati Uniti è rimasto invariato. Per rimanere competitiva, l’Europa deve investire nella sua capacità produttiva, valorizzando il mercato unico, promuovendo la competitività delle imprese e posizionandosi all’avanguardia in settori strategici come la tecnologia e l’energia.
Il ruolo della demografia e dell’innovazione tecnologica
Un aspetto particolarmente critico sollevato da Panetta è quello demografico. Le proiezioni indicano che nei prossimi decenni la popolazione europea in età lavorativa si ridurrà, mentre aumenterà il numero degli anziani. Questa dinamica potrebbe avere effetti negativi sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici e sulla capacità di innovazione del continente. Per contrastare questi effetti, Panetta ha suggerito di rafforzare il capitale umano, aumentando l’occupazione di giovani e donne, e gestire con attenzione l’afflusso di lavoratori stranieri regolari.
Inoltre, Panetta ha posto l’accento sulla necessità di aumentare la produttività, sottolineando che, nonostante l’eccellenza della ricerca scientifica in Europa, l’industria europea è ancora intrappolata in settori a tecnologia intermedia. Per uscire da questa trappola, è necessario migliorare l’integrazione tra il mondo della ricerca e quello delle imprese, e aumentare gli investimenti in tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale.
Un futuro sostenibile per l’Europa e l’Italia
Guardando al futuro, Panetta ha concluso il suo intervento evidenziando la necessità di avviare riforme profonde e di effettuare investimenti significativi nei settori strategici. Ha ribadito l’importanza di creare una capacità fiscale comune a livello europeo e di completare l’integrazione del mercato unico, soprattutto nei settori delle telecomunicazioni e dell’energia. Solo attraverso un approccio coordinato e investimenti su larga scala, l’Europa potrà superare le sue debolezze strutturali e mantenere la sua rilevanza globale.
Le considerazioni di Panetta non si sono limitate al contesto europeo, ma hanno toccato anche l’Italia. Il Governatore ha riconosciuto i progressi fatti dall’economia italiana negli ultimi anni, ma ha avvertito che molte delle debolezze strutturali dell’Europa si ritrovano anche nel nostro paese. Per superare queste difficoltà, ha sottolineato l’importanza di continuare a investire in innovazione, sostenere la crescita demografica e migliorare la produttività.