L’Europa si conferma un continente innamorato della scienza e della tecnologia, ma non senza qualche dubbio e sfumatura di scetticismo. Secondo l’ultima indagine Eurobarometro, ben l’83% dei cittadini ritiene che l’influenza della scienza e della tecnologia sia positiva per la società. Tuttavia, l’entusiasmo si accompagna a una crescente richiesta di equità nella distribuzione dei benefici. Il 72% degli intervistati ritiene infatti che i governi debbano garantire che le nuove tecnologie portino vantaggi a tutti, evitando che solo poche aziende o individui ne traggano profitto. Questa esigenza di giustizia sociale nella scienza riflette una percezione diffusa secondo cui la tecnologia, pur migliorando le nostre vite, non sempre tiene conto di tutte le categorie di cittadini.
Curiosamente, gli italiani sembrano più cauti della media europea: solo il 66% ritiene che la scienza renda la vita più facile, sana e confortevole, contro il 67% della media Ue. Un dato che suggerisce una visione leggermente più prudente rispetto agli effetti della tecnologia nella quotidianità.
Energie rinnovabili e vaccini in pole position
Se c’è una certezza che emerge dall’indagine, è che gli europei guardano con grande favore all’innovazione tecnologica, specialmente in alcuni settori chiave. Le energie rinnovabili raccolgono un consenso quasi unanime: l’87% dei cittadini ritiene che avranno un impatto positivo sulla società nei prossimi 20 anni. Seguono a ruota le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (79%) e i vaccini con la lotta alle malattie infettive (77%). Questi dati mostrano una chiara consapevolezza del ruolo cruciale che la scienza può avere nella lotta al cambiamento climatico e nella tutela della salute pubblica.
Tuttavia, non tutto ciò che luccica è oro: mentre il sostegno alle energie pulite è solido, alcune tecnologie emergenti incontrano un’accoglienza più tiepida. L’intelligenza artificiale, per esempio, divide gli animi. Solo il 38% degli europei dichiara di fidarsi della ricerca scientifica e delle scoperte realizzate con l’ausilio dell’AI, mentre un quarto degli intervistati (25%) esprime diffidenza. Questo dato evidenzia una preoccupazione latente sulla trasparenza e l’affidabilità delle tecnologie basate sull’apprendimento automatico.
Scienza per tutti? Il problema dell’accesso e della divulgazione
Oltre a fiducia ed equità, un altro tema caldo riguarda la diffusione della conoscenza scientifica. L’80% degli europei è fermamente convinto che i risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici dovrebbero essere disponibili gratuitamente online. Questa richiesta di maggiore accessibilità riflette una crescente consapevolezza dell’importanza della scienza aperta e trasparente. Tuttavia, nonostante questo interesse, il coinvolgimento attivo dei cittadini nella scienza rimane limitato. Solo il 58% degli europei dichiara di voler approfondire le proprie conoscenze scientifiche, mentre ostacoli come la mancanza di tempo (40%), di interesse (37%) e di preparazione (36%) rappresentano ancora barriere significative.
L’Italia non si discosta molto da questo quadro generale, con un livello di interesse per la scienza nella media europea, ma una diffusa difficoltà nell’accesso a fonti di informazione scientifica chiare e comprensibili. Il ruolo dei media, dunque, diventa cruciale per colmare questo divario e rendere la scienza più comprensibile e fruibile a tutti.
Gli scienziati? Bene, ma con qualche riserva
Un aspetto interessante emerso dall’indagine riguarda l’atteggiamento degli europei nei confronti degli scienziati. Sebbene la fiducia nei loro confronti rimanga alta, cresce una certa richiesta di responsabilità sociale e trasparenza. Il 77% dei cittadini sostiene che la scienza dovrebbe tenere conto delle esigenze di tutti i gruppi sociali, mentre il 72% ritiene che i governi dovrebbero monitorare il modo in cui le nuove tecnologie vengono sviluppate e applicate. Questo indica una domanda crescente di una scienza più partecipativa e democratica, che non sia percepita come elitaria o lontana dalla realtà quotidiana delle persone.
E mentre gli europei auspicano una maggiore apertura, il 68% ritiene che gli scienziati dovrebbero essere più coinvolti nei dibattiti politici per garantire che le decisioni politiche siano basate su evidenze scientifiche. Un dato che suggerisce una crescente consapevolezza del ruolo della scienza non solo nel progresso tecnologico, ma anche nella governance e nella definizione delle politiche pubbliche.
L’Eurobarometro dipinge un’Europa complessa, dove la scienza e la tecnologia sono accolte con entusiasmo, ma anche con aspettative sempre più alte. Gli europei vogliono innovazione, ma anche equità, accessibilità e trasparenza. Vogliono scienziati competenti, ma anche coinvolti nei processi decisionali. E vogliono soprattutto che la scienza risponda ai bisogni reali della società.