Rapporto Draghi sulla competitività, le indiscrezioni: carta bianca alla Difesa

Nessuna restrizione per il settore della difesa nell’accesso agli investimenti e fusioni consentite indipendentemente dai problemi di concorrenza: le anticipazioni più importanti emerse finora
2 settimane fa
3 minuti di lettura
Draghi Mario Ipa Ftg
Mario Draghi (Simone Comi/IPA/Fotogramma)

Nessuna restrizione per il settore della difesa nell’accesso agli investimenti, e fusioni consentite indipendentemente dai problemi di concorrenza. È atteso a giorni il Rapporto Draghi sulla competitività, che dovrebbe diventare di pubblico dominio la prossima settimana, mentre mercoledì 4 settembre l’ex governatore della Banca centrale europea presenterà la sua analisi in privato alla Conferenza dei presidenti dei gruppi politici dell’Europarlamento. Si tratta dell’unico punto all’ordine del giorno della riunione.

Ma ci sono già delle indiscrezioni, e anche di una certa portata. Politico fa infatti sapere di aver visionato una bozza del rapporto, chiesto l’anno scorso dalla presidente della Commissione von der Leyen per analizzare la perdita di competitività dell’Europa e per disegnare una strategia affinché l’industria continentale possa riguadagnare terreno sul palcoscenico mondiale. Anzi, nella giungla globale della concorrenza, in un mondo policentrico e in policrisi come quello attuale, dove peraltro il Vecchio Continente ha perso la propria centralità praticamente a 360 gradi, il rapporto dovrebbe essere la base per delineare un progetto che renda l’Ue più forte, più ricca e più giusta.

Rimuovere le barriere per l’accesso agli investimenti per il settore militare

Il punto più importante delle anticipazioni è proprio la carta bianca che viene raccomandata per l’industria della difesa europea, che “non dovrebbe avere restrizioni nell’accesso ai finanziamenti dell’Ue e le fusioni dovrebbero essere consentite indipendentemente dai problemi di concorrenza”.

Infatti, spiega la bozza, “la base industriale della difesa dell’Ue sta affrontando sfide strutturali in termini di capacità, know-how e vantaggio tecnologico. Di conseguenza, l’Ue non tiene il passo con i suoi concorrenti globali“.

I problemi del settore europeo della difesa erano già stati delineati in una bozza circolata il 20 giugno:

spesa pubblica insufficiente (l’Ue spende circa un terzo di ciò che gli Stati Uniti spendono per la difesa)
mercati interni piccoli
mancanza di coordinamento tra Stati sugli appalti
dipendenza da fornitori internazionali (per l’80%), in gran parte dagli Stati Uniti

Nella bozza si chiedeva dunque a Bruxelles di rimuovere le barriere per le aziende della difesa nell’accesso ai finanziamenti europei, modificando sia le politiche di prestito della Banca europea per gli investimenti rispetto all’esclusione degli investimenti nella difesa, sia i quadri di finanza sostenibile, sia le regole ambientali, sociali e di governance (ESG) dell’Ue.

Tutti meccanismi di finanziamento appartenenti al mondo pre-Covid e pre-guerra in Ucraina, diventati rapidamente inadeguati davanti alle nuove sfide globali.

Rafforzare le difese militari e l’approvvigionamento energetico

Il punto di partenza del rapporto Draghi è proprio che occorra rafforzare le difese militari e l’approvvigionamento energetico per evitare che l’Europa al prossimo shock si trovi totalmente impreparata, come è successo con l’invasione russa dell’Ucraina.

“Con il ritorno della guerra nelle immediate vicinanze dell’Ue, l’emergere di nuovi tipi di minacce ibride e un possibile spostamento dell’attenzione geografica e delle esigenze di difesa degli Stati Uniti, l’Ue dovrà assumersi una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza“, si legge nella bozza del documento, come riportato da Politico. Il riferimento è anche al possibile cambio di politica degli Usa se Trump a novembre riguadagnasse la Casa Bianca, cosa che avrebbe notevoli ripercussioni nei rapporti con l’Europa.

Un’’Autorità per l’industria della difesa’

Più nel dettaglio, le raccomandazioni secondo le indiscrezioni trapelate:

• la politica di concorrenza dell’Unione dovrebbe consentire le fusioni dell’industria della difesa dell’Ue “quando una maggiore scala porterebbe all’efficienza” o attirerebbe investimenti competitivi
• introduzione di un “principio di preferenza europea” per incentivare le soluzioni di difesa europee rispetto ai concorrenti
• creazione di una ‘Autorità per l’industria della difesa’ centralizzata per gli appalti per conto dei paesi dell’Ue. “L’autorità sarebbe gestita dalla Commissione europea e co-presieduta dall’Alto Commissariato Generale/Capo dell’Agenzia Europea per la Difesa e dalla Commissione”, si legge nel documento
• definizione di un modello di governance tra la Commissione, il Servizio europeo per l’azione esterna e l’Agenzia europea per la difesa.

Si tratta di raccomandazioni che si inseriscono in un quadro più ampio, come quello da tempo auspicato da ‘Super Mario’, sostenitore della creazione di un bilancio ‘federale’ europeo e del mercato unico dei capitali.

D’altronde il rapporto, ha anticipato Draghi lo scorso aprile, proporrà “un cambiamento radicale” per l’economia del blocco. Redatto dal banchiere e da sette funzionari della Commissione, affronterà i settori più importanti per l’Ue come l‘energia, la difesa appunto e il commercio, e avanzerà proposte su come rafforzare le infrastrutture, l’industria e la governance europee delle politiche economiche e fiscali dei ventisette Paesi membri.

Occhi puntati su ulteriori indiscrezioni mercoledì prossimo.