La Corea del Sud sfida la Cina (e pure gli Usa) nella corsa al nucleare in Europa

Sul tavolo, un progetto da 17 miliardi di dollari per centrali nella Repubblica Ceca: così una società sudcoreana ha superato i colossi statunitensi e francesi
2 settimane fa
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Nucleare Corea Canva

La Corea del Sud sta intensificando i suoi sforzi per diventare un leader nel mercato globale dell’energia nucleare, un settore storicamente dominato da Cina e Russia. Recentemente, la Corea ha ottenuto un’importante vittoria, superando i colossi occidentali come la Westinghouse statunitense e l’Edf, in Francia, per diventare così il partner principali in un progetto da 17 miliardi di dollari nella Repubblica Ceca.

Se il contratto sarà finalizzato, si realizzerà il primo grande progetto nucleare internazionale della Corea del Sud degli ultimi 15 anni.

Il ritorno della Corea del Sud sul mercato nucleare globale

L’ultima volta che la Corea del Sud ha ottenuto un successo così significativo nel settore nucleare internazionale, come spiega il Financial Times, è stato nel 2009, quando il consorzio guidato dalla Korea Electric Power Corporation (Kepco) ha vinto un contratto da 20 miliardi di dollari per costruire e gestire quattro centrali nucleari negli Emirati Arabi Uniti.

Ora, la società statale Korea Hydro & Nuclear Power (Khnp), parte del gruppo Kepco, punta a espandere ulteriormente la sua presenza globale, con progetti in corso di valutazione nei Paesi Bassi, in Finlandia e in Svezia, oltre a discussioni preliminari con il Regno Unito per la costruzione di una centrale sull’isola di Anglesey, in Galles.

Secondo Whang Joo-ho, presidente di Khnp, l’obiettivo della Corea del Sud è quello di esportare almeno 10 nuovi reattori nucleari entro il 2030. Questo ambizioso piano è parte di una strategia più ampia volta a rafforzare la posizione della Corea nel mercato nucleare, sfruttando l’esperienza accumulata negli ultimi anni e i successi ottenuti nei progetti precedenti.

Perché l’Europa è interessata al nucleare sudcoreano?

L’interesse europeo per l’energia nucleare è stato ravvivato da una serie di fattori, tra cui la necessità di garantire approvvigionamenti energetici stabili, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Inoltre, molti Paesi dell’Unione europea stanno cercando di sviluppare fonti di energia a basse emissioni di carbonio per rispondere alla crescente domanda di elettricità e rispettare gli ambiziosi obiettivi climatici del blocco.

La Corea del Sud si presenta come un partner affidabile in questo contesto, grazie alla sua capacità di costruire reattori nucleari rispettando tempi e costi. Secondo l’Associazione Mondiale del Nucleare, il costo di costruzione di una centrale nucleare in Corea del Sud è stimato a 3.571 dollari per kilowatt, molto inferiore rispetto ai 7.931 dollari della Francia e ai 5.833 dollari degli Stati Uniti.

Le sfide e le controversie

Nonostante i successi recenti, la Corea del Sud deve affrontare diverse sfide. Westinghouse, una delle principali aziende statunitensi nel settore nucleare, ha accusato Khnp di aver utilizzato la sua tecnologia proprietaria per i reattori APR1400 senza autorizzazione.

Sebbene un tribunale statunitense abbia respinto una causa intentata da Westinghouse, la controversia non è ancora risolta e l’azienda americana ha recentemente presentato un ricorso contro la scelta della Corea del Sud come partner preferito per il progetto ceco.

Inoltre, la Corea del Sud è vincolata da un accordo di lunga data con gli Stati Uniti che riguarda le limitazioni sul nucleare, in particolare per lo sviluppo di un programma nucleare autonomo da parte della Corea del Sud. Questi accordi fanno parte di un più ampio quadro di cooperazione nucleare civile tra i due paesi, concretizzato sotto il cosiddetto “Accordo di Cooperazione Nucleare”. Questo accordo è stato firmato per la prima volta nel 1974 ed è stato rinnovato e modificato diverse volte, con l’ultima revisione significativa nel 2015. Le principali disposizioni di questo accordo includono:

  • Divieto di arricchimento dell’uranio, cioè il processo che può essere utilizzato per produrre combustibile nucleare per centrali elettriche, ma anche per la produzione di armi nucleari.
  • Divieto di riprocessamento del combustibile nucleare. E, cioè, che la Corea del Sud non può riprocessare il combustibile nucleare esaurito, che è una tecnica utilizzata per estrarre plutonio dal combustibile usato, un materiale che potrebbe essere utilizzato per produrre armi nucleari.
  • Collaborazione nucleare civile. L’accordo permette alla Corea del Sud di utilizzare la tecnologia nucleare per scopi pacifici, come la generazione di energia elettrica, ma sempre sotto la supervisione e con il supporto degli Stati Uniti.

Questi accordi riflettono l’obiettivo comune di prevenire la proliferazione nucleare nella penisola coreana e di mantenere la stabilità nella regione. Il Paese è quindi vincolato a non sviluppare un programma nucleare militare autonomo, e la sua cooperazione nucleare con gli Stati Uniti è strettamente monitorata per garantire che resti nell’ambito pacifico.

Il futuro del nucleare sudcoreano in Europa

Nonostante queste sfide, la Corea del Sud continua a guadagnare terreno in Europa. Il progetto di Pątnów in Polonia, ad esempio, è un segnale del crescente interesse per la tecnologia nucleare sudcoreana nella regione. Khnp sta anche esplorando la possibilità di partecipare a un nuovo progetto nucleare in Slovacchia, dimostrando la sua determinazione a espandere la sua influenza in Europa centrale e orientale.

Tuttavia, dovrà continuare a navigare tra le controversie legali e le limitazioni imposte dagli accordi internazionali per mantenere il suo slancio nel mercato nucleare globale. Chris Gadomski, analista nucleare presso BloombergNef, ha affermato di essere sorpreso che i cechi abbiano optato per un nuovo grande reattore invece che per le piccole centrali modulari: “Negli ultimi anni i coreani hanno cambiato la prospettiva politica, passando dal limitare il nucleare all’accelerare lo sviluppo nucleare. Avere un solido portafoglio di esportazioni in futuro consentirà loro di raggiungere economie di scala in modo più efficiente e di fornire prodotti che alla fine sono forse meno costosi”.