Il futuro verde dell’Europa passa dalle tasse ambientali

Le tasse ambientali incentivano comportamenti più sostenibili tra cittadini e imprese. Ma come funzionano esattamente? E quale ruolo gioca l'Italia in questo scenario?
5 mesi fa
2 minuti di lettura
Tasse

Le tasse ambientali rappresentano uno strumento cruciale per la gestione delle risorse e il controllo dell’inquinamento in Europa. Nel contesto dell’Ue queste imposte sono state implementate con l’obiettivo di incentivare comportamenti più sostenibili tra cittadini e imprese. Ma come funzionano esattamente le tasse ambientali? E quale ruolo gioca l’Italia in questo scenario?

Cosa sono le tasse ambientali?

Le tasse ambientali sono imposte su beni e servizi che hanno un impatto negativo sull’ambiente. Queste possono essere suddivise in quattro categorie principali:

  1. tasse sull’energia: imposte su carburanti e elettricità;
  2. tasse sui trasporti: imposte sui veicoli e altri mezzi di trasporto;
  3. tasse sull’inquinamento: imposte sulle emissioni e sullo smaltimento dei rifiuti;
  4. tasse sulle risorse: imposte sull’estrazione di risorse naturali come acqua e minerali.

Nel 2022, le entrate dalle tasse ambientali nell’Unione Europea hanno raggiunto i 317,2 miliardi di euro, pari al 2,0% del PIL dell’UE. Questo rappresenta una diminuzione del 4% rispetto ai 330,2 miliardi di euro del 2021. Questa flessione è stata principalmente causata da una riduzione delle entrate dalle tasse sull’energia, che costituiscono la parte più significativa delle tasse ambientali in Europa.

Le tasse sull’energia sono fondamentali per la politica ambientale europea. Nel 2022, le entrate da queste tasse hanno totalizzato 243 miliardi di euro, segnando una riduzione di 15,1 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Questo calo riflette le difficoltà del mercato energetico e le fluttuazioni dei prezzi, influenzate in parte dalla situazione geopolitica globale.

Le tasse sui trasporti e sull’inquinamento hanno invece registrato incrementi. Le tasse sui trasporti sono cresciute dell’1%, contribuendo con 809 milioni di euro alle entrate complessive. Le tasse sull’inquinamento e sulle risorse hanno visto un aumento del 10%, pari a 1,2 miliardi di euro. Questi aumenti sono indicativi di una crescente attenzione verso la riduzione delle emissioni e una gestione più sostenibile delle risorse naturali.

A livello europeo, le imprese generano la maggior parte delle entrate da tasse ambientali, contribuendo per il 52% del totale. Di queste, il settore manifatturiero, delle costruzioni, minerario e delle utility rappresentano una parte significativa. Le famiglie, invece, contribuiscono con il 45% del totale delle entrate. Questo dato sottolinea l’importanza di politiche che incentivino comportamenti più ecologici tra i cittadini. In 17 paesi dell’UE le famiglie hanno pagato oltre il 40% del totale delle entrate fiscali ambientali, variando tra il 60% in Danimarca e quasi il 40% a Malta.

Il caso italiano

In Italia, le tasse ambientali seguono le stesse tendenze osservate a livello europeo, con un’attenzione particolare alle imposte sull’energia e sui trasporti. Nel 2022, l’Italia ha registrato una flessione nelle entrate dalle tasse sull’energia, in linea con la media europea. Tuttavia, ha visto un incremento nelle entrate da tasse sui trasporti e sull’inquinamento, riflettendo un impegno crescente verso la sostenibilità.

Come in Europa, le tasse sull’energia costituiscono la maggior parte delle entrate da tasse ambientali in Italia. La riduzione delle entrate da queste tasse nel 2022 è stata una conseguenza delle sfide del mercato energetico. L’Italia ha visto una leggera crescita delle entrate da tasse sui trasporti, contribuendo con 809 milioni di euro. Le tasse sull’inquinamento e sulle risorse hanno registrato un aumento del 10%, indicando una maggiore consapevolezza e azione verso la riduzione delle emissioni e una gestione sostenibile delle risorse.

Le tasse ambientali rappresentano uno strumento potente per promuovere la sostenibilità e la protezione dell’ambiente in Europa. L’Italia, con le sue politiche fiscali ecologiche, sta contribuendo in modo significativo agli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea. Sebbene ci siano sfide da affrontare, come la complessità del sistema fiscale e la necessità di coordinamento regionale, le opportunità sono immense.