I ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno inviato alla Commissione europea il testo definitivo del PNIEC 2024, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che rappresenta il più recente e ambizioso aggiornamento delle politiche energetiche italiane. Questo documento strategico, redatto dal Mase, traccia la rotta dell’Italia verso una significativa riduzione delle emissioni di gas serra e un incremento dell’efficienza energetica. Il PNIEC 2024 non solo risponde alle sfide poste dai cambiamenti climatici, ma mira anche a posizionare l’Italia come leader nella transizione energetica a livello europeo.
Contesto politico ed economico
Il documento conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023, superando in alcuni casi i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili.
L’Italia, come parte dell’Unione Europea, è impegnata nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, che prevede la neutralità climatica entro il 2050. Gli avvenimenti recenti, come la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina, hanno messo in evidenza la vulnerabilità dei sistemi energetici globali, rendendo ancora più urgente la transizione verso fonti rinnovabili e la riduzione della dipendenza energetica da paesi terzi. L’aumento dei prezzi energetici e la crisi geopolitica hanno accelerato la necessità di adottare politiche di sicurezza energetica più robuste. Il PNIEC 2024 risponde a queste sfide con una serie di misure innovative e una visione a lungo termine che mira a coniugare sostenibilità, resilienza e competitività economica.
Obiettivi del PNIEC 2024
Il PNIEC 2024 si pone obiettivi ambiziosi e dettagliati in diverse aree chiave. Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra, si mira a raggiungere una riduzione del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, attraverso misure specifiche nei settori dei trasporti, edilizia, agricoltura, rifiuti e industria. Sul fronte delle energie rinnovabili, l’obiettivo è aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili al 30% del consumo totale entro il 2030, con una particolare attenzione all’espansione delle capacità solare ed eolica. “L’area con performance più alte è quella delle Fer, dove è ribadito che l’Italia dovrà raggiungere al 2030 una potenza da fonte rinnovabile di 131 Gigawatt. Si prevede che quasi ottanta (79,2) di questi deriveranno dal solare, 28,1 dall’eolico, 19,4 dall’idrico, 3,2 dalle bioenergie e 1 Gigawatt da fonte geotermica,” si legge nella nota del Mase.
In termini di efficienza energetica, il piano punta a migliorarla del 32,5% entro il 2030, attraverso programmi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, con particolare attenzione al patrimonio edilizio storico. “Grazie alle misure previste, si registra una importante riduzione dei consumi di energia primaria e finale, ma per il raggiungimento degli obiettivi, innalzati in considerazione dello scenario di crescita del prodotto interno lordo, bisognerà continuare a lavorare,” secondo il Mase.
Il piano promuove anche l’integrazione del concetto di economia circolare nei settori produttivi, riducendo l’uso di materie prime e promuovendo il riciclo e il riutilizzo dei materiali. L’innovazione tecnologica sarà un altro pilastro fondamentale, con il supporto a nuove tecnologie come l’idrogeno verde e le batterie di nuova generazione, per migliorare i processi di gestione dei rifiuti e la loro trasformazione in risorse.
Strategie di attuazione
Le strategie delineate dal PNIEC 2024 si basano su un approccio integrato che coinvolge vari settori e attori. Potenziare le infrastrutture energetiche esistenti e svilupparne di nuove sarà essenziale per garantire la stabilità della rete e l’integrazione delle fonti rinnovabili. Il piano promuove anche la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative, come l’idrogeno verde e le batterie di nuova generazione. Il Mase sottolinea che il piano “prevede un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su alcuni settori.”
Il coinvolgimento del settore privato sarà cruciale: il piano prevede di creare un quadro normativo e fiscale favorevole agli investimenti privati nel settore energetico e di incentivare partenariati pubblico-privati per la realizzazione di progetti di grande scala. La sensibilizzazione e l’educazione dei cittadini saranno altrettanto importanti, con campagne mirate a incoraggiare comportamenti energeticamente sostenibili e l’integrazione dell’educazione ambientale nei curricula scolastici.
La cooperazione internazionale sarà un altro elemento chiave, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione con altri paesi europei ed extraeuropei per condividere best practices e sviluppare soluzioni comuni.
Sfide e opportunità
La transizione energetica delineata nel PNIEC 2024 non è priva di sfide. La complessità tecnologica, la necessità di ingenti investimenti e la resistenza al cambiamento sono solo alcune delle difficoltà che il piano dovrà affrontare. Tuttavia, le opportunità offerte da questa transizione sono altrettanto significative. L’adozione di tecnologie verdi e la creazione di un’economia circolare possono portare a nuovi posti di lavoro e alla crescita economica. La riduzione delle emissioni e l’uso di energie rinnovabili migliorano la qualità dell’aria e la salute pubblica. Inoltre, un sistema energetico più indipendente e resiliente aumenta la sicurezza nazionale.
Nucleare sostenibile
Per la prima volta, il PNIEC prevede una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile. “Il nucleare da fissione, e nel lungo termine da fusione, potrebbero fornire al 2050 circa l’11% dell’energia elettrica totale richiesta, con una possibile proiezione verso il 22%,” spiega il Mase. Questa inclusione mira a dimostrare la convenienza energetica ed economica del nucleare in sinergia con le rinnovabili e altre forme di energia a basse emissioni.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha dichiarato: “Oggi il nostro Paese si dota di uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la nostra strada energetica e climatica, superando approcci velleitari del passato. È un Piano che abbiamo condiviso con i protagonisti della transizione, che non nasconde i passi ancora necessari per colmare alcuni gap, ma si concentra sulle grandi opportunità derivanti dallo sviluppo di tutte le fonti, senza preclusioni.”
Anche il viceministro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha sottolineato: “Con l’invio alla Commissione Ue del testo definitivo del Pniec l’Italia compie un ulteriore passo verso la transizione giusta e graduale. Il piano è caratterizzato da un approccio serio e realistico che punta agli obiettivi di neutralità tecnologica accompagnando, al contempo, famiglie e imprese.”