Bollette troppo alte? Per la Commissione Ue la causa principale sono le tasse, che in Italia sono troppo elevate. Nel nostro Paese, il costo di elettricità e gas è più alto della media europea e l’esecutivo europeo individua le tre ragioni principali di questo gap nel suo rapporto sull’impatto dell’industria manifatturiera: tassazione eccessiva, forte dipendenza dai combustibili fossili e scarsa interconnessione di rete energica. C’è poi una scarsa iniziativa privata, che rimette principalmente nelle mani del governo l’autonomia energetica del Paese. Mani legate dall’elevato debito pubblico italiano che riduce lo spazio della politica fiscale e costringe il governo Meloni ad affidare la transizione energetica quasi interamente ai fondi Pnrr.
L’obiettivo dello studio Ue
Bruxelles elabora questo report per creare una banca dati più completa possibile sulla situazione dei vari Paesi e sugli interventi necessari nei singoli Stati membri per rispettare gli obiettivi della Net-Zero Industry Act, con cui l’Ue ha fissato il traguardo di zero emissioni entro il 2050 per quanto riguarda il sistema produttivo dei Ventisette.
Come spiegato dal ministro delle Fiandre per l’Economia, l’Innovazione, il Lavoro, l’Economia Sociale e l’Agricoltura, Jo Brouns: “Il Net-Zero Industry Act è una delle pietre miliari di una nuova politica industriale. Questo atto giuridico aiuterà l’Europa a guidare la corsa globale verso le tecnologie verdi e farà in modo che il nostro contributo alla lotta contro il cambiamento climatico riduca anche le nostre dipendenze, rafforzi la nostra autonomia strategica e ci aiuti a creare crescita e posti di lavoro in Europa”.
L’ultimo rapporto dell’esecutivo si basa su due pilastri:
- una mappatura dettagliata della capacità produttiva di tecnologie a zero emissioni in tutti i Paesi Ue;
- un approfondimento sulle politiche e gli incentivi adottati (da circa 3/4 dei Paesi membri) per aumentare la produzione di energia a livello nazionale.
Il rapporto delinea quindi un quadro completo dello stato dell’arte e dei passi avanti dei Ventisette sull’obiettivo delle zero emissioni nette delle rispettive industrie manifatturiere, analizzando gli sviluppi delle tecnologie collegate, e l’apporto di fonti di energia rinnovabili o a scarso impatto ambientale (come le pompe di calore).
Dalla overview l’Ue si afferma come leader in diverse tecnologie chiave per le emissioni nette zero e in particolare nel settore dell’energia eolica (per il quale l’Ue soddisfa l’85% di domanda interna), nonostante la crescente concorrenza dalla Cina. L’Ue rimane anche un leader nell’industria delle pompe di calore, con i produttori europei che rappresentano oltre il 20% del mercato globale, sostenuti dalla domanda locale di soluzioni di riscaldamento energeticamente efficienti. Buoni risultati anche per quanto riguarda i cavi ad alta tensione la cui produzione è “essenziale per diverse tecnologie a zero emissioni, consentendo la trasmissione e distribuzione dell’elettricità da fonti rinnovabili come l’eolico e il solare”.
Passando alle note dolenti, ci sono tecnologie critiche in cui l’Ue rimane dipendente dai fornitori di Paesi terzi. “Questa dipendenza è particolarmente evidente nell’industria del fotovoltaico (PV), dove l’impronta dell’Ue si è indebolita, e per le batterie agli ioni di litio, dove il continente dipende sostanzialmente dalla tecnologia e dalle importazioni dalla Cina e da altri leader globali”.
Ma qual è la situazione dell’Italia?
La situazione dell’Italia
Il Belpaese si conferma un’eccellenza nello sviluppo di energie alternative come l’eolico e il solare, dove si posiziona al secondo posto dietro la Germania e davanti alla Francia. L’Italia è coinvolta anche nella produzione di batterie, ma il mercato europeo è dominato da paesi come Polonia e Germania e minacciato dalla carenza di materie prime. Il report inquadra l’Italia come leader in settori come quello geotermale, nella fabbricazione di cavi ad alta tensione (Hvac/Hvdc) e centro principale di biogas insieme a Berlino, con una produzione del valore 2,5 miliardi, contro i 5,8 miliardi dei tedeschi. Non a caso, l’esecutivo italiano spinge da tempo sui biocarburanti nel batti e ribatti con Bruxelles sulle auto elettriche.
Secondo il report, a causa di una dipendenza fossile ancora troppo elevata e un’infrastruttura non abbastanza diffusa, nonostante in Italia i prezzi dell’energia “per l’uso commerciale siano inferiori a quelli per l’uso residenziale, sono comunque tra i più alti dell’Ue“.
La fine dell’accordo sul transito del gas russo da Kiev sarà un altro banco di prova per i piani energetici dei Ventisette.