Oggi 9 maggio, la Russia è impegnata nelle celebrazioni per la Giornata della Vittoria, una delle festività più importanti del Paese, commemorando la sconfitta della Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. Quest’anno, l’evento assume un significato ancora più rilevante, poiché si svolge in un contesto di crescente isolamento internazionale per Mosca a causa della guerra in Ucraina.
Mentre il presidente Vladimir Putin presiede la tradizionale parata militare in Piazza Rossa a Mosca, l’Unione europea si prepara a formalizzare un tribunale speciale per perseguire i crimini di guerra commessi in Ucraina. Due eventi paralleli che raccontano due visioni opposte della realtà geopolitica attuale.
La parata sulla Piazza Rossa: Putin e i leader stranieri
La parata militare sulla Piazza Rossa è il momento centrale delle celebrazioni russe. Quest’anno, circa 20 leader stranieri hanno partecipato all’evento, tra cui il presidente cinese Xi Jinping e il brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. La presenza di Xi Jinping sottolinea il rafforzamento dell’asse Mosca-Pechino, mentre Lula rappresenta il tentativo russo di mantenere legami con il Sud globale.
Le immagini trasmesse dalla televisione di Stato russa mostrano Xi Jinping seduto accanto a Putin, mentre i due leader osservano le truppe marciare. “La Russia nel suo insieme” sostiene l’offensiva in Ucraina. Ad affermarlo è stato il presidente russo Vladimir Putin. “L’insieme del paese, la società, il popolo sostengono i partecipanti all’operazione militare speciale” in Ucraina, ha dichiarato Putin, assicurando poi che la Russia “è stata e sarà una barriera indistruttibile contro il nazismo, la russofobia, l’antisemitismo”.
L’Europa risponde con un tribunale per i crimini di guerra
Mentre Mosca celebra la sua V-Day, l’Unione Europea si muove per garantire giustizia. L’alto rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha annunciato che il Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina sarà formalizzato il 14 maggio a Lussemburgo, in occasione della riunione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.
Questo tribunale avrà il compito di indagare, perseguire e giudicare i responsabili dell’aggressione russa, lavorando a stretto contatto con la Corte penale internazionale (Cpi).
La Cpi, infatti, non ha giurisdizione sul crimine di aggressione, poiché la Russia non ha sottoscritto lo Statuto di Roma e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove Mosca ha diritto di veto, non ha incaricato la Cpi del caso. Il tribunale speciale, quindi, colmerà questa lacuna giuridica, permettendo di perseguire i vertici russi per l’invasione dell’Ucraina.
Una coalizione internazionale per la giustizia
Dal 2023, un gruppo di circa 40 Paesi, tra cui la maggior parte degli Stati membri dell’Ue e i paesi del G7, ha raccolto prove per sostenere l’iniziativa. Tuttavia, alcuni Stati, come Ungheria e Slovacchia, hanno scelto di non partecipare, mentre gli Stati Uniti hanno recentemente espresso dubbi sulla loro adesione.
La creazione del tribunale rappresenta un passo significativo nella lotta contro l’impunità per i crimini di guerra. Tuttavia, resta da vedere se avrà un impatto concreto, considerando che i vertici russi, incluso Vladimir Putin, godono dell’immunità di funzione finché sono in carica.
La coincidenza tra la celebrazione russa e l’iniziativa europea evidenzia il crescente divario tra Mosca e l’Occidente. Mentre Putin evoca la vittoria sovietica per giustificare l’offensiva in Ucraina, l’Ue ribadisce il suo impegno per la giustizia e la responsabilità internazionale, restando al fianco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La domanda ora è: riuscirà l’Europa a trasformare questa iniziativa in un meccanismo efficace per perseguire i crimini di guerra? E come reagirà Mosca a questa nuova sfida legale?