Futuro ue incerto bandiera
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L’Europa ha un futuro solo se ha più potere: cosa pensano dell’Ue gli under 35 italiani

L’Europa ha un futuro solo se ha più potere: cosa pensano dell’Ue gli under 35 italiani
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Cosa ne pensano i giovani dell’Ue?

La domanda è cruciale, a meno di 4 settimane dalle elezioni del Parlamento europeo, e con la partecipazione degli italiani al voto in calo, così come la presenza dei giovani.

L’appuntamento dell’8 e 9 giugno diventa uno snodo fondamentale per la politica che ha l’obiettivo di migliorare il presente e preparare un futuro migliore. In certi casi, quello più urgente di evitare che il futuro peggiori, in un contesto sconvolto dalla pandemia prima e le guerre in Ucraina e in Medio Oriente ora.

Nelle elezioni europee di giugno 2024, la questione “Costituzionale” europea torna a farsi sentire con forza. La domanda essenziale è una, quella da cui dipende la “forma di governo” da dare alla Comunità: gli Stati devono trasferire più sovranità all’Ue, o è l’Europa che deve lasciare più spazio ai singoli Stati membri? Forse, la risposta non è mai stata urgente come in queste elezioni.

Per la metà degli under 35 italiani è chiara: l’Ue ha un futuro, ma deve assorbire i poteri nazionali.

Cosa ne pensano i giovani italiani dell’Ue

I risultati emergono dalla ricerca di Scomodo e Campo Ricerca, che indaga il senso di identità europeo dei giovani italiani sia tramite i big data che con i questionari, condotti da Under 35 ad a quasi 10.000 coetanei lungo la penisola.

Dai dati emerge che:

  • il 40% si sente tanto italiano quanto europeo;
  • solo il 33% dichiara di sentirsi più italiano che europeo;
  • il 65% si dichiara apertamente europeista, se non fortemente europeista;
  • il 53,5% considererebbe “un evento terribile” un’Italexit;

Per i giovani, Unione europea vuol dire prima di tutto libertà di movimento. Una connessione che con il digitale non è limitata all’esperienza fisica, al viaggio e si diffonde nella vita dei giovani italiani: il 79% ha contattato almeno una volta all’anno residenti di altri Paesi Ue.

Diversi i motivi per cui gli Under 35 vogliono un’Unione, anche se emergono grandi differenze tra le priorità dei giovani. L’Ue è importante perché garantisce:

  • libertà di movimento (74%);
  • democrazia (43%);
  • welfare sociale (28%);
  • pacifismo (15%).

Anche sul fronte delle immigrazioni, emerge una percentuale netta: il 74% ritiene che i flussi immigratori non rappresentino “per nulla” una minaccia per l’identità europea.

A scuola si parla di Europa?

Emerge un vuoto per quanto riguarda la “presenza” dell’Ue dietro la cattedra: il 57% nega che la scuola gli abbia insegnato qualcosa sull’Europa e il 60% si confessa ignorante sulle istituzioni comunitarie.

Al tempo stesso, i giovani riconoscono all’istruzione la capacità di creare un’identità europea, elogiando le esperienze offerte dai progetti Erasmus e DiscoverEu. Una mobilità fondamentale, ma non disponibile per chiunque, come ricorda il rapporto: “la mobilità europea ha un impatto sulla percezione di che cosa rappresenti l’Unione”, ma “questo tipo di opportunità resta non godibile allo stesso modo da tutti, e questa differente accessibilità influenza lo sviluppo di un’identità europea.

Le conoscenze linguistiche, ad esempio, emergono come estremamente rilevanti nel garantire l’accesso a queste opportunità: chi parla più di tre lingue ha una maggiore propensione sia a partecipare a progetti europei, sia a comunicare più di frequente con persone residenti in un altro Paese europeo. Di contro, la distanza geografica è un fattore chiave nell’influenzare una posizione politica più euroscettica, come dimostrano i dati su Sud e Isole”.

Emerge anche che il 22% del campione non andrà a votare e che per il 43% l’istituzione europea tiene poco conto delle esigenze e delle opinioni degli under 35.

Le prospettive dei giovani sull’Ue

Uno scetticismo che non va frainteso: sulla quota di chi non si sente considerato dalle politiche Ue pesa l’83% che non si sente rappresentato, più che dall’Unione in sé, dai politici italiani nelle istituzioni europee.

Non è un caso, dunque, se un Under 35 su due ritiene che i poteri della Comunità dovrebbero prevalere sui Paesi membri, soprattutto in materia ambientale. Al di là delle preferenze, per il 35% tra vent’anni l’Europa avrà comunque più potere.

Le principali preoccupazioni avvertite dagli Under 35 campione sono:

I giovani chiedono all’Ue di farsi carico (anche) di queste esigenze più sociali e meno “burocratiche”. La sostenibilità, poi, diventa fondamentale non solo in senso ambientale: per oltre il 73% dei partecipanti è importante che l’Ue valuti gli accordi economici con Paesi esteri anche in base ai loro standard in diritti umani. Una presa di posizione coerente con l’atteggiamento inclusivo nei confronti dell’immigrazione. Sotto il profilo dell’allargamento dell’Europa a Est, gli Under 35 sono divisi: il 48% del campione si dice favorevole all’allargamento dell’Ue a Est con l’adesione di Paesi come Ucraina, Moldavia e Balcani occidentali.

Emergono, dunque, tante difficoltà nel rapporto giovani-Ue, ma anche tanta speranza e tanta voglia di futuro.

Sul punto, un dato interessante, forse il più emblematico della ricerca: chi crede nel futuro dell’Ue ha in media livelli di preoccupazione più bassi. Lo conferma Edoardo Bucci, co-fondatore e direttore editoriale di Scomodo, presentando la ricerca: “È fondamentale per le nuove generazioni immaginare uno spazio sociale, politico e culturale largo in cui poter inserire le aspirazioni individuali e collettive. In questo senso una prospettiva di chiusura e frammentazione è correlata a un senso di sfiducia nel futuro”.

Principi, obiettivi e sogni che passeranno dalle matite dei cittadini europei tra il 6 e il 9 giugno.

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