“Elon Musk ha ricevuto centinaia di milioni di euro dall’Unione europea”. Inizia così la denuncia che Daniel Freud, eurodeputato tedesco del gruppo Verdi del Parlamento europeo, ha pubblicato su X.
I soldi, come riporta il post sui social con a corredo la risposta della Commissione europea, sono stati destinati a Space X, per un totale di 180 milioni, al social network X (ex Twitter) 630mila euro e all’azienda del magnate, la Tesla, ben 158 milioni di euro.
“Questo è sbagliato – scrive l’europarlamentare -! L’Ue dovrebbe interrompere i suoi pagamenti a Elon Musk. Quest’uomo è un nemico dichiarato dell’Ue e dei nostri valori fondamentali. È inaccettabile che continuiamo a pagare centinaia di milioni di dollari in sussidi all’uomo più ricco del mondo”.
Le sovvenzioni dell’Ue a Elon Musk
Lo sfogo dell’europarlamentare vede protagonista l’insoddisfazione condivisa da un parte dell’ala sinistra del Parlamento europeo, nei confronti della Commissione. Commissione che, inoltre, ha risposto alla richiesta di Freud su una maggiore chiarezza dei sussidi ricevuti da Musk dall’Ue.
La risposta data da Piotr Serafin, commissario europeo per il bilancio, la lotta antifrode e la pubblica amministrazione, cita: “La Commissione desidera rinviare l’Onorevole Parlamentare al Sistema di Trasparenza Finanziaria (Sft), accessibile al pubblico. Attraverso l’Sft, la Commissione fornisce informazioni sui destinatari dei fondi del bilancio dell’Ue quando questi sono eseguiti in gestione diretta. Le informazioni relative all’esercizio finanziario 2024 saranno pubblicate a giugno 2025”.
E continua: “Secondo il Sistema di trasparenza finanziaria, sono in corso tre sovvenzioni assegnate a Tesla Motors Netherlands Bv. Queste fanno parte del meccanismo per le infrastrutture dei carburanti alternativi (Alternative Fuels Infrastructure Facility) per la realizzazione di stazioni di ricarica per veicoli a lungo raggio sulla rete transeuropea di trasporto (Ten-T)”
Le sovvenzioni – ha aggiunto il commissario – sono contributi finanziari per unità, basati sui punti di ricarica e sulle relative connessioni alla rete. Gli importi per i singoli progetti sono:
- 21-EU-TC-Tesla Ricarica EV (Cohesion) – 14.940.000 euro
- 21-EU-TC-Tesla Ricarica EV (Generale) – 133.780.000 euro
- 21-EU-TG-Tesla EV Charging II – 9.860.000 euro
“Nel 2024, SpaceX si è aggiudicata – aggiunge la Commissione – l’incarico dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per conto della Commissione eccezionalmente con due lanci da tempo pianificati di due satelliti Galileo. Il motivo di ciò è stato il ritardo nella messa in servizio dell’Ariane 6, veicolo di lancio standard per Galileo. Il valore del contratto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Ariane 6 è entrato in funzione nel luglio 2024”.
E per quanto riguarda il socialnetwork, “da quando X è di proprietà di Elon Musk, la Commissione (compresi tutti i suoi uffici e rappresentanze negli Stati membri)” ha investito “circa 630mila euro. Sulla piattaforma vengono visualizzati annunci pubblicitari. Dall’ottobre 2023, la Commissione ha pubblicità o servizi a pagamento su questa piattaforma”.
Critiche alla Commissione europea
La “denuncia” pubblica dell’europarlamentare tedesco dei Verdi Daniel Freud, però, non si è fermata ai finanziamenti dell’Ue a Elon Musk, ma ha colpito in passato anche Viktor Orbán, presidente dell’Ungheria, contro il quale si è espresso in diverse occasioni contro le politiche del suo governo richiamando all’Articolo 7 che imporrebbe un veto al Paese nelle votazioni europee. E nelle ultime ore si è rivolto anche contro Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, protagonista del caso ‘Pfizergate’.
“La Corte di giustizia dell’Ue si pronuncia contro von der Leyen nel Pfizergate: la Commissione europea avrebbe dovuto concedere l’accesso allo scambio di Sms tra von der Leyen e il Ceo di Pfizer Bourla, come richiesto da una giornalista del New York Times”, scrive sui social Freud.
La sentenza potrebbe avere un impatto politico sulla leadership della tedesca al suo secondo mandato alla guida dell’esecutivo comunitario. La giornalista Matina Stevis, infatti, aveva richiesto l’accesso agli sms si sensi delle norme europee sull’accesso agli atti delle istituzioni comunitarie. Il caso ruota attorno all’ipotesi che la Commissione europea abbia violato le regole sulla trasparenza negandoglielo.
Scambio di messaggi che avrebbe dovuto provare se la presidente von der Leyen avesse negoziato o meno miliardi di dollari in accordi sui vaccini tramite sms tra gennaio 2021 e maggio 2022.
Spaccatura nella maggioranza del Parlamento europeo?
La presidente della Commissione europea e il suo storico Partito popolare europeo perdono acqua da tutte le parti. Non è la prima volta, infatti, che i suoi stessi alleati provano a puntare il dito contro il lavoro svolto dalla Commissione.
Se da un lato sono ben viste le sanzioni contro la Russia e il supporto militare all’Ucraina, dall’altro sembra alcune iniziative vadano contro i principi sui quali si basa l’alleanza con il partito. Basti pensare che oltre Freud, a criticare il Ppe ci si erano messi nelle scorse settimane anche Renew Europe e Socialisti e Democratici (S&D).
In quell’occasione, però, il caso riguardava il comportamento adottato nei confronti delle Ong accusate dal Ppe di non applicare i criteri di trasparenza necessari in merito ai finanziamenti che ricevono. Un’accusa che sembra essere molto più in linea con le politiche adottate dalle destre europee e una rivendicazione della stessa trasparenza che oggi il Tribunale Ue rivendica contro Ursula von der Leyen.