Il rapporto di Mario Draghi sulla competitività dell’Ue rischia di finire “rapidamente dimenticato” ed è un problema, perché dovrebbe diventare il programma della Commissione von der Leyen 2. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, a Lussemburgo durante l’Eurogruppo, ha lanciato l’allarme, ben consapevole del fatto che la storia dell’Ue è disseminata di eccellenti rapporti che sono stati velocemente riposti in un cassetto dagli Stati membri dell’Ue, che hanno sempre l’ultima parola.
Per Draghi, l’Unione, per evitare di perdere definitivamente la corsa con Usa e Cina e recuperare il terreno perduto, ha bisogno di investimenti aggiuntivi di almeno 750-800 mld di euro l’anno. E si tratta di una stima “conservativa”, ha puntualizzato Draghi, quindi probabilmente ne occorreranno di più. La prospettiva di un nuovo programma di debito Ue fa riemergere le vecchie divisioni tra nordici e mediterranei, che percorrono da sempre l’Eurogruppo e rischiano di seppellire il rapporto Draghi in un mare di diffidenze reciproche. Ma qualche speranza che le cose vadano diversamente rimane.
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