Musk lancia il Mega (“Make Europe Great Again”) e prova l’ennesima incursione nella politica europea

Il braccio destro di Trump rilancia su X: “Gente d’Europa: unitevi al movimento Mega”. Aumenta la sua ingerenza nella politica europea?
20 ore fa
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Make Europe Great Again.

Nessun errore di battitura o refuso da lunedì mattina: dopo il “Maga” del suo presidente Donald Trump, Elon Musk ha (ri) lanciato il “Mega” su X, la stessa piattaforma che è al centro delle tensioni tra Bruxelles e l’uomo più ricco del mondo. Insomma, non proprio il modo migliore per augurare prosperità agli alleati, a meno che le idee su come raggiungere quella “grandezza” siano molto distanti, come senz’altro accade tra il magnate sudafricano e l’Europa.

Dopo l’endorsement al partito di estrema destra tedesco Afd e gli attacchi al governo laburista in Gran Bretagna, Elon Musk vuole dettare l’agenda politica ed economica di Bruxelles, replicando lo slogan di Trump nelle stesse ore in cui il presidente americano conferma che anche l’Europa sarà colpita dai dazi. Anche in questo caso, non proprio un dolce bigliettino da visita.

Anche il premier ungherese Viktor Orban aveva lanciato lo slogan l’anno scorso, mentre ricopriva la presidenza di turno dell’Ue, ma ora che il tycoon è tornato alla Casa Bianca (e Orban ha potuto stappare lo champagne) il “Mega” assume tutt’altro peso. In mezzo, c’è la crescente tensione tra il Ceo di X e la Commissione Ue che ha intensificato le proprie indagini sugli algoritmi della piattaforma, dove Musk ha ospitato la leader di Afd Alice Weidel in una diretta che ha fatto molto discutere.

Musk e la riunione dei Patrioti

Gente d’Europa: unitevi al movimento Mega”, ha scritto sabato scorso Elon Musk su X a pochi giorni dalla riunione dei Patrioti per l’Europa che si terrà il 7 e l’8 febbraio a Madrid sotto l’organizzazione di Vox e del suo leader Santiago Abascal. Tra i presenti ci saranno Marine Le Pen, Viktor Orbán, Geert Wilders e Matteo Salvini per la Lega. Nel gruppo c’è anche l’eurodeputato danese Anders Vistisen che, nonostante la vicinanza alle ideologie Repubblicane, ha mandato a quel paese Donald Trump per le sue pretese sulla Groenlandia.

Ma quali sono i nomi su cui può fare affidamento il duo Trump-Musk in Europa?

In Italia c’è Giorgia Meloni, Nigel Farage nel Regno Unito (anche se Musk preferisce Robinson), in Slovacchia il premier Robert Fico, che ha attaccato Zelensky dopo lo stop al passaggio del gas russo da Kiev, in Romania Calin Georgescu e Dominik Tarczyński in Polonia. Nella parte occidentale, c’è chiaramente Alice Weidel in Germania, Andrea Ventura in Portogallo di Chega, in Francia ci sono Marine Le Pen di Rn ed Éric Zemmour di Reconquête (ma con loro i rapporti non sono idilliaci e potrebbero incrinarsi), in Belgio Tom Van Grieken di Vlaams Belang e in Olanda Dick Schoof.

Chiaramente, il focus di Trump e Musk è sulle elezioni tedesche che, per il Ceo di Tesla, “decideranno il futuro dell’Europa”. Collegandosi in video a un raduno elettorale di Afd ad Halle, Musk ha elogiato i principi nazionalistici su cui si basa il “Maga” (e il “Mega”): “Penso sia molto importante che le persone siano orgogliose di essere tedesche. Va bene essere orgogliosi di essere tedeschi. È bello essere orgogliosi della cultura tedesca e dei valori tedeschi e non perderli in una sorta di multiculturalismo che acceca tutto”. Sulla stessa scia, l’uomo di Musk in Italia, Andrea Stroppa, ha rilanciato il “Miga” (Make Italy great again) subito dopo la vittoria elettorale di Trump.

Nella vicina Austria Musk ha dato il proprio endorsement a Martin Sellner, suprematista leader del Movimento Identitario, ma è nella politica del Regno Unito che il magnate ha provato l’ultima delle tante incursioni nella politica europea.

Musk contro Farage

A gennaio Musk ha attaccato ‘mister Brexit’ Nigel Farage chiedendo un nuovo leader per il partito sovranista Reform Uk. Lo stesso Farage che in tempi non sospetti ha dichiarato: “Anche se pensassi, ma non lo penso, che l’immigrazione di massa porti un qualche beneficio economico, ci sono cose più importanti dei soldi e cioè la forma della nostra società e il dare ai nostri giovani la possibilità di lavorare” è considerato troppo moderato dal magnate, che su X ha scritto: “Il Reform Party ha bisogno di un nuovo leader. Farage non ha la stoffa“.

Farage aveva difeso Musk alla Bbc, sottolineando che “la libertà di parola è tornata”, dopo che il magnate sudafricano nazionalizzato americano aveva attaccato la risposta del governo britannico alle ‘grooming gangs’ (‘bande di adescatori’). Il Ceo di Tesla aveva attacco il premier britannico e leader del Partito Laburista Keir Starmer accusandolo di essere stato complice nell’insabbiamento iniziale di abusi sessuali perpetrati su bambine e ragazze da gang di pedofili all’interno di comunità di radici asiatiche in Inghilterra del nord negli anni in cui Starmer era procuratore capo del Crown Prosecution Service.

Ora il magnate si lancia persino contro Farage, ‘reo’ di essersi opposto a Robinson, uno troppo estremista persino per il leader di Reform Uk. Il partito ha scalato la classifica dei consensi, insidia la maggioranza laburista del premier Starmer e Musk vuole avere un ruolo in questa vicenda. Tanto per cambiare a colpi di danari: l’uomo più ricco del mondo potrebbe mettere sul piatto milioni di sterline per avvallare la crescita di Reform Uk per sconvolgere la politica del Regno Unito, dove l’ampia vittoria ottenuta a luglio 2024 dai Laburisti sembra (già) lontana anni luce.

D’altronde, siamo nell’era dell’Ai, dove tutto cambia a una velocità supersonica, soprattutto se la Broligarchia decide che deve essere così.