Con 32 voti a favore, la Commissione per le Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Europeo (LIBE) ha scelto Bruno Gencarelli come candidato preferito per il ruolo di Garante europeo della protezione dei dati (EDPS). Questo incarico, della durata quinquennale, si colloca al centro delle sfide contemporanee legate alla privacy, alla sicurezza digitale e all’intelligenza artificiale. Gencarelli ha superato gli altri tre candidati: il francese François Pellegrini, che ha ottenuto 30 voti, il polacco Wojciech Wiewiórowski, presidente uscente, con 26 voti, e la greca Anna Pouliou, che ha raccolto 11 preferenze.
Chi è Bruno Gencarelli
Gencarelli non è un volto nuovo nell’universo della protezione dei dati. Laureato presso il prestigioso Institut d’Études Politiques di Parigi (Sciences Po), vanta una lunga carriera nelle istituzioni europee. Ha guidato l’unità Affari Internazionali e Flussi di Dati della Commissione Europea, giocando un ruolo chiave nella definizione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e della Direttiva sulla Protezione dei Dati per le Forze dell’Ordine. Inoltre, ha condotto negoziati per importanti accordi internazionali, come quelli con Giappone e Stati Uniti, che hanno definito le regole per il trasferimento sicuro dei dati tra continenti.
“Il Garante europeo della protezione dei dati dovrà operare in un sistema di governance sempre più complesso”, ha dichiarato Gencarelli durante le audizioni al Parlamento Europeo. “La priorità assoluta sarà garantire che l’EDPS sia pronto ad affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie, in particolare dall’intelligenza artificiale”.
Il ruolo dell’EDPS
L’European Data Protection Supervisor è l’autorità indipendente che vigila sul rispetto delle norme europee in materia di privacy da parte delle istituzioni e degli organi dell’Ue. Sebbene non abbia il potere di infliggere multe – prerogativa delle autorità nazionali – l’EDPS svolge un ruolo cruciale nel garantire la conformità delle istituzioni europee alle normative, offrendo consulenza e monitorando l’applicazione di leggi chiave come il GDPR e il futuro Artificial Intelligence Act.
Negli ultimi anni, il mandato dell’EDPS si è ampliato significativamente, includendo la supervisione dell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale all’interno delle istituzioni europee. Un compito che richiederà un equilibrio delicato tra la necessità di garantire la sicurezza e la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini europei.
Il processo di nomina
La selezione di Gencarelli arriva in un momento cruciale per l’Unione Europea, che sta rafforzando il proprio quadro normativo in materia di digitale e privacy. Il ruolo dell’EDPS è stato ampliato negli ultimi anni, sia in termini di competenze che di responsabilità. Oltre a garantire la conformità delle istituzioni dell’UE alle normative sulla protezione dei dati, il Garante è ora chiamato a monitorare l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale, un ambito in rapida evoluzione che pone complessi dilemmi etici e giuridici.
Il voto della Commissione LIBE è solo il primo passo. Il risultato sarà ora sottoposto alla Conferenza dei presidenti, composta dal Presidente del Parlamento europeo e dai leader dei gruppi politici. Successivamente, il Parlamento e il Consiglio dell’UE procederanno alla nomina congiunta per un mandato di cinque anni.
Se confermato, Gencarelli dovrà affrontare un panorama caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici e crescenti preoccupazioni sulla privacy. Tra i compiti principali del nuovo EDPS vi sarà la supervisione sull’utilizzo di strumenti di IA da parte delle istituzioni europee, in conformità con l’Artificial Intelligence Act. Questo richiederà un equilibrio delicato tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali, un tema emerso con forza durante le audizioni preliminari dei candidati.
Un altro dossier di rilievo riguarda l’uso di piattaforme tecnologiche come Microsoft 365 all’interno delle istituzioni dell’UE, oggetto di verifiche da parte dell’attuale EDPS. Inoltre, Gencarelli potrebbe giocare un ruolo chiave nei futuri negoziati sul trasferimento dei dati con paesi terzi, un ambito che continua a sollevare questioni legali e politiche di grande portata, come dimostrato dalle recenti contestazioni sull’accordo UE-USA.
Con la possibile nomina di Gencarelli, l’Italia tornerebbe, per la seconda volta, a ricoprire un ruolo di primo piano nella protezione dei dati a livello europeo, dopo l’importante contributo di Giovanni Buttarelli, scomparso prematuramente nel 2019. Questo rappresenta non solo un riconoscimento per il candidato, ma anche un’opportunità per l’Italia di rafforzare la propria influenza in un settore strategico per il futuro dell’Ue.
Il processo di selezione, però, ha messo in luce alcune criticità, tra cui i ritardi nell’organizzazione delle audizioni, inizialmente previste per novembre ma poi rinviate a gennaio. Questi rinvii sottolineano la necessità di un approccio più tempestivo e coordinato per garantire l’efficienza delle istituzioni europee, specialmente in un periodo in cui le sfide globali richiedono risposte rapide e coerenti.