Barnier sfida l’Assemblea, governo francese a un passo dal crollo

Il primo ministro francese Michel Barnier ha attivato l’articolo della Costituzione per far passare senza votazione il bilancio della previdenza sociale. Nouveau Front Populaire minaccia la mozione di censura, Rassemblement National promette di votarla
2 giorni fa
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Barnier Michel Contrariato Ipa Ftg
(IPA/Fotogramma)

Il primo ministro francese Michel Barnier ha attivato l’articolo 49.3 della Costituzione per far passare senza votazione il bilancio della previdenza sociale. Il voto era in programma per oggi pomeriggio.

Non esattamente concilianti le reazioni delle parti politiche, a partire dal leader del partito radicale di sinistra La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon, che su X ha commentato: “Tutte le manovre per salvare il governo Barnier sono fallite. Cadrà. E Macron, unico responsabile della crisi finanziaria e politica, deve andarsene per dare voce ai voti dei francesi”.

Dall’altro lato dello spettro politico, il presidente del partito di estrema destra Rassemblement National Jordan Bardella, sempre su X, ha scritto: “Lo scorso giugno i francesi hanno voluto voltare pagina rispetto a Emmanuel Macron. Non c’è via d’uscita per un governo che riannoda il filo del macronismo, che rifiuta di prendere in considerazione l’emergenza sociale e che ignora la necessità di rilanciare la crescita. Il Rassemblement National voterà per la censura“.

Barnier aveva accolto una richiesta di Rn ma non è bastato

Dopo giorni di tensioni, di fronte al rischio di caduta del governo proprio sul voto relativo al bilancio della previdenza sociale, il premier francese stamattina aveva accolto una richiesta di Rn, impegnandosi a fare in modo che non ci fosse una “abolizione dei rimborsi sui medicinali” nel 2025. La marcia indietro su questo tema era una delle ‘linee rosse’ di Rn sul bilancio. Ma non è bastato. Come sottolineato dal quotidiano Le Monde, il partito lepenista ha mantenuto il punto su un altro tema, quello della deindicizzazione di parte delle pensioni dall’inflazione, mentre si è detto pronto a rinunciare alla richiesta di una marcia indietro totale sugli sgravi fiscali.

Si è arrivati così alla decisione da parte di Barnier di ricorrere all’articolo 49.3 della Costituzione francese, mossa evocata da giorni e rispetto alla quale il Nouveau Front Populaire – alleanza di partiti di sinistra – aveva già detto che avrebbe presentato una mozione di censura. E che il Rassemblement National ha promesso di appoggiare.

In base alla Costituzione francese, infatti, il governo può far passare una legge senza il voto parlamentare ma in questo caso i deputati possono presentare una mozione di sfiducia, che, se approvata, respinge la legge e costringe il governo alle dimissioni.

Per presentare una mozione di censura è necessaria la firma di “almeno un decimo dei membri dell’Assemblea nazionale” (quindi almeno 58), e il testo deve essere adottato dalla maggioranza dei membri che compongono l’Assemblea (288 deputati, poiché due seggi sono attualmente vacanti). La mozione va presentata entro 24 ore dall’eventuale ricorso del governo all’articolo 49.3 della Costituzione.

Il governo Barnier in mano a Le Pen

Il governo Barnier è un governo di minoranza sostenuto da una fragile coalizione di conservatori e centristi, nato dalle elezioni lampo svoltesi a inizio luglio e che hanno restituito un’Assemblea Nazionale spaccata in tre blocchi, con il Nouveau Front Populaire che ha vinto a sorpresa le elezioni seguito (sempre a sorpresa) da ‘Ensemble!’ di Macron. In forte ascesa l’estrema destra di Rn, arrivato terzo solo grazie all’accordo di desistenza tra le altre forze politiche. Accordo che si è sciolto come neve al sole subito dopo: nessun partito ha ottenuto la maggioranza per governare, e la scelta da parte del presidente francese Emmanuelle Macron di affidare la carica di premier a Michel Barnier ha scontato molti, a destra e a sinistra.

Un percorso tutto in salita quindi quello di Barnier, che aveva già fatto importanti concessioni all’estrema destra accettando di limitare l’accesso all’assistenza sanitaria pubblica per gli immigrati clandestini, anche se non aveva pubblicamente attribuito il cambiamento a Rn, cosa che non era stata gradita da Le Pen.
E stamattina, per salvare la situazione, l’ufficio del primo ministro francese aveva fatto sapere che il governo avrebbe accettato di continuare a rimborsare ai pazienti determinati tipi di farmaci, una delle principali richieste avanzate da Rn.

La situazione paradossale è stata che dopo aver marginalizzato Rn accordandosi tra loro al secondo turno delle elezioni parlamentari, il risultato frammentato del voto e l’incapacità – o impossibilità – tra i partiti vincitori di trovare un terreno comune ha sostanzialmente consegnato a Le Pen il potere di vita e di morte sul neonato governo Barnier. I voti di Rn infatti sono diventati indispensabili per la sopravvivenza dell’esecutivo, e ora i voti combinati di Nouveau Front Populaire e Rn su una mozione di censura potrebbero farlo cadere.

Barnier: “E’ il momento della responsabilità”

“Credo che siamo arrivati ad un momento di verità che mette ciascuno davanti alle proprie responsabilità – ha detto il premier – Credo che i francesi non ci perdonerebbero il fatto di anteporre gli interessi di parte all’avvenire della Nazione”.

Impegno la responsabilità del mio governo sull’insieme del progetto di finanziamento della previdenza sociale“, ha infine annunciato, ufficializzando così il ricorso alla procedura consentita dalla Costituzione.

“A partire da ora, signore e signori deputati, ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità e io mi prendo le mie”, ha affermato ancora Barnier. Il primo ministro aveva precedentemente lodato il lavoro parlamentare che “ha permesso di arricchire il testo del governo”.

“Sta ora a voi, deputati, parlamentari della Nazione, decidere se il nostro Paese si doterà di testi finanziari responsabili, indispensabili e utili ai nostri concittadini. O se ci addentriamo in un territorio sconosciuto”, ha aggiunto.

L’azzardo di Le Pen

Le Pen, tuttavia, potrebbe tentare l’azzardo. Sotto processo per uso improprio di fondi europei (la sentenza è prevista per il 31 marzo) e con velleità di candidarsi alle presidenziali attualmente in programma per il 2027, la politica potrebbe voler “far scattare le elezioni prima della sua eventuale condanna, in modalità quasi trumpiana, per farsi eleggere e ottenere l’immunità presidenziale”, ha spiegato a EuroFocus Jean-Pierre Darnis, professore e direttore del master in Relazioni franco-italiane presso l’Université Côte d’Azur.

Una strategia comunque rischiosa per Rn: votare la sfiducia insieme alla sinistra, in un’alleanza quantomeno inedita, potrebbe esporre il partito all’accusa di aver precipitato il Paese nel caos in un momento di forte instabilità a livello interno, europeo e internazionale.

Ora, se Nouveau Front Populaire terrà fede a quanto minacciato, probabilmente il voto di censura si terrà mercoledì.