Ue-Mercosur, qual è l’accordo che unisce/divide Europa e Sud America

Al G20 di Rio de Janeiro, il futuro del libero scambio tra Europa e Sud America si intreccia con sfide ambientali e agroalimentari
3 giorni fa
3 minuti di lettura
Brazil G20 Lula Vonderleyen Afp
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al G20 di Rio de Janeiro (AFP)

Sullo sfondo del G20, in corso a Rio de Janeiro, il dibattito sull’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Mercosur si conferma uno dei nodi più complessi e strategici per il futuro delle relazioni commerciali transatlantiche. Al centro delle discussioni c’è un’intesa che coinvolge 717 milioni di persone e che, nonostante 25 anni di negoziati, non ha ancora raggiunto la ratifica definitiva. La posta in gioco è alta, tra opportunità economiche, rischi per le filiere produttive europee e preoccupazioni ambientali.

Accordo Ue-Mercosur: cos’è e a che serve

L’accordo Ue-Mercosur punta a creare una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, abbattendo progressivamente le tariffe doganali su beni industriali e agroalimentari: è un trattato economico-commerciale volto a creare una delle più grandi aree di libero scambio al mondo. Da una parte c’è il Mercosur, o Mercado Común del Sur, un blocco regionale formato nel 1991 che comprende Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con Bolivia in fase di adesione, dall’altra, invece, l’Ue con un mercato unico che abbraccia 27 Paesi membri, che rappresenta uno dei principali attori economici globali.

L’accordo Ue-Mercosur è stato inizialmente concepito per facilitare gli scambi commerciali, rimuovendo barriere tariffarie e promuovendo un’integrazione economica più profonda tra i due blocchi.Secondo le linee guida europee, l’intesa prevede la cancellazione del 92% delle tariffe per le importazioni dal Mercosur e del 91% per le esportazioni europee.

Tra i prodotti coinvolti vi sono beni di alta importanza strategica: carne bovina, pollame, zucchero, vini, liquori, macchinari e farmaci. La liberalizzazione commerciale potrebbe rafforzare i flussi economici tra le due aree, aprendo nuove opportunità di mercato per entrambe.

Un aspetto chiave del trattato riguarda la protezione delle indicazioni geografiche europee. L’accordo riconoscerebbe 350 IG nell’area Mercosur, tutelando prodotti di eccellenza come vini, formaggi e altri alimenti tipici del Vecchio Continente. Sul fronte normativo, il documento affronta temi complessi come lo sviluppo sostenibile, il commercio elettronico e la tutela delle pmi, integrando garanzie per promuovere un commercio equo e responsabile.

I punti critici

Nonostante i vantaggi prospettati, l’accordo solleva preoccupazioni significative in Europa, in particolare nel settore agroalimentare. Francia, Italia e altre nazioni denunciano l’assenza di reciprocità tra i sistemi produttivi. Secondo Coldiretti e Filiera Italia, l’intesa, così come formulata, metterebbe a rischio la competitività delle imprese europee, aprendo la strada a una concorrenza sleale. Nel Mercosur, infatti, vigono standard meno rigorosi rispetto a quelli europei per pesticidi, antibiotici e tecniche di produzione. Il Brasile, in particolare, ha quadruplicato l’uso di sostanze chimiche negli ultimi vent’anni, molte delle quali vietate nell’Ue. Inoltre, Coldiretti sottolinea che nel Mercosur è diffuso l’impiego di antibiotici e promotori della crescita negli allevamenti, pratica proibita in Europa dal 2006, con una tracciabilità spesso insufficiente per garantire prodotti “hormone free” destinati al mercato europeo.

Queste disparità normative, secondo le associazioni, non solo penalizzano le imprese europee, che operano con costi più alti per rispettare standard ambientali e sanitari più stringenti, ma rappresentano anche un rischio per la salute dei consumatori europei. A sostegno di questa tesi, si evidenzia che il sistema di allerta rapido dell’Ue (RASFF) ha registrato oltre 200 casi di allarmi alimentari legati a prodotti provenienti dai paesi Mercosur nell’ultimo anno, con contaminazioni da pesticidi, sostanze tossiche e batteri.

Il nodo della sostenibilità

Un tema centrale per sbloccare l’intesa è l’introduzione di un capitolo sullo sviluppo sostenibile (TSD), che includa clausole vincolanti in materia di ambiente, diritti dei lavoratori e lotta al cambiamento climatico. La presidenza brasiliana di Luiz Inácio Lula da Silva, in carica da gennaio 2023, ha rilanciato l’impegno ad affrontare le critiche storiche all’accordo, proponendo misure più rigorose per la tutela dell’ambiente e dei diritti sociali. Tra le priorità del Brasile, figurano la riduzione della deforestazione e l’introduzione di strategie per promuovere un’agricoltura più sostenibile. Tuttavia, l’attuazione di tali misure incontra ostacoli significativi, sia a livello locale sia internazionale.

Paesi come la Francia restano profondamente scettici. Senza garanzie solide su standard produttivi uniformi, il rischio è che il trattato favorisca pratiche insostenibili, vanificando gli sforzi europei per promuovere modelli produttivi responsabili. In particolare, l’aumento delle esportazioni agricole dal Mercosur, incentivato dall’accordo, potrebbe aggravare il fenomeno della deforestazione dell’Amazzonia, che ha già subito perdite drammatiche negli ultimi decenni. Si stima che, se ratificato, l’accordo potrebbe contribuire alla distruzione di ulteriori 1,35 milioni di ettari di foreste, compromettendo uno degli ecosistemi più cruciali per la regolazione del clima globale. Tale dinamica, oltre a compromettere uno degli ecosistemi più preziosi al mondo, si scontrerebbe con gli impegni climatici assunti dall’Ue, rischiando di minare la credibilità europea nel perseguire obiettivi di sostenibilità globale.

Verso una decisione cruciale

Il summit del G20 potrebbe rappresentare un’occasione decisiva per avvicinare le posizioni. La data più probabile per un accordo definitivo è il vertice del 5-6 dicembre a Montevideo, ma il confronto tra leader a Rio potrebbe già delineare i termini chiave del trattato. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha ribadito su X che l’accordo è una “priorità economica e strategica” per l’Ue, sottolineando anche il sostegno europeo all’Alleanza globale contro la fame e la povertà, una delle priorità della presidenza brasiliana.