Soldati nordcoreani in Russia, gli effetti dell’escalation della guerra in Ucraina per l’Europa

La presenza di militari nordcoreani in Russia espande il conflitto ucraino e getta un'ombra sullo scenario internazionale, dalla sicurezza euro-atlantica a quella dell'Asia orientale
2 mesi fa
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Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un (IPA/Fotogramma)

L’annuncio recente di un imminente dispiegamento di circa 12mila soldati nordcoreani in Russia per addestramento, seguito dalle dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, getta una nuova ombra sul conflitto in Ucraina. Questo sviluppo non solo intensifica la crisi in corso ma sottolinea la complessità della rete di alleanze che si estende ben oltre i confini europei, coinvolgendo potenze dell’Asia orientale come la Corea del Nord, la Corea del Sud e l’Unione Europea. L’invio di militari nordcoreani in Russia rappresenta un’importante escalation che, secondo il segretario generale della Nato Mark Rutte, costituisce una grave minaccia alla sicurezza internazionale, rivelando anche il tentativo della Russia di mantenere la sua pressione militare in Ucraina, nonostante le ingenti perdite subite dall’inizio del conflitto.

La reazione dell’Europa e il rafforzamento delle alleanze

Il coinvolgimento della Corea del Nord, sottolineato anche dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, rappresenta un monito per l’Europa. In questo contesto, l’Ue ha intensificato i suoi rapporti di sicurezza con la Corea del Sud, storica rivale della Corea del Nord. La partnership tra l’Unione Europea e la Repubblica di Corea, nata formalmente durante il vertice Ue-Corea del maggio 2023, intende consolidare una cooperazione difensiva e condividere strategie per garantire la stabilità tanto in Europa quanto in Asia orientale. Von der Leyen ha riaffermato il sostegno dell’Ue a Seoul, enfatizzando la necessità di un fronte unito contro le alleanze tra Russia e Corea del Nord.

La Nato e il supporto all’Ucraina

A fronte dell’escalation rappresentata dall’arrivo di militari nordcoreani in Russia, la Nato ha espresso forte preoccupazione, ribadendo l’importanza di continuare a sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa. Il segretario generale Mark Rutte ha dichiarato che l’arrivo di forze nordcoreane in Russia segna una “significativa escalation” nel conflitto e mina la stabilità internazionale. Le dichiarazioni di Rutte, sostenute anche da informazioni dell’intelligence alleata, indicano che l’arrivo di soldati nordcoreani possa costituire un fattore destabilizzante, incrementando la capacità militare russa in una fase in cui le truppe di Mosca hanno subito perdite importanti. La Nato ha sottolineato che la presenza di queste truppe alimenta un conflitto che continua a mettere in pericolo la sicurezza di milioni di persone in Europa e oltre.

Le implicazioni per la sicurezza asiatica e globale

Secondo fonti d’intelligence e rapporti divulgati dalla Fondazione Friedrich Naumann, la Corea del Nord ha incrementato significativamente il suo supporto militare alla Russia sin dal febbraio 2022. Pyongyang avrebbe fornito, oltre ai soldati, anche un ingente quantitativo di armi, stimato tra 1,7 e 5,5 miliardi di dollari. Questo flusso di armamenti include principalmente proiettili di artiglieria e missili a corto raggio, necessari per le operazioni militari russe in Ucraina. La fornitura di armi da parte della Corea del Nord, sebbene non ufficialmente confermata da Pyongyang, è stata documentata da analisti come Olena Guseinova, che ha studiato l’export militare nordcoreano verso Mosca sulla base di rapporti di intelligence e informazioni sulle spedizioni monitorate via satellite. Questi scambi evidenziano una crescente interdipendenza militare tra Pyongyang e Mosca, che si basa anche su concessioni da parte russa, come il supporto tecnologico militare per la Corea del Nord.

Escalation nel conflitto e nuove strategie internazionali

Gli sviluppi recenti portano inevitabilmente a una riflessione sulla posizione dell’Unione Europea e dei suoi alleati rispetto alla guerra in Ucraina. La Nato, così come i leader della Repubblica di Corea, hanno definito l’intervento nordcoreano come un segno di “disperazione” della Russia, il cui esercito, secondo fonti Nato, avrebbe subito tra feriti e morti oltre seicentomila soldati. Tuttavia, il coinvolgimento di truppe straniere, per di più provenienti da un paese sotto sanzioni internazionali come la Corea del Nord, denota una Russia ancora intenzionata a perseguire i suoi obiettivi strategici, anche a costo di un’escalation globale del conflitto. L’intensificazione delle sanzioni e l’implementazione di misure condivise tra Nato, Ue e paesi asiatici rappresentano quindi una risposta quasi inevitabile a un quadro geopolitico sempre più complesso.

La Corea del Nord tra ambizioni internazionali e pressione economica

Le recenti azioni della Corea del Nord mettono in evidenza le aspirazioni del regime di Kim Jong-un di consolidare il proprio ruolo in ambito internazionale, puntando a diventare un partner militare affidabile per la Russia. Nonostante l’isolamento internazionale e le pesanti sanzioni economiche, Pyongyang si dimostra pronta a fornire armi e truppe, riuscendo così ad accrescere il proprio peso specifico nell’arena internazionale. La cooperazione con la Russia offre inoltre a Kim Jong-un l’opportunità di ricevere tecnologia e supporto per il proprio programma nucleare e militare, consentendogli di aggirare le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti.