L’avvocato generale della Corte di giustizia europea, Manuel Campos Sanchez-Bordona, ha chiesto alla Bce di annullare la decisione del 2016 con cui si opponeva all’acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi.
Prima di approfondire la questione, giova sottolineare che il parere dell’avvocato generale della Corte di giustizia europea è un elemento importante nel processo decisionale della Corte, ma non è vincolante.
La questione riguardava la quota di circa il 30% detenuta da Fininvest in Banca Mediolanum, che era stata congelata per la parte eccedente il 9,9% a seguito di una condanna per reati fiscali di Silvio Berlusconi nel 2013. La decisione originale di Francoforte era stata basata sulla mancanza di onorabilità di Berlusconi come detentore di una partecipazione qualificata proprio in seguito alla condanna del 2013. Tuttavia, l’avvocato generale ha espresso parere favorevole per Berlusconi, suggerendo che la sentenza del tribunale del 2022 e la decisione della Bce del 2016 dovrebbero essere annullate.
Il parere dell’avvocato generale della Corte Ue si basa sull’interpretazione delle leggi e dei regolamenti europei riguardanti i requisiti per gli azionisti delle banche. In particolare, Sanchez-Bordona ha ritenuto che la partecipazione storica di Fininvest in Banca Mediolanum, che era precedente all’entrata in vigore delle regole europee, non avrebbe dovuto essere soggetta al controllo della Bce: secondo l’avvocato generale, la Banca centrale non avrebbe dovuto avviare una procedura di autorizzazione per l’acquisizione di una partecipazione qualificata, poiché Fininvest era già un azionista qualificato prima dell’applicazione delle nuove norme.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea dovrebbe emettere una decisione definitiva dopo l’estate.
Il ruolo della Bce
La Bce svolge un ruolo cruciale nella politica monetaria dell’Eurozona essendo responsabile della gestione dell’euro e dell’attuazione della politica economica e monetaria dell’Ue, con l’obiettivo primario di mantenere la stabilità dei prezzi idealmente con un tasso di inflazione non superiore al 2%.
Quando questo non succede, la Bce, come Oltreoceano fa la Fed, deve intervenire con politiche monetarie correttive.
Ma perché la Banca Centrale entra in gioco nel caso Mediolanum-Fininvest? E in che misura?
Oltre al ruolo già visto, l’istituzione con sede a Francoforte ha il compito di sorvegliare le banche dell’Eurozona e di assicurare la sicurezza e la solidità del sistema bancario europeo. Il Trattato sull’Unione Europea (Tue) fissa il principio di indipendenza: la Bce non può sollecitare o accettare istruzioni da altre istituzioni UE, dai governi degli Stati membri o da altri organismi. Questa indipendenza è fondamentale per permettere alla Banca centrale di prendere decisioni basate esclusivamente sull’interesse collettivo dell’Eurozona.
Nel contesto delle decisioni relative alle partecipazioni qualificate nelle banche, come nel caso di Fininvest e Banca Mediolanum, il ruolo della BCE è quello di valutare la conformità con i requisiti normativi, inclusi quelli relativi all’affidabilità degli azionisti. Le decisioni della BCE in questi ambiti possono avere un impatto significativo sugli Stati membri, poiché influenzano direttamente il settore bancario e finanziario all’interno dell’Unione.
Diventano allora fondamentali le dinamiche che si innescano tra Bce, Corte di Giustizia Europea e giurisdizione del singolo Stato membro, che in questo caso è l’Italia.
Gli effetti delle decisioni Bce
Generalmente, le decisioni della Banca Centrale Europea sono vincolanti per gli Stati membri. Tuttavia, le decisioni della Bce possono essere soggette a revisione giudiziaria da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Cjue), l’organo giudiziario supremo dell’Unione.
Nel caso specifico di Fininvest e Banca Mediolanum, se la decisione finale della Cjue dovesse annullare la decisione della Bce, questa diventerebbe vincolante e sostituirebbe la precedente decisione della Bce. In altre parole, la giustizia italiana, in particolare il Tar che ha sospeso il giudizio in attesa dell’esito della Cjue, dovrebbe conformarsi alla decisione della Corte europea.
Se la decisione della Corte Ue accoglierà il parere dell’avvocato generale e sarà favorevole a Fininvest, la giustizia italiana potrebbe dover annullare qualsiasi provvedimento nazionale che fosse stato preso sulla base della decisione originale della Bce. Dunque, la giustizia italiana, dovrebbe prevedere l’annullamento del provvedimento di Banca d’Italia che ordinava la dismissione delle quote eccedenti di Fininvest in Mediolanum.
Inoltre, se la decisione della Cjue dovesse confermare la decisione della Bce, gli eredi di Silvio Berlusconi potrebbero richiedere una nuova autorizzazione a Francoforte per detenere una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, questa volta senza i problemi legati ai requisiti di onorabilità associati a Silvio Berlusconi.
Ora l’attenzione va alla decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la cui decisione definitiva è attesa dopo l’estate.