Sanzioni alla Russia, congelamento dei loro beni dal valore di 200 miliardi da usare come prestito all’Ucraina, una conferenza internazionale per il rimpatrio dei bambini rapiti, critiche all’uso della fame in Medio Oriente come arma di guerra e la sospensione parziale dell’accordo con Israele, almeno per i rapporti commerciali tra il Paese e l’Ue. Questi sono solo alcuni dei punti sui quali la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è soffermata nell’ambito del discorso pronunciato all’Europarlamento sullo stato dell’Unione (Soteu), il quinto della sua carriera e probabilmente il più complicato.
Malumori in aula, aspre polemiche dai partiti principali di maggioranza dell’Ue e per molti, la solita lista della spesa: un discorso che è apparso deludente ad una porzione di Europarlamento ma che aveva toni combattivi e fermi. Scopriamo quindi cosa ha detto la presidente della Commissione a Strasburgo.
Una pace per l’indipendenza dell’Europa
“L’Europa è in guerra per assicurare un continente integro che viva in Pace”, inizia così il discorso della presidente Ursula von der Leyen, il primo sullo stato dell’Unione europea nell’ambito del nuovo mandato. Un discorso di coraggio e forza, quando ribadisce con perseveranza il proprio impegno nel combattere al fianco dell’Ucraina e riconoscere lo Stato palestinese.
Sul fronte russo-ucraino, la presidente ha ribadito il proprio impegno nella costruzione del 19esimo pacchetto di sanzioni. Inoltre, sul congelamento dei beni russi si è parlato di 200 miliardi da investire nella ricostruzione dell’Ucraina, come prestito a Kiev, in attesa che la Russia paghi i danni arrecati. Al fianco dell’Ucraina, anche per la costruzione di droni, gli stessi grazie ai quali la Russia non ha ancora vinto la guerra e gli stessi che la Russia ha usato oggi per entrare oltre i confini della Polonia, prima dell’esercitazione che si tiene ogni quattro anni e con la quale Mosca mostra i propri poteri al confine orientale dell’Europa. Un evento per il quale la presidente von der Leyen ha espresso la propria solidarietà ai Paesi, dal Mar Nero al Baltico.
Occhi su Gaza
Per quello che riguarda il Medio Oriente arriva chiaro il messaggio della presidente: siamo al fianco della civiltà israeliana, sconvolta dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, ma non possiamo tollerare “la fame come arma di guerra”, quella che da mesi, ormai, sconvolge i cittadini palestinesi e che sta quasi causando più morti delle armi.
“La carestia provocata dall’uomo non deve essere usata come arma di guerra. Si deve porre fine a queste atrocità – ha spiegato la presidente che sulle azioni da intraprendere ha chiarito -: proporremo la sospensione parziale dell’accordo di associazione sulle questioni commerciali d’Israele, ma non ci sarà mai posto per Hamas, né ora e né mai. Il nostro obiettivo è garantire sicurezza a Israele, ma un presente e un futuro per i palestinesi. Questo presuppone il rilascio degli ostaggi, l’accesso degli aiuti, un cessate il fuoco. La soluzione dei due Stati (Israele, Palestina, ndr) è l’unico traguardo possibile”.

Sicurezza e Difesa
La Nato resterà fondamentale per la sicurezza europea, ma serviranno progressi ulteriori per garantire l’indipendenza dell’Unione europea in tema di sicurezza e difesa. Per farlo, la presidente von der Leyen ha parlato di “Readiness 2030”, un pacchetto finanziario di emergenza al quale attingere in caso di necessità. “Dal Mar Baltico al Mar Nero dobbiamo investire per sostenere i Paesi del fronte orientale dell’Europa – ha affermato -: dotare l’Ue di mezzi strategici, sorveglianza spaziale in tempo reale, rispondere all’appello degli amici baltici e costruire un muro di droni per il fondamento di una difesa credibile”. Una capacità europea mantenuta congiuntamente che non dia adito a dubbi sulle intenzioni: “L’Ue difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio”, ha aggiunto con forza. E per farlo, avvierà una tabella di marcia chiara fissando obiettivi precisi e “creeremo un semestre europeo della difesa entro il 2030”.
Competitività europea
Il tema della competitività europea nei vari settori commerciali e della ricerca scientifica è uno dei noti più cari alla presidente della Commissione, la quale ha ribadito che per essere autonomi, l’Ue deve puntare sull’annullare le proprie dipendenze da altri Paesi, ma creare valore personale. Per rimuovere gli ostacoli che intralciano il mercato unico la Commissione Europea prepara un’altra “roadmap”, dopo i rapporti Draghi e Letta, con orizzonte 2028: “Come sottolineato dal rapporto Letta – ha dichiarato – il mercato unico rimane incompleto, soprattutto in tre settori: finanza, energia e telecomunicazioni. Abbiamo bisogno di scadenze politiche chiare. Per questo motivo presenteremo una tabella di marcia per il mercato unico fino al 2028. Su capitali, servizi, energia, telecomunicazioni, il 28esimo regime e la quinta libertà per la conoscenza e l’innovazione”.
Un’Europa “green”
Oltre il 70% dell’energia prodotta nell’Unione europea è energia “pulita”. Von der Leyen ha citato l’Accordi di Parigi, gli obiettivi per il 2040, la necessità di ridurre la combustione di combustibili fossili e il bisogno di elettrificare i settori produttivi europei: “L’Ue deve tutelare le sue industrie nella decarbonizzazione”, il riferimento poco dopo al settore dell’automotive e alle prospettive di renderlo totalmente green le è costato qualche interruzione e qualche fischio. La presidente ha parlato della volontà di realizzare una “E-Car” che sia “europea, economica, elettrica”.
Lavoro e Ricerca
Posti di lavoro di qualità: “una questione di giustizia sociale”. È questo un altro dei temi affrontati dalla presidente, la quale intende varare una serie di pacchetti sull’accessibilità economica e sul costo della vita, garantire entro il 2050 l’eradicazione della povertà e, soprattutto, di quella infantile. Così come un “Piano per alloggi accessibili” che “sarà uno sforzo europeo, ma radicato nelle comunità locali” pertanto “convocheremo il primo vertice dell’Ue sugli alloggi”.

Rapporti extra-Ue: Stati Uniti e Mercosur
“Ho sentito tanti commenti sull’accordo sui dazi e capisco le reazioni iniziali”, ha spiegato la presidente che ha concluso in Scozia, durante l’estate, un accordo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardante le tariffe da imporre all’import-export. Un accordo che von der Leyen ha definito “il migliore possibile” e grazie al quale “abbiamo conferito alle nostre imprese un vantaggio perché alcuni nostri concorrenti hanno dazi maggiori”. Ma sui rapporti tesi che ci sono nell’ambito della regolamentazione ambientale o sul digitale, accusata dagli Stati Uniti di essere troppo stringente, la presidente ha aggiunto: “L’Europa stabilirà sempre le proprie regole”.
E poi la parola chiave in tema di accordi con Paesi extra europei è “diversificazione”. Non più una concentrazione di scambi commerciali solo con i soliti partner, ma accordi con “il Messico o il Mercosur o con l’India, con la quale concluderemo un accordo che arriverà entro la fine dell’anno: stiamo puntando a diversificare i partenariati, solo così riduciamo le dipendenze e rafforziamo l’economia. Noi dobbiamo sviluppare rapporti commerciali con il mondo”.
Salute e disinformazione
Il mondo è “sull’orlo” di un’altra “crisi sanitaria globale”, dopo quella provocata dal coronavirus Sars-CoV-2, a causa della “disinformazione” che provoca la diminuzione della popolazione vaccinata contro malattie gravi, come la poliomielite e il morbillo. Von der Leyen, che è medico, non ha menzionato esplicitamente i vaccini, ma ha fatto un riferimento a questi farmaci, citando la poliomielite e il morbillo. La presidente si è detta “sconvolta dalla disinformazione che minaccia il progresso globale su tutto, dal morbillo alla poliomielite. Ed è per questo che oggi posso annunciare che l’Ue guiderà una nuova Iniziativa per la resilienza sanitaria globale. Perché il mondo guarda all’Europa. E l’Europa è pronta a guidare”.
Le narrative no vax sono diffuse in varie parti del mondo, non solo nell’Occidente. In alcuni Paesi dell’Asia Centrale i programmi di vaccinazione vengono considerati alla stregua di un complotto occidentale, una convinzione diffusa in particolar modo nel Pakistan, da quando nel 2011 la Cia utilizzò un programma di vaccinazione contro l’epatite per localizzare e uccidere Osama bin Laden. Negli Usa, e anche in Europa, i tassi di vaccinazione contro il morbillo sono calati in molti Stati, principalmente a causa di teorie cospirazioniste secondo le quali il vaccino sarebbe più pericoloso della malattia, che può essere mortale. Nel 2023, secondo ‘The Lancet’, oltre 107mila persone sono morte a causa del morbillo e delle relative complicanze, che possono essere molto gravi.
Il ruolo dei media
“La disinformazione e manipolazione rodono la democrazia”, ha chiarito la presidente la quale ha annunciato la realizzazione di un centro per la resilienza dei media liberi, con fondi e finanziamenti dedicati, a tutela anche dello Stato di diritto. “In molti Stati l’informazione è in crisi: i cittadini informati che possono fidarsi di ciò che leggono e ascoltano possono operare al meglio, monitorare la corruzione e le pratiche sleali dei propri governi. Il primo passo della strategia di un autocrate è sempre quello di neutralizzare i media indipendenti, dobbiamo fare di più per proteggerli. Un programma che sosterrà il giornalismo indipendente necessiterà di finanziamenti: nel prossimo bilancio aumenteremo i fondi destinati ai media. Una stampa libera è il fondamento di qualsiasi democrazia”.
E contro le big tech che operano usando algoritmi si è rivolta così: “Come madre di sette figli e nonna di quattro nipoti mi immedesimo nell’ansia che nutrono i genitori riguardo i social e internet. A crescere i nostri figli devono essere i genitori e non gli algoritmi. Potremmo adottare lo stesso progetto australiano – relativo, cioè, al divieto dei social media sotto i 16 anni – e mi affiderò ai migliori esperti per capire come affrontare il problema in Europa”.
Immigrazione
Infine, il nodo dell’immigrazione: “Non è accettabile che solo il 20% delle persone che non ha il diritto di restare lasci l’Europa. Non possiamo perdere altro tempo. Il Patto su migrazione e asilo deve essere attuato nella sua totalità quando entrerà in vigore: è autorevole, ma giusto. L’Europa è la nostra casa, siamo noi a decidere chi entra e a quali condizioni, non gli scafisti e i trafficanti. Dobbiamo distruggere il loro modello di attività sono ancora troppe per persone che muoiono lungo il percorso per entrare nell’Unione europea. Ci serve un nuovo regime sanzionatorio per privare dei loro profitti i trafficanti: nessuno scafista o trafficante di umani deve restare impunito in Europa”.
Al termine del discorso è arrivato un applauso, durato circa 30 secondi. La capogruppo socialista, Iratxe Garcia Perez, ha applaudito rimanendo seduta, come molti colleghi del gruppo, mentre molti eurodeputati del Ppe e i membri del collegio dei commissari si sono alzati in piedi.