Torna Zapad 2025, cos’è l’esercitazione russa che preoccupa la Nato

Il commissario europeo Kubilius: "Unità e deterrenza credibili sono essenziali per impedire a Russia e Bielorussia di mettere alla prova i nostri confini"
1 giorno fa
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Il commissario europeo per Difesa e Spazio, Andrius Kubilius, al Forum Ambrosetti a Cernobbio (Ipa/Fotogramma)
Il commissario europeo per Difesa e Spazio, Andrius Kubilius, al Forum Ambrosetti a Cernobbio (Ipa/Fotogramma)

A partire da questo weekend, i confini orientali dell’Unione europea e della Nato saranno al centro dell’attenzione globale con lo svolgimento di “Zapad 2025“. Queste esercitazioni militari congiunte tra Russia e Bielorussia, eredi di una tradizione che affonda le radici nel 1999, rappresentano un momento di alta tensione e vigilanza per l’Occidente.

“L’unità e una deterrenza credibile sono essenziali per impedire a Russia e Bielorussia di mettere alla prova i nostri confini – ha scritto su X Andrius Kubilius, commissario europeo per la Difesa e lo Spazio -. L’Ue sosterrà gli Stati membri nel rafforzamento della difesa, nello sviluppo di progetti come lo Scudo di difesa del confine orientale e nella protezione dell’Unione stessa”. Ma quali rischi comportano tali esercitazioni e come i Paesi confinanti si stiano attrezzando per evitare un’escalation?

Zapad 2025, cos’è l’esercitazione militare russa

“Zapad” (che in russo significa “Ovest”) è il nome in codice di una serie di esercitazioni militari congiunte tra truppe russe e bielorusse. Formalmente presentate come manovre difensive, le edizioni passate hanno simulato scenari aggressivi, come un attacco nucleare a Varsavia nel 2009. Zapad 2021 è stata ritenuta da diversi esperti militari, tra cui il generale Mark Milley, Capo di Stato Maggiore dell’esercito americano, una “prova generale dell’invasione dell’Ucraina”. L’edizione 2023 non si è svolta a causa del conflitto russo-ucraino. Le manovre militari si tengono ogni quattro anni.

Quella del 2025 è prevista già alla fine di questa settimana, con alcune manovre che si terranno dal 12 al 16 settembre. I piani iniziali indicano un coinvolgimento di circa 13 mila militari, ma alcune agenzie di intelligence europee sospettano che il numero possa essere significativamente maggiore, con previsioni dell’intelligence militare lituana che parlano anche di 20 o 30 mila soldati schierati al confine. Inoltre, l’edizione di quest’anno prevede la pianificazione dell’impiego di sistemi missilistici “Oreshnik” con capacità nucleare. Gli scenari sviluppati in queste esercitazioni sono spesso considerati un’indicazione del tipo di guerra che la Russia sta preparando contro l’Occidente.

Il rischio di escalation

Oltre alle operazioni militari convenzionali, esiste un elevato rischio di escalation tramite tattiche di guerra ibrida. Negli ultimi mesi, ai confini delle repubbliche baltiche, sono stati attribuiti a Russia e Bielorussia vari eventi come danneggiamenti di infrastrutture di sicurezza, sconfinamenti di spie travestite da escursionisti, droni e palloni aerostatici, e l’utilizzo di migranti dal Medio Oriente per creare tensioni ai confini dell’Ue.

Le esercitazioni interesseranno diverse aree chiave, inclusi i distretti militari russi di Mosca e Leningrado, l’exclave di Kaliningrad, la regione artica, il Mar Baltico e il Mar di Barents, e la Bielorussia. Alcune manovre si svolgeranno a poche decine di chilometri dai confini di Polonia e Lituania, con truppe posizionate su entrambi i lati del Corridoio di Suwałki. Questo corridoio, un’area scarsamente popolata tra Lituania e Polonia, è considerato una debolezza strategica della Nato, poiché la sua occupazione taglierebbe i rifornimenti terrestri alle repubbliche baltiche.

Durante esercitazioni su larga scala, quando le armi sono pronte, può essere difficile, inoltre, distinguere una simulazione da un’azione militare reale. Questo aumenta il rischio che “segnali coincidenti” vengano interpretati come un vero attacco ai Paesi Nato. Nonostante il blocco Atlantico non ravvisi una minaccia militare immediata, la vigilanza rimane massima.

Come si stanno preparando i Paesi Nato confinanti

I Paesi Nato confinanti con Russia e Bielorussia stanno affrontando Zapad 2025 con la massima serietà, rafforzando le proprie difese e conducendo una serie di esercitazioni di risposta.

La Lituania, ad esempio, ha edificato un muro lungo quasi 700 chilometri al confine con la Bielorussia, chiudendo progressivamente tutti i valichi, eccetto due sottoposti a controlli severi. La frontiera è pattugliata ventiquattr’ore su ventiquattro con uomini e mezzi. Il governo lituano e il comune di Vilnius hanno anche reso noto un piano di evacuazione della Capitale, che si trova a trenta chilometri dal confine bielorusso, in caso di “eventi esterni” o invasione.

La contro-esercitazione Nato in risposta a Zapad 25 è la Tarassis 25 che coinvolgerà 10 Paesi del Nord Europa. La Lituania terrà la propria esercitazione di difesa nazionale, Thunder Strike. E la Polonia sta conducendo l’esercitazione Iron Defender-25, con la partecipazione di 30.000 soldati, ribadendo una risposta adeguata alle manovre di Zapad. In Lettonia, a Camp Ādazi, si svolge l’esercitazione Crystal Arrow.

Cosa rappresenterà Zapad 2025 per la Nato

Zapad 2025 si inserisce in un contesto geopolitico estremamente teso, rappresentando un momento cruciale per la valutazione delle capacità militari russe e per la dimostrazione della prontezza della Nato. Zapad fornirà un’opportunità per valutare il livello di preparazione dell’esercito russo tre anni dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Nonostante la guerra abbia comportato costi elevati in termini di vittime e equipaggiamenti, ha anche stimolato l’economia bellica russa.

E anche se il numero di soldati previsto per Zapad 2025 non sarebbe sufficiente per attaccare un membro della Nato, le esercitazioni saranno comunque attentamente monitorate per indizi su future offensive. Questa serie di esercitazioni militari farà da barometro delle intenzioni e delle capacità russe, e sottoporranno gli alleati a un test per la coesione e la prontezza difensiva della Nato e dell’Europa sul suo fianco orientale.