Il futuro dell’Ucraina, la stabilità europea e la delicata questione dell’indipendenza energetica sono stati al centro delle recenti dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto in videoconferenza al Forum Ambrosetti, a Cernobbio. Le sue parole, dense di urgenza e determinazione, si intrecciano con le sfide che l’Unione europea sta affrontando, chiamando in causa direttamente alcuni dei suoi Stati membri.
“Ci sono 45 Paesi nella Coalizione dei Volenterosi, e 26 di questi paesi sono pronti a garantire un supporto reale alla sicurezza dell’Ucraina – ha spiegato il presidente ucraino a Cernobbio e ieri ospite all’Eliseo a Parigi insieme ai leader della Coalizione -. E questo è un grande cambiamento, una grande svolta, sono Paesi forti e l’Italia naturalmente ne fa parte”.
Un piano militare “a livello terrestre, marittimo e aereo”
Dopo la riunione che si è tenuta ieri nella Capitale francese, con il presidente Emmanuel Macron, il leader britannico Keir Starmer e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i rappresentati statunitensi e Nato, Volodymyr Zelensky ha anticipato quanto emerso dall’incontro: “Anche se la Russia sta cercando di portare avanti questa guerra, stiamo costruendo un sistema di sicurezza: naturalmente non posso condividere tutti i dettagli, ci sono dati sensibili di natura militare, ma ci stiamo preparando a livello terrestre, marittimo e aereo, lavorando con un piano che consentirà di fermare la Russia, farà sì che la Russia abbia meno possibilità di continuare con questa guerra”.
Un segnale di solidarietà significativo ribadito anche in una conversazione con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, nella quale Zelensky ha enfatizzato la necessità di accelerare le garanzie di sicurezza e rafforzare la difesa aerea con il supporto americano. “Ho avuto una conversazione molto approfondita con il segretario generale della Nato, Mark Rutte – scrive su X il leader ucraino -. È importante procedere più rapidamente sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, essere il più produttivi possibile insieme all’America e rafforzare la nostra difesa aerea”.
Un accordo con la Russia è possibile?
Ma un accordo con la Russia è possibile? Per la maggior parte dei capi di Stato e di governo coinvolti la diplomazia resta la strada da intraprendere: la speranza è un cessate il fuoco e un accordo di pace quanto prima tra Mosca e Kiev. Ma, secondo Zelensky, “nessuno si fida dei russi, dobbiamo porre fine a questa guerra e dobbiamo fare pressione su Putin affinché ponga fine al conflitto”. Come? “Abbiamo bisogno dell’Europa, degli Stati uniti e dei paesi del sud globale. L’Ucraina sarà forte nel momento in cui ci avvicineremo alla pace. Noi siamo naturalmente disposti a qualunque tipo di incontro con Putin, ma non crediamo che Putin sia veramente pronto a porre fine al conflitto. Sono soltanto parole e nessuno si fida delle sue parole”. “Vorrei semplicemente – ha concluso – che ci fosse la pace, per i nostri figli, per i nostri bambini. Vogliamo avere le nostre case, il nostro paese”.
L’indipendenza energetica
Un altro pilastro fondamentale per il futuro dell’Ucraina e, di riflesso, dell’Europa, è l’indipendenza energetica. Zelensky ha dichiarato che “l’indipendenza energetica dalla Russia è fondamentale per rafforzare le relazioni con gli Stati Uniti”. Riferendo del collegamento con il presidente americano Donald Trump durante il vertice a Parigi della Coalizione dei Volenterosi, Zelensky ha detto che il presidente americano “si aspetta un miglior coordinamento tra l’Europa e gli Stati Uniti, e allo stesso tempo si è mostrato deluso da alcuni paesi europei, in particolare Ungheria e Slovacchia, che continuano a comprare il petrolio russo”.
Questo, secondo il presidente ucraino, significherebbe aiutare a finanziare “la macchina da guerra della Russia”. Ma, secondo Zelensky, la strada da percorrere è quella di tagliare i redditi russi provenienti dalle esportazioni di prodotti del settore energetico: “Meno vende petrolio meno potrà spendere per gli armamenti“, ha sottolineato, preannunciando che l’Ucraina avrà una riunione con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e con il primo ministro della Slovacchia: “parleremo di questi punti, ed è importante – ha infine aggiunto – che il primo ministro Orbán (presidente ungherese, ndr) senta i segnali che provengono dagli Stati Uniti direttamente dal presidente Trump”.
Mosca: apertura al dialogo, ma trattative in stallo
Il presidente russo Vladimir Putin apprezza gli sforzi del leader statunitense Donald Trump per la pace e il suo approccio costruttivo in generale, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista alla Tass, aggiungendo tuttavia che i colloqui tra i due leader non sono facili, poiché entrambi difendono fermamente i propri interessi nazionali e sottolineando che Putin ha invitato Zelensky a Mosca “per parlare, non per arrendersi”.
“Putin – ha ribadito Peskov – ha detto che c’è luce alla fine del tunnel”. La Russia, ha osservato, è pronta a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina con mezzi pacifici, ma se ciò si rivelasse impossibile, l’operazione militare speciale continuerà, mentre, riguardo a un nuovo colloquio con Trump, “non ci sono ancora sviluppi”. I colloqui tra i due presidenti, ha aggiunto Peskov, sono difficili perché ognuno difende gli interessi del proprio Paese. “Sono conversazioni difficili. Ognuno difende gli interessi nazionali. Ma Putin è grato a Trump per il suo approccio, i suoi sforzi e la natura costruttiva della loro relazione”.