“Certo che l’Europa dovrebbe, ovviamente”, essere coinvolta nei negoziati insieme a Stati Uniti, Russia e Ucraina. Lo ha detto, parlando ai giornalisti a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco al via oggi, il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance.
L’affermazione non è così ovvia come sembra dalle parole di Vance, che vanno a toccare un timore che ha attraversato l’Europa nelle ultime settimane e ancor più negli ultimi giorni: la possibile esclusione dell’Unione ai colloqui per porre fine alla guerra in Ucraina, col conseguente rischio di subire un accordo di pace potenzialmente troppo favorevole alla Russia e a sfavore della sicurezza europea, con l’aggravante del possibile disimpegno americano dalla difesa del Continente.
I timori europei di essere marginalizzati
Un timore cresciuto esponenzialmente dopo la telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin avvenuta questa settimana, durante la quale il primo ha espresso sostegno per un cessate il fuoco immediato e per una soluzione pacifica e il secondo ha sottolineato la necessità di affrontare le cause profonde del conflitto. Il tutto, senza nessun coinvolgimento del blocco.
In generale, Trump non ha certamente calmato le ansie europee annunciando “un incontro a Monaco. La Russia ci sarà con la nostra gente. A proposito, anche l’Ucraina è invitata. Non sono sicuro esattamente di chi ci sarà da ogni Paese, ma ci saranno persone di alto livello dalla Russia, dall’Ucraina e dagli Stati Uniti“.
Si tratta di affermazioni che contrastano con le informazioni pubblicamente disponibili sulla Conferenza e col fatto che la Russia non sia stata ufficialmente invitata, ma soprattutto confermano la paura dell’Ue di essere marginalizzata dal presidente Usa, che, ricordiamo, non ha invitato nessuno dei vertici o dei leader europei al suo insediamento alla Casa Bianca il 20 gennaio scorso (unica eccezione Giorgia Meloni) e ha tardato tre settimane ad avviare contatti formali col blocco. Vance si è incontrato con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e con la capa della diplomazia Ue Kaja Kallas solo il 12 febbraio in occasione del Summit parigino sull’intelligenza artificiale.
Vance: “Sanzioni o azioni militari se Putin non garantisce indipendenza Kiev”
Vance in questi giorni ha detto altre cose sorprendenti. In un’intervista al Wall Street Journal ha sottolineato che “ci sono strumenti economici per fare leva, ci sono certamente strumenti militari” a cui gli Stati Uniti potrebbero fare ricorso contro Putin se non negozierà in buona fede un accordo di pace con l’Ucraina che garantisca l’indipendenza di Kiev sul lungo periodo. L’Ucraina deve avere “indipendenza sovrana”, ha aggiunto.
Secondo il vicepresidente, l’approccio di Trump sarà di mettere tutto sul tavolo e dire “facciamo un accordo”. Un accordo che, ha precisato, “sconvolgerà molte persone”.
La Russia, non presente alla Conferenza, non è rimasta in silenzio. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato le dichiarazioni di Vance definendole “nuovi elementi della posizione di Washington“, e sottolineando di non aver mai sentito formulazioni simili in precedenza. Peskov ha aggiunto che, durante i contatti futuri, si aspettano ulteriori spiegazioni da parte degli Stati Uniti, a causa della novità e dell’inedita formulazione delle dichiarazioni del vicepresidente.
Nel suo intervento alla Conferenza di Monaco Vence ha comunque affermato: “Potremo arrivare a un accordo ragionevole tra Russia e Ucraina”.
Zelensky: “Pronto a qualsiasi incontro, ma non a firmare qualsiasi cosa”
Quanto alla diretta interessata, il presidente Volodymyr Zelensky al suo arrivo alla Conferenza sulla sicurezza ha sottolineato che i colloqui avuti sinora con Trump “non sono assolutamente sufficienti per formare un piano” per la pace in Ucraina”.
“Sono qui, sono a Monaco. Sono pronto a qualsiasi incontro, ma non a firmare qualsiasi cosa“. “Non mi importa chi chiama Trump, ma come finirà la guerra”, ha aggiunto Zelensky.
Nel frattempo, Zelensky ha respinto la richiesta presentata dagli Stati Uniti di ottenere da Kiev oltre il 50% delle risorse minerarie come contropartita per mantenere il sostegno al Paese invaso. Secondo il Washington Post l’Ucraina starebbe lavorando a una bozza di accordo per garantire comunque agli Stati Uniti un accesso prioritario alle proprie riserve di terre rare abbinato però a garanzie di sicurezza.
Von der Leyen: “Il futuro dell’Ucraina è anche il futuro dell’Europa
Alla Conferenza ha partecipato oggi anche von der Lyen, la quale, a margine degli interventi, ha sottolineato che “il popolo ucraino, come noi, ha il massimo interesse a vedere una pace giusta e duratura. Questo è particolarmente vero se i Paesi europei devono garantire la sicurezza e assumersi la responsabilità della ricostruzione. Il futuro dell’Ucraina è anche il futuro dell’Europa“. Sottotesto: l’Ue non può essere esclusa dai negoziati.
Se le parole di Vance fanno pensare che così non sarà, il vicepresidente comunque non ha lesinato critiche al blocco, accusandolo di allontanarsi “da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”, e di schiacciare la libertà di parola (“è in ritirata”). Piuttosto, ha sostenuto il vice di Trump, l’Europa dovrebbe fermare l’immigrazione di massa e frenare le politiche progressiste.