“Non ci sono piani immediati” di espandere la presenza militare degli Stati Uniti in Groenlandia, ma la Danimarca – e gli alleati europei – “non sono stati al passo” con Cina e Russia per garantire la sicurezza dell’isola artica. A partire dalle spese militari. Come previsto, il vicepresidente Usa JD Vance, atterrato ieri insieme alla moglie alla base militare statunitense di Pituffik per una visita molto controversa, è partito all’attacco.
“Il nostro messaggio alla Danimarca è molto semplice”, ha precisato Vance dalla base situata nella parte nord-occidentale dell’isola, territorio semi-autonomo appartenente al Regno danese: “Non avete fatto un buon lavoro con la popolazione della Groenlandia. Non avete investito in modo adeguato nella popolazione e nell’architettura di sicurezza di questa incredibile, bellissima terraferma piena di persone incredibili. Questo deve cambiare, e poiché non è cambiato, ecco perché la politica del Presidente Trump in Groenlandia è quella che è”.
“Troppo spesso i nostri alleati in Europa non sono stati al passo. Non sono stati al passo con la spesa militare – ha denunciato Vance – E la Danimarca non è stata al passo nel dedicare le risorse necessarie per mantenere questa base, per mantenere le nostre truppe e, a mio avviso, per mantenere il popolo della Groenlandia al sicuro da molte incursioni molto aggressive da parte di Russia, Cina e altre nazioni“.
“Dobbiamo svegliarci”, ha esortato: “Non possiamo nascondere la testa nella sabbia, o in questo caso nella neve, e fingere che i cinesi non siano interessati a questa regione”.
“Troveremo un accordo con i groenlandesi”
“Quello che pensiamo accadrà è che i groenlandesi sceglieranno, attraverso l’autodeterminazione, di diventare indipendenti dalla Danimarca” e a quel punto “parleremo” con la popolazione, ha aggiunto Vance.
“Penso che sia prematuro parlare di qualcosa di troppo lontano nel tempo. Non pensiamo che la forza militare sarà mai necessaria“, ha proseguito Vance, sottolineando che gli abitanti della Groenlandia sono “razionali e buoni, pensiamo che saremo in grado di concludere un accordo“.
Tuttavia, secondo un recente sondaggio riportato da Reuters solo il 6% dei groenlandesi è favorevole all’annessione agli Stati Uniti.
Trump: “Groenlandia ci serve per la pace mondiale”
Nelle stesse ore anche Trump ha ribadito la rilevanza dell’isola artica, spiegando le mire statunitensi come una questione di pace ‘mondiale’: “Navi cinesi e russe sono dappertutto, noi non possiamo pensare che la Danimarca si occupi della situazione. Non parliamo di pace per gli Usa, parliamo di pace mondiale e sicurezza internazionale. Ci sono navi da guerra dappertutto, non possiamo lasciare che accada: dobbiamo proteggere il nostro paese e il mondo. La Groenlandia è molto importante per la pace mondiale, penso che la Danimarca e l’Unione Europea lo capiscano”, ha aggiunto il presidente Usa.
“Andiamo d’accordo con la Groenlandia e con la Danimarca, che fa molti affari negli Stati Uniti. Noi dobbiamo avere la Groenlandia, per questioni di sicurezza internazionale, è molto importante”, ha concluso Trump.
La Danimarca: “Non apprezziamo il tono di Vance”
Il discorso di Vance non è piaciuto alla Danimarca, come ha chiarito il ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen in un video in inglese su X: “Siamo aperti alle critiche, ma, ad essere onesti, non apprezziamo il tono con cui sono state fatte”. E ha aggiunto: “Non è questo il modo di rivolgersi a degli alleati stretti, e io considero ancora la Danimarca e gli Stati Uniti degli alleati stretti”.
D’altra parte la Danimarca era già arrivata da sola alla conclusione di dover aumentare l’impegno nell’isola artica: ai primi di gennaio, Copenaghen ha varato un piano da 1,5 miliardi di dollari, un investimento record per il Paese grazie al quale, tra le altre cose, potrà acquistare due navi per controllare la Groenlandia, due droni ultramoderni a lungo raggio e due team per slitte di cani. “Per molti anni non abbiamo investito nell’Artico, ora pianifichiamo una presenza più massiccia“, aveva spiegato in quell’occasione il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen.
Il nuovo premier della Groenlandia: “La visita non mostra rispetto per un alleato”
Intanto l’isola ha un nuovo governo, dopo le elezioni dell’11 marzo: ieri è stato annunciato l’accordo di coalizione tra quattro dei cinque partiti presenti nel Parlamento, un accordo accelerato proprio dalla visita di Vance. Il neopremier Jens-Frederik Nielsen ha commentato: “La situazione in cui si viene in visita quando non c’è un governo in carica, insistiamo, non mostra rispetto per un alleato”. “È un peccato, ma ora abbiamo un governo che deve mettersi al lavoro,” ha aggiunto.
Nielsen ha poi sottolineato che la priorità dell’esecutivo sarà affrontare una “situazione di politica estera che richiede azione, ed è la prima cosa che vogliamo risolvere”. Pur definendo la Danimarca l’alleato più stretto della Groenlandia, ha poi precisato: “Ed è proprio lì che sta il problema”. “Abbiamo bisogno di dialogo con tutti – senza dialogo non risolveremo nulla,” ha spiegato.
“È molto importante che mettiamo da parte i nostri disaccordi e le nostre differenze… perché solo così saremo in grado di far fronte alla forte pressione a cui siamo esposti dall’esterno”, ha concluso.
Anche il re di Danimarca, Frederik X, è intervenuto, riconoscendo che sono in corso cambiamenti nel clima geopolitico attorno alla Groenlandia: “Viviamo in una realtà cambiata. Ma non deve esserci alcun dubbio sul mio amore per la Groenlandia e sul mio legame con il popolo groenlandese”.