Dalla notte dei droni alla diplomazia: come cambia la pressione internazionale su Mosca

Il maxi attacco russo rafforza la richiesta ucraina di difese aeree e nuove sanzioni
1 giorno fa
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Kiev Fumo Palazzo Governo Afp
Kiev, fumo sul palazzo del governo dopo l'attacco russo (Afp)

L’8 settembre l’Ucraina si ritrova a fare i conti con le conseguenze di quella che viene definita la più vasta offensiva aerea dall’inizio della guerra. Tra la notte del 6 e il 7 settembre la Russia ha lanciato 805 droni e 13 missili, travolgendo il sistema difensivo ucraino, che pure rivendica l’abbattimento della maggior parte degli ordigni. A Kiev il palazzo del Consiglio dei Ministri è stato colpito per la prima volta: tetto e piani superiori sono stati danneggiati, un incendio ha impegnato per ore i vigili del fuoco e i soccorritori hanno dovuto evacuare parte dell’edificio. Il simbolo del governo al centro della capitale è diventato improvvisamente il bersaglio più evidente, segno che Mosca non si limita più a colpire infrastrutture energetiche o militari, ma vuole anche mettere in discussione la continuità istituzionale.

Al tempo stesso, i quartieri residenziali hanno pagato un prezzo alto: a Kiev un palazzo di otto piani è parzialmente crollato dopo essere stato centrato da un drone, causando la morte di due persone, tra cui un bambino. Almeno quattro morti e oltre quaranta feriti sono stati registrati in varie città, secondo i dati diffusi dalle autorità. Odessa, Zaporizhzhia, Kryvyj Rih e Kremenchuk hanno subito danni estesi, con scuole, case e magazzini ridotti in macerie. L’ampiezza geografica dell’attacco ha segnato una novità: non un’azione concentrata, ma una dimostrazione di forza simultanea, capace di portare la guerra nelle case di centinaia di migliaia di cittadini ucraini in diverse regioni.

La notte dell’attacco

La cronaca della notte mostra un’operazione militare che ha superato di gran lunga la soglia degli attacchi precedenti. L’Ucraina parla di 805 droni e 13 missili, fra cui quattro balistici, lanciati in poche ore. Le difese aeree hanno intercettato circa 751 droni, un risultato significativo ma non sufficiente a impedire l’impatto. Secondo il presidente Zelensky, alcuni velivoli sono entrati nello spazio aereo dal confine bielorusso, elemento che aggiunge una variabile delicata al quadro militare. I danni si sono distribuiti in molteplici aree urbane: a Zaporizhzhia più di venti edifici residenziali sono stati danneggiati, insieme a un asilo, mentre a Kryvyj Rih gli incendi hanno distrutto depositi industriali. Nella regione di Sumy una persona è rimasta uccisa a Safonivka, mentre a Černihiv un’altra vittima è stata confermata dalle autorità locali. Odessa ha visto un grattacielo residenziale centrato da un missile, con decine di famiglie evacuate. La capitale ha pagato il prezzo più alto, non solo per le vittime e i feriti, ma per il colpo al cuore del potere politico.

La premier Yulia Svyrydenko ha parlato di “attacco nemico” e ha chiesto un aumento delle sanzioni contro petrolio e gas russi. La tempistica e la scala fanno emergere l’intenzione russa di mettere alla prova la resilienza militare e civile dell’Ucraina: un bombardamento simultaneo che ha coinvolto infrastrutture governative, siti industriali e abitazioni, con un messaggio diretto al governo e alla popolazione. Il risultato è stato una combinazione di vittime civili, distruzioni materiali e un impatto psicologico che si aggiunge all’erosione delle difese energetiche e logistiche.

Kiev chiede più difese e nuove pressioni internazionali

Il giorno successivo, le autorità ucraine hanno reagito rilanciando la necessità di un sostegno internazionale più incisivo. La premier Svyrydenko ha dichiarato che “il mondo deve rispondere a queste distruzioni non solo a parole, ma attraverso azioni concrete”, insistendo su sanzioni mirate contro petrolio e gas, considerati la principale fonte di finanziamento dell’apparato bellico di Mosca. Il ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha parlato di “grave escalation”, sottolineando che per la prima volta un edificio governativo della capitale è stato centrato. Zelensky ha ribadito la richiesta di sistemi di difesa aerea aggiuntivi: “Ogni sistema aggiuntivo salva i civili da questi vili attacchi”. Per il governo ucraino, l’attacco diventa anche un’occasione per richiamare l’attenzione degli alleati sulla distanza tra le condanne pubbliche e il sostegno militare tangibile.

 La diplomazia di Kiev punta a trasformare il trauma in leva politica, spingendo i partner a superare l’attuale lentezza nell’approvazione di pacchetti di aiuti e nella consegna di equipaggiamenti. Non solo: Kiev vuole anche che la questione energetica torni al centro dell’agenda, con un rafforzamento delle sanzioni e una riduzione degli acquisti di gas e petrolio russi.

Le reazioni occidentali e i nodi aperti

Le capitali occidentali hanno reagito rapidamente, ma con accenti diversi. Emmanuel Macron ha scritto che “la Russia è sempre più radicata nella logica della guerra e del terrore”, ribadendo la solidarietà alla popolazione ucraina. Ursula von der Leyen ha promesso che l’Unione europea continuerà a rafforzare le forze armate ucraine e a inasprire le sanzioni, definendo i bombardamenti “un’ennesima dimostrazione del disprezzo del Cremlino per il diritto internazionale”. Giorgia Meloni ha affermato che l’Italia, assieme ai partner occidentali, continuerà a sostenere Kiev “perché le ragioni di una pace giusta possano prevalere su quelle dell’aggressione indiscriminata”. Il premier britannico Keir Starmer ha parlato di “vigliacchi bombardamenti” che dimostrano come Mosca non sia seria sul fronte della pace.

Negli Stati Uniti, Donald Trump ha detto di essere pronto a una nuova fase di sanzioni contro la Russia, senza però specificare tempi e misure. Intanto, il Tesoro americano ha invitato l’Europa a coordinarsi, indicando che senza un’azione comune le restrizioni avranno un effetto limitato. Una delegazione europea guidata dall’inviato per le sanzioni David O’Sullivan è arrivata a Washington per discutere di un coordinamento più stretto, mentre Bruxelles prepara il diciannovesimo pacchetto di misure, che potrebbe includere sanzioni secondarie a Paesi che aiutano Mosca ad aggirare i divieti. Le dichiarazioni di solidarietà sono compatte, ma le differenze sulle tempistiche e sulle modalità concrete restano.

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