Ucraina “porcospino d’acciaio”: così l’Europa si mobilita per blindare Kiev

Parigi ha accolto la Coalizione dei Volonterosi all’Eliseo
3 ore fa
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Il presidente Macron ospita la Coalizione dei Volenterosi e Zelensky a Parigi (Ipa)
Il presidente Macron ospita la Coalizione dei Volenterosi e Zelensky a Parigi (Ipa)

Armi, truppe in campo o diplomazia? La “ricetta” di pace tra Ucraina e Russia sulle garanzie di sicurezza da fornire a Kiev, la decide la Coalizione dei Volenterosi, il gruppo di leader politici europei e angloamericani. Parigi ha accolto, infatti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e il segretario della Nato Mark Rutte. Gli altri leader, tra presenza fisica o in videochiamata, si son seduti a un tavolo di confronto con Kiev: ecco cosa c’è in ballo.

Volenterosi all’Eliseo con l’Ucraina

Parigi ha accolto la Coalizione dei Volonterosi all’Eliseo per fare il punto della situazione sulla trattativa in stallo tra Kiev e Mosca. Guidata da Francia e Gran Bretagna, la Coalizione nasce come scudo deterrente e difensivo nei confronti di Kiev e ha lo scopo di delineare quanto e cosa i leader dell’Europa siano disposti a fare per l’Ucraina.

A partecipare all’incontro, in presenza, l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff, il presidente finlandese Alexander Stubbs, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro belga Bart De Wever, il premier polacco Donald Tusk e i due leader della coalizione, il presidente francese Emmanuel Macron e quello britannico Keir Starmer. Un collegamento telefonico del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel primo pomeriggio e gli altri leader e capi di Stato e di governo della coalizione in collegamento video.

“Garanzie di sicurezza”: quali?

L’ultimo incontro alla Casa Bianca, nelle scorse settimane, aveva coinvolto i leader dell’Unione europea, il presidente ucraino e quello statunitense e si era concluso con iniziative e finanziamenti volti a sostenere l’impegno ucraino nella trattativa di pace con Putin. “Gli europei devono garantire la difesa ucraina e gli Stati Uniti la coordineranno” era stata la proposta di Donald Trump. Ma dopo tentativi falliti di mediare con il leader russo, il punto cruciale non è solo il tipo di supporto alla sicurezza che gli Stati Uniti siano disposti a offrire, ma anche la disponibilità degli alleati europei a schierarsi sul territorio ucraino.

È questo il nodo cruciale dell’incontro di oggi. Perché mentre Francia e Regno Unito sono favorevoli all’invio di un numero limitato di truppe sul territorio ucraino, la Polonia è contraria e la Germania è indecisa. Anche il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha respinto le affermazioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen secondo la quale esisterebbero “piani precisi” per l’intervento delle forze europee in Ucraina. Pistorius ha sottolineato che l’Ue non ha alcuna autorità sulla decisione di inviare truppe, che è materia decisionale della sovranità dei singoli Stati membri. Cosa si può fare di più? Partiamo dai punti fermi sui quali sono tutti d’accordo.

L’obiettivo è garantire la sicurezza Ucraina. Lo ha chiarito oggi a Parigi il “padrone di casa” Emmanuel Macron, il quale ha ringraziato i partecipanti “per esservi uniti a noi sia di persona che online con così poco preavviso. Grazie anche al presidente Volodymyr per essere qui oggi con noi a Parigi, insieme a tutti i leader che hanno reso possibile tutto questo”. L’obiettivo dichiarato è “finalizzare solide garanzie di sicurezza per l’Ucraina e tutto il lavoro svolto nelle ultime settimane”.

Tre sono i compiti principali: “Trasformare l’Ucraina in un porcospino d’acciaio, costruire una Forza Multinazionale per l’Ucraina sostenuta dagli Stati Uniti, e rafforzare la postura difensiva dell’Europa. Ora andiamo avanti”, ha invece affermato in un post su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Armare l’Ucraina: è il leader britannico a ribadire che la coalizione “ha un impegno incrollabile nei confronti dell’Ucraina, con il sostegno del presidente Trump”, e ha dichiarato ai leader che era chiaro come “ora fosse necessario fare ancora di più per esercitare pressione su Putin e ottenere una cessazione delle ostilità”. Il premier britannico ha anche accolto con favore gli annunci di altri membri della coalizione che avrebbero fornito missili a lungo raggio all’Ucraina, “per rafforzare ulteriormente le forniture al Paese”.

E in materia di armi, decisive sono le parole del capo della Nato, Mark Rutte, secondo il quale gli Stati europei devono produrre più armi per la loro difesa e per “ridurre il divario con la Russia”. E “l’Europa non sia ingenua rispetto alla Russia, che resterà una forza conflittuale e destabilizzante nel mondo”, ha aggiunto il Segretario generale della Nato Mark Rutte. ”Stiamo già cambiando la rotta nella produzione di difesa, in particolare per quanto riguarda le munizioni”, ha dichiarato riconoscendo l’impegno della Repubblica Ceca durante l’Iiss Prague Defence Summit.

“Stiamo gradualmente ricostituendo le nostre scorte e riducendo il divario produttivo con la Russia”, afferma Rutte spiegando che in Ucraina la Nato sta lavorando per ”mettere fine il più presto possibile a questa aggressione”. Rutte ha quindi insistito sul fatto che “abbiamo bisogno di capacità, vera potenza di fuoco, metalli pesanti e nuove tecnologie, ed è ciò di cui la nostra industria della difesa in tutta l’Alleanza ha bisogno per fornire più rapidamente che mai in Europa e anche negli Stati Uniti. Semplicemente, in tutta l’Alleanza, non stiamo producendo abbastanza”.

“Una visione comune”

“Ringrazio tutti per questo lavoro importante, per il sostegno al nostro popolo e per la disponibilità a continuare a stare accanto all’Ucraina e ad aiutarci a proteggere vite – ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X al termine del vertice della Coalizione dei Volenterosi a Parigi -. “Abbiamo la stessa visione: la Russia sta facendo tutto il possibile per prolungare il processo negoziale e continuare la guerra. Il sostegno all’Ucraina deve essere aumentato e la pressione sulla Russia intensificata”. Il leader ucraino ha inoltre confermato che “sono in corso i preparativi per il 19esimo pacchetto di sanzioni dell’Ue“, aggiungendo che “oggi il vertice della Coalizione dei Volenterosi ha visto la partecipazione di leader in presenza e online, oltre 30 Paesi, tutti uniti dallo stesso obiettivo: porre fine a questa guerra con una pace affidabile e una sicurezza a lungo termine”. Le linee di produzione di armi europee devono operare “a pieno regime” per sostenere la resistenza ucraina, ha infine ribadito in conferenza stampa al termine della riunione, aggiungendo: “Tutti concordano sul fatto che la Russia stia respingendo l’iniziativa di pace, ma un esercito ucraino forte sarà centrale per qualsiasi garanzia di sicurezza nel periodo post-bellico”.

Un nuovo ordine globale e la risposta russa ai Volenterosi

Se in Occidente l’Europa e gli angloamericani discutono su come difendere l’Ucraina, dall’altro lato la Russia siede al fianco di Cina, India e Corea del Nord, in una parata del Giorno della Vittoria a Pechino che ha tutta l’aria di dimostrare la superpotenza militare del Dragone. Finanziatore “neutrale” delle forze armate russe, il summit di Shangai con i leader d’Oriente è stato definito “un’alleanza autocratica” dall’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, la quale ha ricevuto una lavata di capo da Pechino: il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha liquidato i suoi commenti come “assurdi e irresponsabili”.

E non sono mancate le critiche ai Volenterosi da parte della Russia. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev, ha avvertito che Mosca potrebbe sequestrare beni britannici in risposta al sostegno fornito da Londra all’Ucraina. L’avvertimento arriva dopo l’annuncio del ministro della Difesa britannico John Healey sul contributo di oltre 1 miliardo di sterline a Kiev, finanziato attraverso profitti derivanti da asset russi congelati. In un messaggio pubblicato su Telegram, Medvedev ha definito il ministro degli Esteri britannico David Lammy “l’idiota inglese” e ha dichiarato che Mosca risponderà “a qualsiasi sequestro illegale di fondi russi” confiscando “i beni della corona britannica”, inclusi immobili e proprietà nel territorio russo. Ha inoltre avvertito che, se necessario, la Russia potrebbe “restituire i valori in natura”, anche attraverso l’annessione di nuove porzioni di territorio ucraino, specificando però che non si tratta delle regioni di Donbass e Novorossija, che “appartengono già alla Russia”.

L’invito di Putin a Zelensky: “Accordo di pace a Mosca”

La trattativa di pace si riconferma ancora in stallo. Kiev e Mosca si accusano di rallentare le trattative, mentre il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di essere disposto a incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a patto che l’incontro sia “ben preparato”. “Non ho mai rifiutato di farlo, se può portare a risultati positivi”, ha affermato Putin, sottolineando di aver parlato anche con il presidente statunitense Donald Trump, al quale avrebbe confermato la disponibilità a ricevere Zelensky a Mosca. “E tra l’altro, Donald mi ha chiesto se fosse possibile e io ho detto che sì, può venire a Mosca”, ha aggiunto. Proposta rifiutata da Zelensky.

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