Continua il conflitto russo-ucraino, mentre gli Stati Uniti valutano l’invio di armi a lungo raggio in sostegno di Kiev e la diplomazia statunitense con Mosca. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato domenica che l’offerta del presidente russo Vladimir Putin di mantenere volontariamente dei limiti alle armi nucleari strategiche dispiegate “sembra una buona idea”. Il mese scorso il presidente russo Vladimir Putin si è offerto di mantenere volontariamente i limiti alle dimensioni dei due più grandi arsenali nucleari del mondo se gli Stati Uniti faranno lo stesso nell’ambito dell’accordo New Start del 2010, in scadenza a febbraio 2026.
Intanto, nell’Unione europea pesa il veto del presidente ungherese Viktor Orbán sull’annessione dell’Ucraina al blocco dei 27. Ma andiamo con ordine.
Nucleare, tensione su accordi tra Stati Uniti e Russia
L’accordo New Start (New Strategic Arms Reduction Treaty) è un trattato riguardante la riduzione di armi nucleari firmato da Stati Uniti e Russia ad aprile 2010. In vigore dal 2011, l’accordo si prefigge l’obiettivo di ridurre del 30% il limite di testate nucleari in possesso delle due super potenze. La scadenza è prevista il 5 febbraio 2026, ma Putin, a febbraio 2023 aveva sospeso la propria partecipazione al trattato.
La scorsa settimana, l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, aveva dichiarato che Mosca stava ancora aspettando che Trump rispondesse all’offerta di Putin di mantenere volontariamente i limiti sulle armi nucleari strategiche. L’offerta arriva in concomitanza ad un video diffuso domenica, in cui il presidente Putin ha avvertito che la decisione degli Stati Uniti di fornire missili Tomahawk a lungo raggio all’Ucraina per attacchi in profondità nella Russia avrebbe distrutto i rapporti tra Mosca e Washington.
I missili da crociera Tomahawk hanno una gittata di 2.500 chilometri. Se l’Ucraina entrasse in possesso di missili, il Cremlino sarebbe direttamente nel mirino di Kiev.
Missili per Kiev
Sull’impegno statunitense nel conflitto russo-ucraino ci sono ancora dei dubbi. A sollevarli è stato lo stesso presidente Trump, il quale, nell’ambito del discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Uniti, aveva indicato l’Unione europea come garante della difesa dell’Ucraina. Dopo che i rapporti con il presidente russo Putin si sono incrinati in seguito ai dialoghi tenutisi tra le parti in Alaska, il tycoon statunitense ha deciso di offrire maggior supporto diretto all’Ucraina.
Durante una conferenza stampa nello studio Ovale, Trump ha risposto ad una domanda di un giornalista che gli chiedeva se avesse preso una decisione in merito alla fornitura dei missili a lungo raggio Tomahawk all’Ucraina. “Ho già preso una decisione, più o meno” , ha dichiarato Trump, lasciando intendere il suo lascia passare all’invio dei missili, ma ad una condizione: “Capire cosa ne faranno e dove li invieranno”. Lo scopo del presidente statunitense sembra essere quello di evitare un’escalation del conflitto, alla luce degli attacchi subiti da Leopoli e l’abbattimento da parte della Russia di 184 droni ucraini che sorvolavano le regioni di Kurks e Belgorod.
Il veto ungherese all’annessione Ucraina all’Ue
Mentre il conflitto sembra non placarsi e Donald Trump continua a cercare un punto di mediazione con Mosca e Kiev, pesanti risuonano le parole del presidente ungherese Viktor Orbán, il quale, su X, ha scritto: “Sembra che il presidente Zelensky voglia decidere cosa è meglio per gli ungheresi. Ancora una volta sta utilizzando la sua solita tattica del ricatto morale per spingere i Paesi a sostenere i suoi sforzi bellici”
E ha aggiunto: “Egregio Signor Presidente, Con tutto il rispetto, l’Ungheria non ha alcun obbligo morale di sostenere l’adesione dell’Ucraina all’Ue. Nessun Paese ha mai tentato di entrare nell’Unione europea ricorrendo al ricatto, e non accadrà nemmeno questa volta. Il Trattato sull’Unione europea non lascia spazio ad ambiguità: l’adesione è decisa dagli Stati membri, all’unanimità. Il popolo ungherese ha preso la sua decisione. Ha detto a larga maggioranza no all’adesione dell’Ucraina all’Ue con un referendum. Se vuoi cambiare questa situazione, la campagna mediatica che stai conducendo contro l’Ungheria probabilmente non è il modo migliore per fare amicizia”.
It turns out that President Zelenskyy wants to decide what’s best for the Hungarians.
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 6, 2025
He is once again using his usual tactic of moral blackmail to push countries into supporting his war efforts.
Dear Mr. President,
With all due respect, Hungary has no moral obligation to…
Come aggirare il blocco?
Ma è possibile superare il veto ungherese all’annessione europea dell’Ucraina? Secondo quanto riportano fonti al Financial Times, l’Unione europea si starebbe adoperando affinché abbia successo l’adesione dell’Ucraina e della Moldova all’Unione.
La Commissione europea ha proposto di modificare le proprie regole per aggirare il veto del primo ministro ungherese Viktor Orbán, avviando lavori tecnici in diversi “cluster” anche in assenza di una decisione formale, già a Copenaghen, dove si sono conclusi colloqui informali su Sicurezza, Difesa, Energia, Economia e ovviamente Russia-Ucraina e Medio Oriente.
Taras Kachka, vice primo ministro ucraino per l’integrazione europea, ha affermato che Kiev spera di convincere Budapest a consentire il proseguimento dei negoziati: “Ma nel frattempo abbiamo ricevuto, e lo apprezziamo molto, un’offerta dalle istituzioni dell’Ue e da altri Stati membri per svolgere il lavoro tecnico sui cluster”, ha detto Kachka al quotidiano economico britannico.
António Costa, presidente del Consiglio europeo in rappresentanza dei leader dell’Ue, sta cercando una soluzione alternativa diversa, che prevede la modifica delle regole del processo negoziale in modo che i cluster possano essere aperti dalla maggioranza dei paesi dell’Ue senza l’unanimità. Unanimità necessaria, però, per ottenere la stessa modifica. Un’impasse che pone una sfida ulteriore all’esecutivo europeo.