Truppe Nord Corea in Ucraina, si riaccende il dibattito sull’invio di soldati europei

Confermato l'invio di contingenti di di Pyongyang per combattere a fianco della Russia in Ucraina. Si aprono nuovi scenari nel conflitto
2 giorni fa
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Soldati Corea Nord
Immagine di repertorio (Kyodo IPA/Fotogramma)

La Corea del Nord ha inviato delle truppe a combattere a fianco della Russia in Ucraina. Dopo giorni di smentite (dalla Corea del Nord e dalla Russia), voci e allarmi (dall’Ucraina e la Corea del Sud), ieri è arrivata la conferma da parte degli Stati Uniti. Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha affermato: “Stiamo vedendo prove del fatto che truppe nordcoreane sono andate in Russia. Quello che stiano effettivamente facendo? È da vedersi”.

Anche l’entità delle truppe non è ancora chiara. Secondo l’intelligence sudcoreana, la Corea del Nord avrebbe già inviato in Russia 3mila militari che, dopo lo sbarco a Vladivostok, sono stati smistati tra vari centri di addestramento. ma entro l’anno potrebbe arrivare a 10-12mila uomini, con 2 brigate da 6000 elementi in rampa di lancio.

Dichiarazione di guerra

Si tratta di un vero contingente e non di mercenari come ce ne sono stati in questi due anni e mezzo di conflitto. Di fatto, un Paese terzo sta dichiarando guerra all’Ucraina. “Se questi soldati sono cobelligeranti, la questione è estremamente seria. Avrà un impatto, non solo in Europa. Condizionerà la situazione anche nell’Indo-Pacifico”, ha aggiunto Austin.

Kiev e Seul già da giorni avvisavano della ‘novità’, scoperta tramite le immagini satellitari: “L’intelligence della Corea del Sud sta monitorando tutto quello che accade – ha specificato nei giorni scorsi Andriy Kovalenko, capo del Centro per la lotta alla disinformazione del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina, citato da Ukrinform.

Non si tratta di una mossa improvvisa, ma dell’upgrade di un supporto che Kim Jong-un offre alla Russia dal 2023, finora ‘limitato’ alla fornitura di armi e munizioni. Le truppe inviate da Kim, secondo informazioni di intelligence, hanno ricevuto uniformi e armi e sono state abbinate a unità formate da soldati siberiani, con tratti somatici simili: una scelta mirata a nascondere la presenza di elementi stranieri.

E Kiev parla di ‘carne da cannone’. Infatti, se gli uomini di Kim Jong-Un verranno schierati sul campo, diventeranno un “obiettivo legittimo” di Kiev, come ha sottolineato il portavoce del consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.

Gli ‘schiavi da combattimento’, ovvero carne da macello

Quelli inviati da Kim Jong-un sono considerati ‘schiavi da combattimento‘. Eppure secondo le informazioni fornite dall’intelligence di Seul, sono membri delle forze speciali nordcoreane e rappresentano l’élite dell’esercito: reparti che vengono sottoposti ad un addestramento brutale, in ambienti totalmente isolati. I militari, indottrinati dal regime, hanno come unico obiettivo la distruzione dei nemici dell”amato leader’.

Va detto che non sono gli unici stranieri nelle forze armate russe. L’Economist riferisce che l’Ucraina fa prigionieri soldati provenienti da diversi Paesi, soprattutto Sri Lanka e Nepal, usati da Mosca come carne da cannone a bassissimo prezzo: le famiglie di questi soldati non ricevono nemmeno indennizzi in caso di morte.

Tra i prigionieri nelle mani di Kiev ci sono elementi arrivati dalla Serbia, dalla Slovacchia, da Cuba, dal Marocco, dal Brasile, dall’Egitto, dal Kazakistan, dal Tagikistan e da alcuni Paesi africani. Capitolo a parte per l’India, che sta cercando di riportare in patria i propri cittadini arruolati da Mosca.

Dove saranno dispiegate le truppe nordcoreane?

Ma dove dovrebbero essere impiegati i soldati nordocoreani? Il ‘piano B’ ritenuto più probabile in ambienti ucraini prevede il loro schieramento nel Kursk: Putin utilizzerebbe gli uomini di Kim per riprendersi il proprio territorio, invaso dall’Ucraina, e non dovrebbe sottrarre risorse al proprio obiettivo principale, il fronte nel Donetsk.

Kiev infatti ha varcato il confine il 6 agosto arrivando a controllare circa 1200 km quadrati e creando una zona cuscinetto che ha impedito alla Russia di sferrare attacchi sempre più pesanti. Ma allo stesso tempo, senza il consenso dall’Occidente a usare missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi militari in territorio russo, la situazione a Kursk in sostanza è di stallo.

La Russia ha bisogno di aiuto?

Il supporto sul campo con un contingente fa emergere il dubbio che la Russia sia in difficoltà. E potrebbe esserlo, al di là della propaganda, per vari motivi. A partire dalla tattica adottata dal gigante slavo, fatta di ondate e assalti continui, senza preoccuparsi delle perdite. Una tattica che spiega il grande ricorso a mercenari stranieri, quindi i nordcoreani si inserirebbero in un meccanismo collaudato. Inoltre, la Russia ha difficoltà ad arruolare uomini, e ha subìto forti perdite, sull’ordine di 250mila morti e feriti secondo le stime, contro i circa 100mila ucraini.

A tal proposito Austin ha affermato che “Putin potrebbe essere in guai peggiori di quelli che la maggioranza delle persone pensano”.

La Corea del Nord, da agosto 2023, ha inviato circa 13mila container di armi e munizioni alla Russia: le forniture hanno compreso missili, razzi anticarro e milioni di proiettili da artiglieria. Ora, la partnership sale a un livello superiore, ma anche per Putin ci sono controindicazioni. Il presidente russo potrebbe infatti ritrovarsi un nuovo nemico, la Corea del Sud.

Seul finora ha supportato l’Ucraina solo con l’invio di aiuti umanitari o, al massimo, elmetti. Ma adesso potrebbe decidere di inviare armi. L’esercito sudcoreano conta attualmente su mezzo milione di uomini attivi e altri 3 milioni abbondanti di riservisti. L’industria bellica non ha nulla da invidiare agli standard Nato: il Paese si candida a diventare il quarto esportatore mondiale di armamenti entro il 2027 alle spalle di Usa, Russia e Francia, come evidenzia la Bild.

Corea del Sud e Ucraina: violazione del diritto internazionale

Per il Consiglio di sicurezza nazionale (Nsc) di Seul, si tratta di una “minaccia significativa per la sicurezza” sia per la Corea del Sud che a livello internazionale e di una “violazione palese” delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Corea del Nord.

Seul in effetti ha promesso “misure graduali”, “forti” ed “efficaci”, chiedendo “il ritiro immediato delle truppe nordcoreane”. “Se proseguirà la cooperazione illegale tra Corea del Nord e Russia”, “non resterà a guardare, ma risponderà con fermezza in collaborazione con la comunità internazionale”, ha assicurato da Seul Kim Tae-hyo, vice consigliere per la Sicurezza nazionale.

Tra le opzioni sul tavolo, ha detto un funzionario della presidenza, c’è la possibilità di inviare armi “difensive e offensive” o “l’invio di personale in Ucraina per monitorare tattiche e capacità di combattimento delle forze speciali nordcoreane dispiegate come supporto per la Russia”. In caso di dispiegamento, potrebbe trattarsi di personale militare di unità di intelligence.

E anche Kiev chiede “una reazione immediata e forte dalla comunità euroatlantica e dal mondo” all'”invasione nordcoreana dell’Europa”, come ha affermato il capo della diplomazia ucraino, secondo cui “la risposta migliore è che gli alleati dell’Ucraina sostengano e implementino pienamente il piano della vittoria” di Zelensky.

“Questa escalation rappresenta una minaccia non solo per l’Ucraina, ma anche per la sicurezza globale – continua – I regimi dittatoriali stanno unendo i loro sforzi per minare le basi della democrazia e riscrivere le mappe geopolitiche del mondo a loro favore”, ha sottolineato all’Adnkronos è l’ambasciatore d’Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk.

L’Ue: escalation

L’Unione Europea è “molto preoccupata per la crescente cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord” e per “i trasferimenti di armi che avvengono” tra i due Paesi, ha detto il portavoce dell’Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, a Bruxelles durante il briefing con la stampa prima della conferma dell’invio delle truppe orientali.

“Se fossero confermati i trasferimenti di soldati dalla Corea del Nord alla Russia”, ha aggiunto Stano, “verrebbe segnato un altro livello di escalation e un aumento significativo della loro cooperazione, il che vorrebbe dire che la Corea del Nord e la Russia sfidano ancora di più il diritto internazionale. E significherebbe che Mosca non è assolutamente interessata a cercare soluzioni pacifiche”.

‘Boots on the ground’?

La ‘svolta’ nel conflitto potrebbe riaprire il dibattito europeo sui ‘boots on the ground‘, cioè dell’invio sul fronte di soldati europei.

Un’ipotesi rilanciata domenica scorsa a Politico dal ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, secondo cui è il momento di riprendere l’idea del presidente francese Emmanuel Macron di dispiegare truppe in Ucraina: “Se verranno confermate le notizie secondo cui gli squadroni della morte della Russia saranno equipaggiati con munizioni e personale militare nordcoreano, dobbiamo tornare sui ‘boots on the ground’ e altre idee proposte da Macron”.

Proprio il presidente francese lo scorso febbraio aveva buttato sul tavolo la proposta, suscitando proteste interne e una generale cautela da parte degli altri Paesi, oltre alla ferma opposizione dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Quest’ultimo aveva affermato che nessuna truppa europea o della Nato sarebbe stata schierata in Ucraina, peraltro tralasciando che personale militare Nato, proveniente da Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Lituania e Olanda, è già presente nel Paese. Inoltre, se è vero che la Nato non invia truppe al fronte per non entrare formalmente in guerra con la Russia, singoli Stati potrebbero pensare di inviare soldati a Kiev, magari lontani dalla prima linea. Lo aveva già proposto l’ex segretario generale della Nato, Anders Rasmussen, ancora prima di Macron: “Non escluderei la possibilità che la Polonia, seguita dai paesi baltici, si implichi ancora di più nel conflitto anche inviando truppe sul terreno”.

E in effetti la proposta di Macron a febbraio aveva incontrato anche dei ‘sì’: Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia e Finlandia si erano detti non contrari a schierare soldati “se Kiev ce lo chiede”. In particolare, l’allora premier estone Kaja Kallas aveva affermato che “tutto” è sul tavolo per aiutare l’Ucraina a battere Putin. È da sottolineare che Kallas è diventata Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza designato, ovvero ha in mano la diplomazia Ue.

Il presidente francese aveva poi ribadito le sue posizioni a maggio al settimanale The Economist: “Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente sollevare la questione” dell’invio di truppe. Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni”.

Ma dopo la batosta elettorale alle europee, in seguito alla quale ha indetto le elezioni lampo che hanno consegnato la Francia prima al caos e poi a un governo fragile, Macron aveva fatto marcia indietro: intervistato dal podcast Génération Do It Yourself, aveva detto: “Non penso ci sia una guerra che arrivi sul nostro territorio. Non penso nemmeno che domani andremo a impegnarci sul suolo ucraino”.

Nello stesso giorno Jordan Bardella, leader di Rassemblement National, dal cui appoggio – esterno -dipende l’esistenza dell’attuale governo, aveva definito l’invio di truppe sul suolo ucraino una delle sue “linee rosse”, da non oltrepassare.

Ma l’evoluzione della situazione e l’entrata ‘a scarpone teso’ di un terzo Paese nel vivo dei combattimenti potrebbe modificare la posizione francese e non solo.

Anche perché proprio oggi la Duma di Stato russa ha ratificato all’unanimità l’accordo di difesa fra Russia e Corea del Nord che prevede “assistenza reciproca” nel caso dell’aggressione a una delle due parti. 

La situazione insomma è sempre più critica, e sullo sfondo si stagliano, tra meno di due settimane, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che potrebbero riportare al potere Donald Trump: contrario a sostenere l’Ucraina, critico dell’Europa, ostile alla Nato che minaccia addirittura di sciogliere.