La guerra in Ucraina “rimane la crisi più centrale e consequenziale per il futuro dell’Europa. Vladimir Putin si sta impegnando più che mai per vincere questa guerra sul campo. Il suo obiettivo resta la capitolazione dell’Ucraina“. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in visita oggi a Kiev insieme al Collegio dei commissari in occasione del terzo anniversario dell’inizio del conflitto.
Il 24 febbraio di tre anni fa infatti la Russia invadeva l’Ucraina. Il presidente Putin puntava e si aspettava una guerra lampo, ma così non è stato. Oggi però, grazie anche alle radicali iniziative intraprese dalla nuova amministrazione Usa a guida Donald Trump, si trova in una posizione di netto vantaggio, mentre le preoccupazioni maggiori del Paese aggredito, e dell’Europa, si stanno materializzando: subire una pace imposta che accordi al gigante slavo tutto quello che vuole, nessuna garanzia per il futuro e il disimpegno degli Stati Uniti dalla sicurezza europea.
L’Ue, che finora è rimasta sostanzialmente immobile, tra le divisioni interne e lo shock di un Trump 2.0 particolarmente aggressivo e determinato a portare avanti il suo Make America Great Again a qualunque prezzo (altrui, e sulla lunga forse anche per il suo Paese), oggi sembra tentare una reazione.
Von der Leyen: “Una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza“
La capa dell’esecutivo del blocco ha annunciato un nuovo pagamento da 3,5 miliardi attraverso il fondo di assistenza per l’Ucraina che “arriverà già a marzo”, e la presentazione di “un piano globale per aumentare la nostra produzione europea di armi e la nostra capacità di difesa”, che avverrà in occasione di “un Consiglio europeo straordinario”.
Il riferimento è al vertice straordinario sull’Ucraina convocato stamattina dal presidente del Consiglio europeo António Costa prima di partire a sua volta verso Kiev insieme a von der Leyen e ai commissari.
“Sappiamo – ha continuato la presidente della Commissione europea oggi – cosa potrebbe succedere dopo, perché è già successo prima. Non è in gioco solo il destino dell’Ucraina. È in gioco il destino dell’Europa. Quindi la nostra priorità resta quella di rafforzare la resistenza dell’Ucraina. L’Unione Europea ha fornito all’Ucraina assistenza economica, umanitaria, finanziaria e militare per un totale di 135 miliardi di euro, di cui 48,7 miliardi di euro di assistenza militare”.
Per von der Leyen “una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza“.
Zelensky: “Questo deve essere anno di pace vera e duratura”
Di pace “giusta e duratura” ha parlato oggi anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Questo deve essere l’anno“. “Putin non ci darà la pace in cambio di qualcosa, dobbiamo vincere la pace con la forza, la saggezza e l’unità“, ha concordato, intervenendo al summit con i leader occidentali in visita a Kiev.
Zelensky ha anche sottolineato che lo scambio dei prigionieri è un modo di “iniziare” un processo per mettere fine al conflitto: “La Russia deve rilasciare gli ucraini. L’Ucraina è pronta ad uno scambio di tutti i prigionieri”. “La fine della guerra deve cominciare da misure che ristabiliscono la fiducia, una di queste misure potrebbe essere la liberazione dei prigionieri, delle migliaia di persone detenute in Russia”, ha detto ancora il leader.
Costa: “No semplice cessate fuoco, serve accordo pace duraturo”
In Ucraina “la pace non può essere un semplice cessate il fuoco. Deve essere un accordo duraturo. La pace non dovrebbe ricompensare l’aggressione”, ha detto a sua volta Costa.
“La Russia – ha continuato – rappresenta una minaccia per l’ordine internazionale basato sulle regole. Vladimir Putin vuole dividerci, ma il nostro sostegno è forte, unito e immutato. Non ci sarà alcun negoziato credibile e di successo, nessuna pace duratura senza l’Ucraina e senza l’Unione Europea”.
Per Costa, “solo garanzie di sicurezza concrete e forti garantiranno una pace globale, giusta e duratura in Ucraina e in tutta l’Europa. L’Unione europea è pronta a fare tutto il necessario per la sua sicurezza e a continuare a sostenere l’Ucraina. Ecco perché convocherò un Consiglio europeo straordinario la prossima settimana, il 6 marzo, sul sostegno all’Ucraina e sul rafforzamento della difesa dell’Europa”.
Approvato il 16mo pacchetto di sanzioni
Stamattina, i ministri degli Esteri dei 27 hanno adottato il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che, ha spiegato Kallas a margine del Consiglio Affari Esteri che si tenuto a Bruxelles, “include le console da videogiochi (che possono essere usate per radiocomandare i droni scagliati contro Kiev, ndr), la flotta ombra (petroliere utilizzate per aggirare il tetto al prezzo del greggio che l’Occidente ha tentato di imporre, ndr) e altri aspetti”.
“Aumenteremo le sanzioni punitive contro la Russia, a meno che non dimostrino un’autentica volontà di raggiungere un accordo di pace duraturo”, ha commentato von der Leyen.
In un comunicato congiunto i presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento europei hanno richiamato anche “l’importanza di mantenere la solidarietà transatlantica e globale con l’Ucraina” a fronte di “un contesto internazionale e geopolitico complesso”.
Il pacchetto di sanzioni prende di mira settori strategici dell’economia russa, come l’energia, il commercio, i trasporti, le infrastrutture e i servizi finanziari, introducendo anche misure per contrastare l’elusione delle sanzioni. Vengono ampliate le liste di individui ed entità sanzionate e vengono adottate nuove misure contro la disinformazione ad opera di Mosca.
Duri i commenti da parte russa: “Gli europei continuano sulla strada delle sanzioni, sulla strada della convinzione della necessità di continuare la guerra“, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Questa convinzione degli europei contrasta completamente con la mentalità di trovare un accordo sull’Ucraina, cosa che stiamo facendo ora con gli americani”.
La svolta radicale di Trump
Proprio gli americani iniziano a essere visti dal blocco europeo come parte del problema più che come un pezzo della soluzione. Trump, che aveva promesso di chiudere la guerra entro 24 ore dal suo insediamento alla Casa Bianca, e ora “entro Pasqua”, ha fretta di arrivare a una pace, ovviamente alle condizioni che dice lui.
Pertanto, finora ha escluso dal discorso l’Unione europea e l’Ucraina, parlando direttamente con Putin e organizzando un primo tavolo a cui hanno partecipato solo le delegazioni di Usa e Russia. Già questo per Mosca è un successo, perché rompe l’isolamento internazionale a cui il Paese era soggetto in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Ma non finisce qui: solo per dirne alcune, il presidente Usa vuole tornare al G8, che era diventato G7 per l’esclusione della Russia, e sta portando avanti una narrativa completamente favorevole a Putin, arrivando anche a diffondere vere e proprie falsità. Come quella secondo cui sarebbe l’Ucraina ad aver iniziato la guerra o Zelensky sarebbe un dittatore non eletto. Dimentica che l’ex comico ha vinto regolarmente un’elezione e che se è vero che il suo mandato è scaduto a maggio 2024, è anche vero che la guerra in corso impedisce di svolgere una nuova consultazione.
Proprio questo pomeriggio l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione di condanna dell’aggressione russa all’Ucraina voluta da Kiev e dagli alleati europei. La risoluzione ha ricevuto 93 voti a favore, tra cui quello italiano, mentre gli Stati Uniti, rettificando il voto all’inizio contrario, si sono astenuti.
Il nodo terre rare
Trump inoltre pretende dall’Ucraina lo sfruttamento delle sue ‘terre rare’, minerali fondamentali per molte produzioni tecnologiche, peraltro in grossa parte concentrate nella contesa zona del Donbass. La richiesta, va specificato, non è per continuare a sostenere la lotta ucraina, ma per ripagare quanto già dato dagli Usa.
A tal proposito, “i team ucraino e americano sono nelle fasi finali dei negoziati per l’accordo sulle terre rare”, ha fatto sapere intanto la vicepremier Olga Stefanichyna, in un post su X. “I negoziati sono stati molto costruttivi, con quasi tutti i dettagli chiave finalizzati”, ha aggiunto.
Tuttavia, secondo una fonte ucraina al corrente dei negoziati e citata dalla Cnn, gli Stati Uniti sarebbero “molto restii ad includere garanzie di sicurezza” per Kiev nell’accordo sulle risorse minerarie con l’Ucraina, una bozza definitiva del quale è stata presentata a Washington.
Secondo la fonte, Kiev spera che le garanzie di sicurezza possano essere discusse in un futuro incontro tra i presidenti Zelensky e Trump e “stiamo aspettando la risposta della parte americana”.