Polonia abbatte droni russi nel suo spazio aereo: “La più grave provocazione di sempre”

Aeroporti chiusi, danni a edifici residenziali. Varsavia: “Atto di aggressione e minaccia diretta alla sicurezza dei cittadini”. Tusk chiede l'art. 4 della Nato. Solidarietà dell'Ue
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Droni Guerra

Stanotte la Polonia ha abbattuto una decina di “oggetti simili a droni” che hanno “ripetutamente violato” il suo spazio aereo, come fatto sapere dal premier Donald Tusk e da funzionari militari, secondo cui alcuni di essi avrebbero potuto rappresentare “una minaccia“. Caccia polacchi e F35 olandesi si sono alzati in volo per colpire i droni. Coinvolta l’area di Wyryki, città nella regione di Lublino, dove sarebbero stati colpiti dai detriti degli edifici residenziali. Secondo le autorità, non ci sono feriti.

Gli aeroporti, compreso quello della capitale, sono stati chiusi e ai cittadini è stato consigliato di restare a casa. L’emittente televisiva Tvn24 ha poi riferito che gli scali di Varsavia, Modlin e Rzeszow hanno riaperto, mentre quello di Lublino rimane temporaneamente chiuso. Sono in corso le “ricerche a terra di droni abbattuti”.

Il comando delle forze armate polacche ha definito l’accaduto un “atto di aggressione che ha rappresentato una vera minaccia per la sicurezza dei cittadini” e “una violazione dello spazio aereo senza precedenti“.

Cosa prevede l’art. 4 della Nato

Tusk ha commentato duramente: “E’ la più grande provocazione di sempre”. Il premier ha sottolineato di essere “in costante contatto con il comando della Nato” e secondo alcune indiscrezioni è intenzionato ad azionare l’art. 4 del Trattato Nord Atlantico (che nel 1949 ha istituito la Nato), secondo cui ogni Paese membro può chiedere consultazioni quando ritiene che la sua integrità territoriale, indipendenza politica o sicurezza sia minacciata.

Non c’è alcun riferimento all’uso della forza: si tratta di uno strumento politico-diplomatico, che consente di riunire il Consiglio Nord Atlantico (Nac), l’organo decisionale principale della Nato, con lo scopo è discutere insieme la situazione, valutare le minacce e decidere eventuali azioni collettive (che possono andare da misure diplomatiche fino a decisioni militari, se poi si passa all’art. 5).

Kallas: “Violazione intenzionale”

Molto netta anche l’Alta rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas, che su X ha affermato: “Abbiamo assistito alla violazione dello spazio aereo europeo più grave da parte della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina. Le indicazioni suggeriscono che sia stata intenzionale, non accidentale”. Kallas ha anche aggiunto di essere ”in contatto con il segretario generale della Nato Mark Rutte”.

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, a Strasburgo a margine della plenaria di oggi, ha a sua volta sottolineato che la Polonia “ha tutto il diritto di difendersi da qualsiasi attacco” e che “l’Unione è unita” nel supporto a Varsavia, che è “un membro dell’Ue e della Nato”.

Già lo scorso agosto un drone si era sfracellato a 100 chilometri a sud-ovest della capitale, ma questo episodio alza l’asticella di ciò che è definibile ‘incidente’. Non più tardi di ieri, inoltre, la Polonia ha annunciato la chiusura del confine con la Bielorussia a causa delle esercitazioni militari di questo Paese con la Russia.

Un altro ostacolo sulla via del cessate il fuoco

La Federal Aviation Administration degli Stati Uniti ha a sua volta emesso un avviso in cui si afferma che l’aeroporto della capitale è stato chiuso a causa di “attività militare non pianificata volta a garantire la sicurezza dello Stato“.

L’episodio non agevola certamente i già complicatissimi tentativi di arrivare quanto meno a un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, compresi quelli messi in atto da mesi dal presidente Usa Donald Trump, che lo scorso fine settimana si è detto molto scontento di come stanno andando le cose in Ucraina e di essere pronto a una seconda fase delle sanzioni contro Mosca. Dopo il vertice di Ferragosto, in particolare, il capo della Casa Bianca sembra aver realizzato che Putin non ha nessuna fretta di concludere una tregua.

Partito a razzo il senatore repubblicano statunitense Joe Wilson, che ha affermato senza mezzi termini che la Russia ha dichiarato guerra alla Polonia e ha chiesto al presidente di fornire all’Ucraina armi per colpire la Federazione in profondità.

Intanto, secondo l’Aeronautica militare di Kiev, durante la notte Mosca ha lanciato 458 tra droni e missili contro l’Ucraina, attacchi che hanno causato almeno un morto. Inoltre, almeno otto droni russi “hanno attraversato il confine ucraino per entrare nella Repubblica di Polonia”, ha ancora reso noto l’esercito.

Zelensky: “Precedente estremamente pericoloso per l’Europa”

Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si tratta di “un precedente estremamente pericoloso per l’Europa. Se ci saranno ulteriori passi avanti dipenderà interamente dal coordinamento e dalla forza della risposta. I russi devono subirne le conseguenze. La Russia deve sentire che la guerra non può essere estesa e che dovrà essere fermata”.

Putin sta mettendo alla prova l’Occidente”, dunque deve esserci “una risposta forte”, ha invocato su X il ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha.

La Polonia è un membro della Nato

La Polonia è membro della Nato, di conseguenza in caso di attacco gli alleati dovrebbero intervenire in suo supporto. L’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, cuore del sistema di difesa collettiva dell’Alleanza, prevede che se uno o più Stati membri subiscono un attacco armato, tale aggressione è considerata come un attacco diretto contro tutti i membri della Nato. Di conseguenza, ciascun Paese si impegna ad assistere la parte attaccata adottando “immediatamente” le misure necessarie, individualmente e in accordo con gli altri membri. Tuttavia, ogni Stato mantiene un margine di discrezionalità su quali misure adottare: l’art. 5 non obbliga automaticamente a un intervento armato diretto, ma sancisce un impegno politico e militare vincolante alla solidarietà difensiva.

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