Le discussioni su un cessate il fuoco in Ucraina si fanno sempre più serrate e l’Unione Europea cerca di garantire che Kiev possa sedersi a un eventuale tavolo negoziale da una posizione di forza, specialmente considerando la pressione esercitata dal fronte congiunto tra Donald Trump e Vladimir Putin. In questo contesto, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas, sta lavorando a un piano che potrebbe mobilitare fino a 40 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina, un raddoppio rispetto all’assistenza fornita nel 2024. Tuttavia, i ministri degli Esteri europei, riuniti oggi a Bruxelles, si trovano divisi su come attuare questo ambizioso progetto.
Kallas ha dichiarato senza mezzi termini che “la Russia non vuole la pace” e ha esortato gli Stati membri a compiere un ulteriore sforzo per garantire la sicurezza ucraina ed europea. La proposta prevede la fornitura di munizioni per artiglieria, sistemi di difesa aerea, missili, droni e persino jet da combattimento, oltre a equipaggiamento non letale e addestramento per le brigate ucraine. Tuttavia, il principale ostacolo resta il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che si oppone fermamente all’iniziativa e ha già bloccato in passato fondi destinati a Kiev. Bruxelles sta quindi valutando una soluzione alternativa: formare una “coalizione di volenterosi“, ovvero un gruppo di Stati membri disposti a procedere senza necessità di unanimità.
Le divergenze non si fermano all’Ungheria. Anche tra gli altri Paesi europei si registrano tensioni sulla ripartizione delle spese. I governi dell’Europa orientale, maggiormente esposti alla minaccia russa, sono favorevoli a un incremento degli aiuti, mentre i Paesi mediterranei come Spagna e Italia mostrano maggiore cautela. Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha ricordato che la Spagna ha già stanziato un miliardo di euro per l’Ucraina nel 2025, mentre con il piano Kallas la sua quota salirebbe a tre miliardi, triplicando l’impegno attuale. La Francia, dal canto suo, si oppone alla formula proposta, che vincolerebbe il contributo di ogni Stato in base al Reddito Nazionale Lordo, e preferirebbe una maggiore flessibilità negli impegni.
Trump e Putin a colloquio
La necessità di rafforzare militarmente l’Ucraina è diventata ancora più impellente in seguito alle recenti dichiarazioni di Donald Trump, il quale ha espresso un’apertura al dialogo con Putin, sollevando non poche preoccupazioni tra i leader europei. Il colloquio tra il presidente statunitense e il leader russo, previsto per domani, potrebbe segnare un punto di svolta nei rapporti internazionali, con la possibilità di un ammorbidimento della posizione americana nei confronti del Cremlino.
Trump ha più volte manifestato il suo scetticismo verso il sostegno finanziario e militare all’Ucraina, dichiarando che gli Stati Uniti “non possono continuare a finanziare all’infinito una guerra in cui l’Europa deve assumersi maggiori responsabilità”. Questo cambio di rotta, unito al rafforzamento dei rapporti con Mosca, ha spinto Bruxelles ad accelerare i lavori sul piano Kallas per evitare che Kiev si trovi isolata in un contesto geopolitico sempre più incerto. Il timore principale è che Trump e Putin possano trovare un’intesa su un cessate il fuoco che favorisca la Russia, riconoscendole di fatto il controllo delle regioni occupate, il che minerebbe definitivamente le aspirazioni ucraine di recuperare la sovranità sui territori perduti.
A livello europeo, il rischio di un cambio di strategia da parte degli Stati Uniti sta portando alcuni governi a riconsiderare il proprio impegno. La Germania ha già annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti, mentre la Polonia e i Paesi baltici insistono per un rafforzamento delle difese lungo il fianco orientale della Nato. Anche la Gran Bretagna e la Norvegia, sebbene non membri dell’Ue, sono state coinvolte nei negoziati e hanno espresso interesse a partecipare all’iniziativa Kallas, nella convinzione che un’Ucraina militarmente forte sia la chiave per evitare un’espansione dell’influenza russa.
Il punto di vista italiano
L’Italia mantiene una posizione prudente sulla proposta avanzata dall’Alta Rappresentante dell’Unione Europea. “È una proposta che va approfondita, attendendo quelli che saranno gli sviluppi della situazione”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, facendo eco a una cautela condivisa anche da altri Stati membri dell’Unione.
Un elemento determinante nella valutazione italiana riguarda il contesto internazionale e, in particolare, le dinamiche tra Stati Uniti e Russia. “Bisogna attendere la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, per vedere se ci saranno dei passi in avanti per arrivare al cessate il fuoco, per arrivare ad una tregua”, ha affermato il ministro, segnalando come il dialogo tra le due potenze potrebbe incidere sulle decisioni dell’Unione Europea in materia di aiuti all’Ucraina. In questo senso, l’Italia si inserisce in un atteggiamento di attesa, preferendo valutare gli sviluppi diplomatici prima di prendere una posizione definitiva sulla proposta Kallas.
Tajani ha inoltre evidenziato che la discussione sugli aiuti all’Ucraina non può prescindere da altri impegni finanziari già assunti dall’Italia in ambito internazionale. “Approfondiremo, come chiedono tanti altri Paesi, la proposta dell’Alto Rappresentante, tenendo presente che noi dobbiamo anche raggiungere un obiettivo che è quello del 2% della Nato”, ha spiegato, facendo riferimento al target di spesa militare imposto dall’Alleanza Atlantica. Raggiungere questa soglia comporterà ulteriori investimenti, che il governo italiano deve considerare attentamente nel quadro delle proprie priorità di bilancio.
Il ministro ha poi richiamato un altro aspetto fondamentale del contesto europeo, ossia il piano per la sicurezza presentato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “C’è il piano per la sicurezza della presidente Ursula von der Leyen che noi abbiamo approvato. Quindi, ci sono molte spese da affrontare”, ha ricordato Tajani, evidenziando come l’Italia sia già impegnata su più fronti e debba quindi ponderare con attenzione ogni nuova iniziativa.
In sintesi, la posizione italiana si configura come pragmatica e orientata alla cautela. Pur riconoscendo l’importanza del sostegno all’Ucraina, il governo di Roma intende valutare con grande attenzione la proposta dell’Alta Rappresentante, tenendo conto sia delle evoluzioni diplomatiche internazionali sia degli impegni finanziari già in essere. “Valuteremo con grande attenzione anche la proposta di Kaja Kallas, ma va approfondita e credo che bisogna anche attendere gli sviluppi della situazione”, ha concluso il ministro Tajani, ribadendo che l’Italia non intende adottare decisioni affrettate senza un quadro chiaro delle implicazioni politiche ed economiche.
E intanto, dal Consiglio a Bruxelles, la Kallas riferisce che tra i ministri degli Esteri dei Paesi Ue “c’è ampio sostegno politico per l’iniziativa di difesa per l’Ucraina per 40 mld di euro”. “Ora la discussione continua sui dettagli – aggiunge – dobbiamo muoverci rapidamente su questo e spero davvero che andremo avanti”.