L’Ungheria contro Kiev: “Zelensky sta perdendo la testa”

Viktor Orbán contro Volodymyr Zelensky: “La smetta di molestarci”
10 ore fa
3 minuti di lettura
premier ungherese Viktor Orbán
Il premier ungherese Viktor Orbán (Jacob King/IPA/Fotogramma)

Divieti incrociati e accuse reciproche. Tra Kiev e Budapest sale la tensione. Secondo l’Ucraina, droni ungheresi avrebbero sorvolato i cieli nazionali. Un’affermazione che è costata al presidente Volodymyr Zelensky l’accusa di aver perso il senno: “Il presidente Zelensky sta perdendo la testa a causa della sua ossessione anti-Ungheria. Ora sta iniziando a vedere cose che non ci sono”. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, il quale su X ha usato parole forti contro il presidente ucraino.

Ma non solo accuse reciproche. Venerdì mattina, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha dichiarato che Kiev ha imposto un divieto d’ingresso a tre alti ufficiali militari ungheresi, in risposta a un precedente divieto d’ingresso imposto dall’Ungheria ad altrettanti ufficiali militari ucraini.

In altre parole, si apre un nuovo capitolo tra le due nazioni: un conflitto diplomatico che vede protagonisti il presidente dell’Ungheria Viktor Orbán e quello dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Al centro, la guerra dei droni e le visioni politiche ormai diametralmente opposte.

Zelensky sta perdendo la testa?

L’Ungheria di Orbán e l’Ucraina di Zelensky continuano a scontrarsi su un terreno diplomatico molto scivoloso. Le due nazioni, da tempo in disappunto, con l’acuirsi di droni che invadono spazi aerei dei Paesi membri della Nato, sembrano non darsi pace.

Zelensky ha accusato i “vicini” di star contribuendo ad alimentare il terrore. Secondo Kiev, la rotta di un drone ungherese sarebbe chiarissima e per questo ne ha chiesto conto ai diretti interessati. La articolata in diverse comunicazioni inviate da Budapest, è stata durissima: “Zelensky la pianti con le sue provocazioni, vuole trascinarci in guerra ma non ci riuscirà”.

A commentare la notizia, lo stesso primo ministro ungherese, il quale ha scritto su X: “L’Ungheria è membro della Nato e dell’Ue. L’Ucraina sarebbe crollata da tempo senza il sostegno di queste due organizzazioni. Presidente Zelensky, con tutto il rispetto, smetta di molestarci!”.

Il premier ungherese ha poi minimizzato l’importanza del possibile sorvolo di droni ungheresi sullo spazio aereo ucraino: “Che due, tre o quattro droni ungheresi abbiano attraversato il confine o meno non è il problema”, ha affermato, aggiungendo di “tendere a credere al suo ministro” della Difesa Kristof Szalay-Bobrovniczky, che ha negato le accuse. “Diciamo che hanno volato per pochi metri nel Paese, e allora?” ha aggiunto in un podcast condotto dal portavoce del suo partito, affermando che Kiev dovrebbe invece “preoccuparsi dei droni ‘russi’ al suo confine orientale”.

“L’Ucraina non è un Paese indipendente e sovrano; siamo noi a tenerla a galla, quindi non dovrebbe comportarsi come se lo fosse”, ha poi argomentato Orbán , secondo il quale se “l’Occidente decidesse domani di non dare un solo fiorino, l’Ucraina crollerebbe”.

Ungheria vs Ucraina: perché non scorre buon sangue?

Le relazioni tra Ungheria e Ucraina sono tese per una serie di motivi storici e geopolitici. Al centro del conflitto diplomatico c’è la minoranza ungherese in Transcarpazia, una regione ucraina situata sul versante danubiano dei Carpazi, confinante con l’Ungheria e che Budapest accusa Kiev di discriminare con leggi linguistiche restrittive.

Con l’invasione della Russia in Ucraina, le tensioni con l’Ungheria si sono aggravate. I rapporti tra Budapest e Mosca sono sempre rimasti “vantaggiosi” e accuse reciproche di spionaggio con Kiev, più le espulsioni diplomatiche e gli incidenti come il presunto volo del drone ungherese nello spazio aereo ucraino, non hanno contribuito a far scorrere buon sangue negli ultimi mesi.

Inoltre, l’Ungheria continua a privilegiare i propri interessi energetici legati al petrolio russo, alimentando una crescente sfiducia tra i due Paesi, rendendo difficile ogni tentativo di dialogo e attirando critiche anche negli Stati Uniti.

Droni, protagonisti in campo

Che si tratti di un’ossessione di Zelensky o meno, ciò che è certo è che la guardia sul “problema droni” resta altissima in tutti i Paesi dell’Unione europea. La strategia di soft power, infatti, è diventato un problema che non riguarda più solo il campo di battaglia, ma che ormai coinvolge tutta l’Europa orientale. Dalla Polonia ai Paesi baltici, passando per la Finlandia e la Norvegia, senza escludere Svezia e Danimarca: segnalazioni di droni negli spazi aerei sono sempre più all’ordine del giorno. Sabato 27 settembre, Kiev ha intercettato nel suo spazio aereo 92 droni diretti verso la Polonia. E secondo Zelensky: “L’Italia potrebbe essere la prossima”.

Per il presidente ucraino, la strategia sarebbe chiara: la Russia di Putin starebbe mettendo alla prova le capacità militari dell’Unione europea. “Sta testando la loro capacità di difendersi e cercare di influenzare le società in modo che le persone cominceranno a chiedersi, ‘se non possiamo proteggerci perché dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina?’ Sono operazioni dirette a ridurre l’assistenza all’Ucraina, in particolare prima dell’inverno”, ha spiegato Zelensky.

All’avviso sul rischio del coinvolgimento dell’Italia, non è tardata la risposta nazionale: “Non è che rimanga ottimista su Putin, Putin ha un’aggressività inaccettabile, però non credo assolutamente voglia attaccare l’Italia“, ha replicato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.