Gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina informazioni di intelligence per attacchi missilistici a lungo raggio contro le infrastrutture energetiche russe. Una svolta che il Wall Street Journal, parlando con funzionari americani, potrebbe vedere anche l’amministrazione di Donald Trump prendere la decisione di inviare a Kiev armi potenti per colpire Mosca.
Le agenzie di intelligence, intanto, hanno ricevuto l’ok dal Pentagono per aiutare Kiev. I funzionari americani, secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano statunitense, starebbero chiedendo di fare lo stesso agli alleati della Nato e dell’Ue.
Svolta di Trump sugli aiuti a Kiev
È la prima volta che Donald Trump sosterrà pienamente gli attacchi ucraini su obiettivi energetici russi. Condividendo la propria intelligence, gli Stati Uniti contribuiranno all’avanzata di Kiev contro Mosca. Un precedente che sembra essere in linea con quanto affermato dal tycoon all’Assemblea Generale dell’Onu nelle scorse settimane: “L’Ucraina deve riprendere i suoi territori persi e può vincere”.
Nel mirino dell’Ucraina, adesso, ci saranno le raffinerie, gli oleodotti, le centrali elettriche e altre infrastrutture lontane dai confini. L’obiettivo? Privare il Cremlino di entrate e petrolio per sostenere la sua invasione.
“Gli Stati Uniti stanno anche valutando la consegna di Tomahawk e Barracuda e di altri missili lanciati da terra e da aria, di fabbricazione americana, con una gittata di circa 800 chilometri”, hanno affermato altri funzionari dell’amministrazione al quotidiano americano.
Combinare intelligence e armi di questo calibro significa dotare l’Ucraina di un potere che potrebbe ribaltare le sorti della guerra. I funzionari statunitensi sono in attesa di istruzioni scritte dalla Casa Bianca. Un portavoce della Defense Intelligence Agency ha dichiarato di non poter commentare le operazioni di intelligence in corso, mentre una portavoce della Central Intelligence Agency ha rifiutato di commentare l’indiscrezione.
Munizioni a raggio esteso e missili Tomahawk
Ad andare già avanti, per il momento, è la vendita prevista all’Ucraina di munizioni a raggio esteso e missili balistici in grado di percorrere fino a 450 chilometri. I missili da crociera Tomahawk, già annunciati tra l’armamentario previsto, sono una delle armi statunitensi più precise con una capacità di circa 2400 chilometri.
Tali missili sono stati espressamente chiesti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e il vicepresidente statunitense Jd Vance ne sta valutando l’offerta.
Colpire il cuore della Russia
Intelligence, armi e maggior coinvolgimento di Washington hanno uno scopo ultimo: colpire al cuore della Russia. L’Ucraina già conduceva attacchi all’interno del Paese grazie ai droni e a strumenti di intelligence offerti dalla precedente amministrazione statunitense di Joe Biden. Ma da quando il presidente Trump è stato rieletto, Kiev si è vista negare missili Atacms, i missili a corto raggio, con una gittata di 300 chilometri. Strumenti che avrebbero dato ampio margine di avanzata all’Ucraina.
Oggi, la svolta americana arriva dopo che i tentativi di Trump si un cessate il fuoco sono risultati vani. Il presidente americano, infatti, ha tentato di offrire al presidente russo Vladimir Putin sia incentivi economici sia incentivi commerciali, ma nulla ha fermato la guerra e le speranze di ottenere dei colloqui di pace si sono arenate.
“Tutti pensavano che la Russia avrebbe vinto questa guerra in tre giorni, ma non è andata così. Doveva essere solo una breve scaramuccia. Non fa fare bella figura alla Russia”, ha detto Trump al suo discorso alle Nazioni Unite.
La reazione di Mosca
Mosca risponderà “in modo appropriato” se gli Stati Uniti forniranno i missili da crociera americani Tomahawk all’Ucraina. Lo ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa Tass. “Gli Stati Uniti condividono costantemente informazioni di intelligence in tempo reale con l’Ucraina. Non è una novità”, ha aggiunto Peskov. “È chiaro che l’intelligence venga scambiata, o meglio non scambiata, bensì fornita, e che tutte le infrastrutture della Nato e degli Stati Uniti vengono utilizzate per raccogliere e trasmettere informazioni all’Ucraina”, ha concluso Peskov.
Mesi di devastanti attacchi aerei russi suggeriscono che Mosca sia riuscita a modificare i suoi sistemi missilistici per eludere le difese aeree dell’Ucraina. I bombardamenti che quest’estate hanno colpito i produttori di droni ucraini sono stati un esempio lampante del fatto che la Russia ha migliorato i suoi missili balistici per mettere fuori gioco le batterie Patriot degli Stati Uniti. A dichiararlo al Financial Times sono attuali ed ex funzionari ucraini e occidentali. Nello specifico, si presume che la Russia abbia modificato il suo sistema mobile Iskander-M, che lancia missili con una gittata stimata fino a 500 chilometri, e i missili balistici a lancio aereo Kinzhal, che possono volare fino a 480 chilometri.
I missili ora seguono una traiettoria lineare prima di deviare all’ultimo momento e precipitare in una ripida picchiata finale o eseguire manovre che “confondono ed evitano” gli intercettori Patriot. Si tratta di una “svolta per la Russia”, ha dichiarato un ex funzionario ucraino. Con Kiev alle prese anche con il rallentamento delle consegne di intercettori di difesa aerea dagli Stati Uniti, la campagna missilistica ha distrutto strutture militari chiave e infrastrutture critiche in vista dell’inverno.