La Germania si riarma, Merz annuncia la svolta: centinaia di miliardi di euro per la difesa

Cdu/Csu e Spd verso la 'zeitenwende', la svolta epocale cercata e mai trovata dal cancelliere uscente Olaf Scholz. Ma dovranno vedersela col freno costituzionale che impone un controllo strettissimo sul deficit
23 ore fa
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Friedrich Merz e Lars Klingbeil
Da sinistra, Friedrich Merz e Lars Klingbeil (Afp)

La Germania si muove e si riarma. A dieci giorni dalle elezioni nazionali del 23 febbraio, Cdu/Csu e Spd, i partiti centristi che secondo le previsioni formeranno il prossimo governo, hanno trovato un accordo per creare un fondo da centinaia di miliardi di euro per investimenti nella difesa e nelle infrastrutture.

Una misura necessaria “di fronte alle minacce alla nostra libertà e alla pace nel nostro continente”, ha affermato il leader della Cdu e cancelliere in pectore Friedrich Merz ieri sera in conferenza stampa a Berlino. Merz ha anche ripreso il ‘Whatever It takes (‘qualunque cosa serva’)’ a cui esortava Mario Draghi nel 2012 per salvare l’euro, applicandolo alla difesa del Paese. All’epoca gli interventi della Banca centrale europea furono definiti ‘bazooka‘, e in molti ora stanno usando questo termine per il piano messo a punto da socialdemocratici e cristiano-democratici.

“Stiamo inviando un segnale ad amici e nemici: la Germania è qui, la Germania non si ritira”. ha dichiarato Markus Söder, primo ministro del Land Baviera e presidente della Csu, alleata di Merz. Söder ha aggiunto: “Ci stiamo riarmando – militarmente, ma anche economicamente e tecnologicamente”.

Oltre il freno al debito costituzionale

Si tratta di una svolta sorprendente per la Germania, storicamente restia all’indebitamento pubblico, tanto da avere in Costituzione una norma che impone un controllo strettissimo sul deficit, limitandolo allo 0,35% del Pil.

Che ne sarà dunque del blocco costituzionale che di fatto chiude al Paese margini di manovra per investire? Merz ieri ha spiegato che intende procedere con una modifica della Costituzione proprio per esentare le spese per la difesa e la sicurezza. Una mossa che aveva già adombrato in campagna elettorale, nonostante formalmente il suo partito fosse contrario, e che ora assume una consistenza concreta.

In sostanza il freno al debito non verrebbe del tutto smantellato, ma non riguarderebbe più le spese militari che superano l’1% del prodotto interno lordo tedesco.

Come contropartita all’ok dei socialdemocratici, i cristiano-democratici hanno accettato un fondo di 500 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture nel prossimo decennio.

Parallelamente, i colloqui di coalizione continueranno domani e venerdì, con l’obiettivo di concluderli “rapidamente”, come ha dichiarato Merz, che si aspetta progressi anche su temi come l’immigrazione, il bilancio, la competitività e la sicurezza interna.

Merz: “Decisioni non più rimandabili, gli sviluppi mondiali cambiano velocemente”

L’annuncio di Merz arriva lo stesso giorno in cui la sua compagna di partito e presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presentava gli strumenti con cui l’Europa potrà – e dovrà – aumentare le spese per la difesa, fino a 800 miliardi di euro.

E arriva a due giorni da un Consiglio europeo straordinario dedicato proprio ad Ucraina e difesa, in programma domani. L’incontro segue una serie di meeting di alto livello per far fronte a un contesto internazionale profondamente cambiato già solo nel primo mese e mezzo del secondo mandato di Donald Trump alla guida della Casa bianca.

Merz in conferenza stampa ha chiarito che la scelta di potenziare le infrastrutture di difesa tedesche ed europee “non può più essere rimandata dopo le ultime decisioni del governo americano”. Il riferimento è all’annunciato disimpegno degli Stati Uniti dalla sicurezza europea e dagli aiuti all’Ucraina, ma anche all’avvio di un tavolo di negoziati con la Russia senza Ue e Ucraina, ai dazi sulle importazioni europee, al sostegno dato all’estrema destra in diversi Paesi del blocco, alla lite senza precedenti tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky venerdì scorso nello Studio Ovale, solo per delineare a grandi linee il mutato panorama delle relazioni atlantiche – e a cascata internazionali.

Gli sviluppi politici in Europa e nel mondo si stanno evolvendo più velocemente di quanto avessimo previsto solo una settimana fa“, ha affermato Merz. “La Germania e l’Europa devono ora intraprendere sforzi straordinari per garantire le nostre capacità di difesa”.

“La sfida di investire in un’Europa forte e sicura è forse il compito più importante della mia generazione politica e, guardando alla Casa Bianca e agli eventi accaduti venerdì scorso con il presidente Zelensky, è diventato ancora più chiaro che abbiamo bisogno di molti più soldi per la nostra difesa e per la sicurezza in Europa”, ha commentato il co-leader Spd Lars Klingbeil.

Merz ieri ha anche fatto sapere di sostenere l’approvazione immediata di un pacchetto di aiuti all’Ucraina da tre miliardi di euro, bloccato in parlamento da settimane per problemi di finanziamento. Il futuro cancelliere ha anticipato che oggi incontrerà Olaf Scholz per parlare di questi fondi, “che possono essere approvati ora come spesa fuori bilancio“.

Intanto sempre ieri la Bundesbank (la Banca centrale tedesca) ha proposto una riforma del freno al debito per aumentare il limite per l’indebitamento netto annuale all’1,4% del Pil, misura che consentirebbe circa 220 miliardi di euro di margine di spesa aggiuntivo entro la fine del decennio.

Scoglio Bundestag

Spd e Cdu hanno trovato un accordo, ma tutto dipenderà se riusciranno a portare a casa la modifica costituzionale senza cui il piano rimarrebbe lettera morta. Per farlo, occorre la maggioranza di due terzi al Bundestag (il Parlamento nazionale tedesco).

In aula i partiti centristi dovranno fronteggiare l’ostilità sia dell’estrema destra di Alternative für Deutschland sia quella dell’estrema sinistra di Die Linke, due partiti che alle elezioni del 23 febbraio hanno fatto benissimo: Afd è arrivato secondo e la sinistra radicale ha ottenuto quasi il 9% dei voti. Entrambe le forze sono contrarie agli aiuti all’Ucraina, al riarmo e all’estensione del debito.

Questo spiega la fretta di Cdu e Spd, che vorrebbero far passare la riforma costituzionale la settimana prossima, dunque prima dell’insediamento del nuovo Parlamento il 25 marzo, approfittando del fatto che nell’attuale Bundestag godono di una maggioranza dei due terzi. Maggioranza che però comprende i Verdi, il cui ok non è scontato. Il partito non si è ancora espresso, ma è molto probabile che per accettare il piano per la difesa chieda in cambio investimenti nella protezione del clima, nella crescita economica e in infrastrutture. Intanto la co-leader Anna Baerbock ha abbandonato il suo incarico “per motivi personali”.

Gli ostacoli non finiscono qui: superato il Bundestag, il blitz Cdu/Spd potrebbe poi essere respinto al mittente dalla Corte Costituzionale. Insomma, il percorso per ‘der Plan’ è accidentato.

Cosa prevede ‘der Plan’

Der Plan si articola lungo tre direzioni:

• riforma del limite costituzionale del deficit del Paese per esentare la spesa per la difesa al di sopra del livello dell’1% del Pil
• istituzione di un nuovo fondo speciale extra-bilancio, esente anch’esso dal freno al debito, che metterebbe a disposizione altri 500 miliardi di euro in investimenti infrastrutturali nei prossimi dieci anni per stimolare l’economia tedesca, in recessione ormai da tre anni. “La spesa aggiuntiva per la difesa potrà essere assorbita solo se la nostra economia tornerà a un percorso di crescita stabile nel più breve tempo possibile” ha dichiarato Merz. Il piano fa riferimento in particolare a protezione civile, trasporti, ospedali, infrastrutture energetiche e per l’istruzione, assistenza, scienza, ricerca e sviluppo, digitalizzazione. 100 miliardi di euro saranno messi a disposizione dei Laender e dei Comuni.
allentamento delle regole particolarmente rigide sul debito per gli Stati regionali tedeschi.

Inoltre, in base all’accordo, entro il 2025 Il freno all’indebitamento dovrà essere rivisto per consentire nuovi investimenti.

Se il piano andrà a buon fine, sarà la Zeitenwende, la ‘svolta epocale’, che il cancelliere uscente Olaf Scholz voleva ma non ha mai realizzato?