Anche Parigi si militarizza, il generale: “La Francia deve accettare di perdere i suoi figli”

Dopo la Germania, anche la Francia vuole introdurre il servizio militare volontario
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Emmanuel Macron pensieroso
Emmanuel Macron in un'immagine di repertorio (Afp)

Anche la Francia vuole introdurre il servizio militare volontario. La notizia sta facendo il giro dei media d’Oltralpe, dopo le dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Fabien Mandon, il quale ha dichiarato che la “Francia deve accettare di perdere i suoi figli” per rispondere alle pressioni militari che incombono sul continente europeo. Parole forti che hanno trovato eco nel presidente francese Emmanuel Macron. Durante la sua visita a Johannesburg, in Sudafrica, dove partecipava al primo G20 mai tenutosi nel continente africano, il presidente francese ha confermato di star valutando l’introduzione di un servizio militare volontario per affrontare un mondo “pieno di incertezze”.

Aumentano le tensioni militari

Ad accrescere la tensione militare sul blocco dei 27 Stati membri c’è la volontà di realizzare un’Area Schengen Militare. Proposta nelle ultime settimane dalla Commissione europea, questa iniziativa vedrebbe protagonista la sburocratizzazione delle pratiche di mobilità degli eserciti dei singoli Stati che, in tre giorni, dovrebbero dare le necessarie autorizzazioni d’accesso alle forze militari esterne in caso di necessità. Dall’altro lato, il piano di pace statunitense per porre fine alla guerra in Ucraina sembra spaventare Macron e il disimpegno di Washington nel proteggere l’Europa da un’escalation del conflitto: “Se vogliamo davvero essere al sicuro, dobbiamo dissuadere l’altra parte dall’avanzare. La Francia deve continuare a essere una nazione forte con un esercito forte, ma anche con una capacità di rinascita collettiva”, ha dichiarato da Johannesburg.

Un esercito francese: il piano di Macron

Il piano di cui si discute in Francia vedrebbe il ripristino della leva obbligatoria. Questo giovedì 27 novembre 2025, pare che debba essere ufficialmente annunciato. L’idea era nata già il 13 luglio, davanti a una platea di ufficiali militari. Di fronte a un’Europa “in pericolo” a causa della “minaccia persistente” della Russia, ” abbiamo bisogno di una nazione capace di resistere, di mobilitarsi “, affermò all’epoca il presidente francese, promettendo “decisioni in questa direzione in autunno”.

E l’autunno è arrivato. Così, in linea con i lavori in corso in Germania per il ripristino del servizio militare su base volontaria e, insieme ai Paesi baltici e scandinavi che hanno mantenuto o ripristinato il servizio militare obbligatorio negli ultimi anni, la Francia non si tira indietro: “Molti Paesi vicini in Europa stanno reintroducendo il servizio militare nazionale”, ha osservato sabato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Fabien Mandon , su France 5, aggiungendo che questo è uno degli “elementi che devono essere rispettati nel nostro Paese”.

Come riporta il quotidiano francese Liberation, il Ministero delle Forze Armate ha rifiutato di commentare i dettagli di questo servizio, la sua durata o il suo costo all’Afp. Alice Rufo, Ministro Delegato per le Forze Armate, ha dichiarato alla radio France Info che “sono in corso lavori in tal senso“.

Secondo le stime che ci si appresta a conoscere nei prossimi giorni e divulgate dal quotidiano francese, sembra che il piano parigino preveda il reclutare di un comparto di giovani tra i 10 e i 50 mila all’anno. La leva militare, inizialmente su base volontaria, durerebbe dieci mesi e sarebbe retribuita con diverse centinaia di euro. Attualmente, l’esercito francese conta 200.000 effettivi in servizio attivo e 47.000 riservisti, e si prevede che aumenteranno rispettivamente a 210.000 e 80.000 entro il 2030.

La reazione politica e della società

Alcune forze politiche francesi hanno accolto con favore tale ipotesi: “Tutto ciò che può contribuire allo spirito di difesa, alla resilienza nazionale e all’espressione del sentimento patriottico latente nella popolazione è positivo”, ha commentato domenica su La Tribune Cédric Perrin (del partito dei Repubblicani), presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato. Così come, Jordan Bardella, presidente del Rassemblement national (Rn), ha dichiarato mercoledì di essere “favorevole” al ripristino del servizio militare, “a partire da un servizio aperto ai volontari”.

Dall’altro lato c’è chi adotta una linea più cauta, come Patrick Kanner, presidente del gruppo socialista al Senato: “Resto cauto sul tema e credo in un esercito professionale oggi. Dopodiché, se i giovani vogliono arruolarsi per la nazione, naturalmente, sono favorevole“, ha dichiarato domenica a France 3.

La reazione della società civile è stata più critica. Molti utenti online si sono affrettati a commentare la notizia ricordando, non solo che Emmanuel Macron non ha mai prestato servizio militare, ma che altre priorità incombono sul governo francese: quale, ad esempio, la guerra al narcotraffico. Un raduno a Marsiglia, nel weekend, ha reso omaggio a Mehdi Kecassi, un giovane 20enne assassinato da bande criminali della città. Suo fratello maggiore, Brahim, era stato altrettanto assassinato nel 2020.