Finlandia aumenta età massima riservisti a 65 anni: 125mila soldati in più per un esercito

Il ministro della Difesa finlandese Antti Häkkänen: “Rafforzeremo la difesa nordica, contribuiremo alla nostra cooperazione per rafforzare l'Ue e continueremo a sostenere incondizionatamente l'Ucraina”
3 giorni fa
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Ministro per la difesa finlandese Antti Häkkänen a colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Heikki Saukkomaa/Lehtikuva/Ipa)
Ministro per la difesa finlandese Antti Häkkänen a colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Heikki Saukkomaa/Lehtikuva/Ipa)

Il ministro della Difesa finlandese Antti Häkkänen vuole portare a 65 anni il limite d’età per essere convocati nei riservisti dell’esercito, rispetto agli attuali 60. L’obiettivo? Aumentare la forza armate disponibile in caso di guerra e aggiungere ben 125mila uomini e donne alla riserva attiva del Paese. A spiegarlo è stato lo stesso Häkkänen: “Proponiamo di aumentare l’età pensionabile a 65 anni – ha scritto il ministro su X -. Il cambiamento interesserà l’equipaggio, i sottufficiali e gli ufficiali. Dopo il periodo di transizione, la dimensione totale della riserva aumenterà fino a un milione di riservisti.” E questo “aumenterà la sicurezza della Finlandia”.

Il progetto sarà soggetto a consultazione pubblica, come previsto dal processo legislativo finlandese. Se approvata, entrerà in vigore nel 2026.

Difesa, così avanzano i Paesi nordici

Lo scorso aprile, è stato rinnovato il documento fondativo della Nordic Defence Cooperation (Nordefco), un accordo di collaborazione tra i paesi nordici, che comprendono Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, con l’obiettivo di rafforzare la capacità difensiva dei paesi membri attraverso la cooperazione in diverse aree. Per la prima volta tutti i Paesi nordici coinvolti nella Nordefco sono membri Nato e la Finlandia ne detiene la presidenza annuale.

La firma è avvenuta in occasione dell’incontro dei ministri della Difesa dei paesi nordici, ospitato proprio dal ministro della Difesa Antti Häkkänen a Rovaniemi.

È in quell’occasione che il ministro ha spiegato come intende contribuire alla difesa dell’Unione europea: “Stiamo rafforzando la difesa nordica con il rinnovato documento istitutivo di Nordefco. L’accordo getta le basi per il rapido rafforzamento della difesa comune e della sicurezza militare dell’approvvigionamento.

La cooperazione in materia di difesa nordica sta entrando in una nuova era, in cui rispondiamo alla mutata situazione di sicurezza nell’ambito della deterrenza e della difesa della Nato – ha spiegato il ministro -. Stiamo inoltre approfondendo la nostra cooperazione per rafforzare l’Ue e continuare a sostenere incondizionatamente l’Ucraina”.

Obbligo di leva in Finlandia

In Finlandia vige ancora l’obbligo di guerra. I cittadini di sesso maschile che abbiano compiuto 18 anni ne sono soggetto. Per le donne è facoltativo. Ogni anno sono circa 21mila coloro i quali completano il servizio militare. Inoltre, devono prestare servizio per una durata che va dai 165 ai 347 giorni, a seconda del ruolo e della formazione prevista o dell’incarico ricoperto. Finito l’incarico, si è in riserva militare automaticamente.

Con l’aumento dell’età massima dei riservisti “diamo a più persone la possibilità di partecipare alla difesa nazionale”, ha spiegato il ministro e esponente del Partito di Coalizione Nazionale, che ha aggiunto: “Non basta investire in riforme, acquisizioni di caccia o equipaggiamenti. Serve anche la partecipazione attiva dei cittadini finlandesi”.

Con le sue 870mila unità, la riserva militare finlandese vedrà il milione entro sei anni. Un richiamo alla guerra e a rendersene protagonisti, in qualche modo, viste le attuali condizioni geopolitiche che hanno costretto la Finlandia ad abbandonare la neutralità e aderire alla Nato nel 2023.

Come l’Ue si “prepara” ad un’eventuale guerra

Non solo i Paesi nordici. Tutti gli Stati membri dell’Unione europea si stanno preparando a munirsi di un esercito e a potenziare i propri strumenti e approvvigionamenti militari. Circa la metà ha chiesto di attivare la clausola di salvaguardia nazionale che consente maggiore flessibilità nella spesa per la difesa.

Così come, il programma di finanziamento europeo Rearm Europe prevede la raccolta di 150 miliardi di euro sui mercati dei capitali per rafforzare le capacità di difesa europee. La clausola garantirà agli Stati membri la flessibilità di bilancio per incrementare la spesa militare fino a un massimo dell’1,5% del Pil per anno, senza compromettere la sostenibilità finanziaria a lungo termine.

La Germania, ad esempio, proprio in questi giorni si è espressa con chiarezza sul proprio impegno in ambito militare. Il leader cristiano-democratico Friedrich Merz durante il suo primo discorso da neocancelliere davanti al Bundestag, il Parlamento tedesco, ha dichiarato che “la forza scoraggia l’aggressività, la debolezza la invita”. Per questo motivo, la Germania trasformerà il suo esercito convenzionale in quello più forte d’Europa.

I colloqui russo-ucraini

Lo sfondo è quello della guerra in corso tra Russia e Ucraina che divide e inasprisce il dibattito europeo da anni. Nelle ultime ore, i primi colloqui di pace in oltre tre anni tenutisi in Turchia, sono durati meno di due ore, senza segnali di progresso. La delegazione ucraina ha giudicato “inaccettabili” le richieste di Mosca, ritenendole fuori dalla realtà e ben lontane dai precedenti negoziati.

L’incontro è stato ulteriormente complicato dalla posizione dell’ex presidente Donald Trump, che ha dichiarato che non ci saranno sviluppi senza un suo diretto confronto con Vladimir Putin.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che la priorità di Kiev è un cessate il fuoco immediato e totale, minacciando nuove sanzioni contro l’economia russa nel caso di un rifiuto da parte di Mosca.

Mosca afferma di essere disposta a discutere una soluzione diplomatica, ma solleva dubbi sulle intenzioni di Kiev, sostenendo che potrebbe voler solo guadagnare tempo per rafforzare le sue forze armate e ricevere nuove forniture di armi occidentali. Gli alleati dell’Ucraina, invece, accusano Putin di non voler realmente negoziare la pace e di continuare a guadagnare tempo senza concreti passi avanti.

In sintesi, il divario tra le parti rimane profondo, e il vertice non ha prodotto risultati concreti, aumentando le tensioni sulla possibilità di una vera negoziazione.

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