Due Paesi dell’Unione europea acquisteranno droni subacquei per uso militare. A confermarlo è un produttore tedesco all’agenzia Reuters, secondo il quale due governi europei hanno già concordato la compravendita. Un segnale che conferma l’aumento della militarizzazione dei Paesi e che vede, il fronte est europeo, tra i più impegnati in questa direzione.
Secondo gli specialisti, i droni subacquei si prestano a vari usi militari, come il monitoraggio dei cavi sottomarini e il tracciamento dell’attività dei sottomarini e alla ricerca di mine sott’acqua. Possono arrivare a costare diversi milioni di dollari ciascuno, così come risulta tecnicamente impegnativo operare sotto la superficie terrestre per lunghi periodi di tempo. Ma per il produttore Euroatlas, con sede a Brema, nel nord ovest della Germania, i primi due contratti con due ministeri della Difesa europei, sono stati siglati.
Droni subacquei
I droni subacquei sono una delle novità del panorama produttivo militare moderno, i primi risalgono alla Guerra Fredda, quando la Marina degli Stati Uniti negli anni Cinquanta li impiegava per la bonifica delle mine subacquee. Si tratta di veicoli controllati a distanza, i più avanzati riescono ad essere anche autonomi, e sono progettati per svolgere missioni sotto la superficie del mare. Tali droni funzionano tramite una combinazione di sensori, alti sistemi di navigazione e propulsori per muoversi in acqua. Il loro scopo è quello di esplorare e operare in ambienti marini sia per la difesa sia per l’attacco, potendo essere dotati anche di armamenti come mine intelligenti.
Il collegamento con la “nave madre” può avvenire tramite dei cavi o attraverso sistemi di comunicazione acustici e radio.
I finanziamenti per la Difesa
A confermare che gli Stati europei, secondo le fonti almeno due, stiano spingendo verso la difesa anche delle acque territoriali, è il Ceo dell’azienda Euroatlas: “Gli accordi per il drone subacqueo Greyshark valgono complessivamente più di 100 milioni di euro”, ha dichiarato alla Reuters Eugen Ciemnyjewski, Ceo dell’azienda.
Il drone Greyshark è di medie dimensioni, autonomo e opera a lungo raggio. L’azienda afferma che il suo modello attuale ha un limite di autonomia massimo di 5,5 giorni e che sta lavorando a un modello in grado di trascorrere 16 settimane sott’acqua. Il drone sarà “in grado di effettuare missioni transoceaniche senza necessità di recupero o rifornimento”, si legge nella descrizione del prodotto.
Durante una recente dimostrazione marittima del drone Euroatlas in Germania, il ceo dell’azienda ha dichiarato che il drone sarebbe stato utilizzato per una speciale applicazione militare e non sarebbe stato trasformato in un’arma. Ma si è rifiutato di fornire ulteriori dettagli.
È noto che il loro impiego è diffuso nella guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha recentemente presentato l’ultima versione del suo drone navale di superficie Sea Baby, che può operare a distanze superiori a 1.500 chilometri e trasportare un carico utile fino a 2.000 chili.
E altri Paesi, extra Ue, stanno già finanziando progetti che riguardano questi strumenti: è il caso dell’Australia, il cui governo ha dichiarato che investirà 1,7 miliardi di dollari australiani per una flotta di veicoli sottomarini autonomi Ghost Shark, sviluppati dalla sua forza di difesa e dalla startup statunitense Anduril Industries.
