L’Unione europea sta inasprendo le regole sui visti ai cittadini russi a causa “delle continue azioni di disturbo con droni e degli atti di sabotaggio sul suolo europeo. Viaggiare nell’Ue è un privilegio, non un diritto acquisito”. Ad annunciarlo è l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, la quale, con un comunicato della Commissione europea, spiega che la stretta riguarderà i visti per ingressi multipli, che i cittadini russi non potranno più ottenere.
In sintesi, i cittadini russi dovranno richiedere un visto nuovo ogni volta che intendono viaggiare in uno degli Stati membri. Lo scopo? “Mitigare potenziali rischi per la sicurezza”, ha aggiunto Kallas.
Stretta sui visti ai russi
A seguito di una valutazione congiunta degli Stati membri nell’ambito della cooperazione dell’area Schengen, la decisione di impedire i visti a ingresso multiplo ai cittadini russi si è resa urgente, ma prevede “alcune eccezioni limitate”. A spiegarlo è stato il portavoce della Commissione europea Markus Lammert, nel corso del briefing giornaliero con la stampa, secondo cui le eccezioni riguardano l’emissione dei visti per i familiari stretti di cittadini russi residenti nell’Ue e i familiari di cittadini dell’Ue, “che potranno ottenere visti a ingresso multiplo validi fino a un anno. I lavoratori dei trasporti possono ancora ricevere tali visti fino a nove mesi. Ed eccezionalmente, in casi giustificati, gli Stati membri possono ancora rilasciare visti a ingresso multiplo a persone la cui affidabilità e integrità è fuori discussione. Ciò include dissidenti, giornalisti indipendenti, difensori dei diritti umani e rappresentanti di organizzazioni della società civile”.
La decisione non è retroattiva, ma si applicherà a coloro che ancora non hanno richiesto un visto di ingresso. L’entrata in vigore sarà a partire da domani e, trattandosi di una decisione di attuazione dell’esecutivo Ue basata sul codice dei visti, “tipicamente gli Stati membri vengono formalmente notificati un giorno dopo l’adozione da parte della Commissione”. L’adozione è avvenuta ieri pomeriggio, quindi gli Stati saranno aggiornati oggi. E da domani entrerà in vigore.
Droni nei cieli europei
La decisione della Commissione arriva dopo le chiusure aeroportuali del Belgio e della Svezia causate dal rilevamento di droni non identificati. Il portavoce della Commissione europea Thomas Regnier ha sottolineando in conferenza stampa che le attribuzioni sulla provenienza dei droni sono di competenza dei Paesi membri, ma anche come sia “chiaro, come ha detto anche la presidente Ursula von der Leyen, che questa è guerra ibrida e l’Europa è a rischio”.
Per questi motivi, il muro di droni è una “massima priorità” dell’Ue. “La risposta a queste minacce deve essere unita, deve essere europea, con un approccio a 360 gradi per proteggere tutti i nostri Stati membri”, ha concluso Regnier.
A partire dal primo trimestre del 2026 si darà il via ufficiale ai lavori per la messa a punto del piano e della sua realizzazione che è prevista entro la fine di dicembre 2026.
