Dalla guerra alla ripartenza: a Roma l’Europa disegna il futuro dell’Ucraina

Alla Ukraine Recovery Conference imprese, leader e istituzioni tracciano la rotta, dallo European Flagship Fund al progetto Brave Tech. Mentre Mosca accusa l'Occidente di voler prolungare il conflitto
4 giorni fa
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Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni
Da sinistra, Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni (Ipa/Fotogramma)

Saremo sempre al fianco dell’Ucraina”, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel primo giorno di lavori della Ukraine Recovery Conference di Roma. Mentre a Bruxelles andava in atto il voto di censura al suo operato, la tedesca ieri parlava alla Nuvola di Fuksas e annunciava non solo una dichiarazione di intenti ma anche qualcosa di molto pratico: la creazione di un fondo azionario a favore del Paese che da oltre 3 anni combatte l’aggressione russa.

Tra gli obiettivi dell’incontro c’era proprio quello di reperire fondi e investimenti, nell’ottica di organizzare la rinascita dell’Ucraina dopo il conflitto. Con la convinzione – non detta ma nemmeno troppo sotterranea – che è improbabile che la guerra finisca molto presto. Dunque, l’Ucraina ha bisogno anche e ancora di sostegno a lungo termine nella difesa.

La strada per questi obiettivi passa per diversi strumenti e richiede una mobilitazione del pubblico e del privato, come è stato ripetuto nella due giorni e come vedremo.

Lo European Flagship Fund, “il più grande fondo azionario al mondo per la ricostruzione”

Innanzitutto, mentre l’Ucraina continua a subire sanguinosi attacchi notturni con droni e missili balistici da parte russa, von der Leyen ha annunciato un ulteriore miliardo di euro di sostegno macrofinanziario che si aggiunge ai 3 miliardi già previsti dallo Ukraine Facility, e il lancio appunto dell’European Flagship Fund, “il più grande fondo azionario al mondo a sostegno della ricostruzione“, per investimenti in energia, trasporti, materie prime critiche e industrie a duplice uso: “Stiamo letteralmente scommettendo sul futuro dell’Ucraina”.

Con un capitale iniziale di 220 milioni di euro, il Fondo punta a mobilitare 500 milioni di euro entro il 2026 per sostenere le imprese che intendono investire nella ripresa dell’economia ucraina. “Sono particolarmente lieta che lo stiamo costruendo insieme a Italia, Germania, Francia, Polonia e alla Banca europea per gli investimenti”, ha affermato la tedesca aggiungendo di essere fiduciosa “che altri vorranno unirsi”.

“Le garanzie e le sovvenzioni che firmeremo in questa conferenza sbloccheranno oltre 10 miliardi di euro di investimenti per la crescita, la ripresa e la ricostruzione. E faremo in modo che l’Ucraina sia sostenuta fino al 2028″, quando entrerà in vigore il nuovo bilancio europeo, ha precisato ancora von der Leyen. A tal proposito, l’organizzazione dell’evento ha poi specificato che sono “circa 15 se si considerano i contratti firmati dalle imprese”.

La tedesca ha sottolineato il ruolo chiave del settore privato, i cui investimenti “saranno fondamentali per la ricostruzione”. “Il momento di investire è adesso”, ha concluso.

Brave Tech EU, un “investimento strategico nella sicurezza europea”

Durante la Conferenza, Unione europea e Ucraina hanno inoltre annunciato l’iniziativa congiunta ‘Brave Tech EU’, una più stretta collaborazione per accelerare l’innovazione nel settore della difesa rafforzando la sicurezza e le capacità tecnologiche sia dell’Ucraina che dell’Unione. “Un investimento strategico nella sicurezza europea”, lo hanno definito le parti in una nota.

“Si tratta di un progetto unico, il primo del suo genere, con un grande potenziale di successo, e un’esigenza fondamentale per rafforzare le capacità di difesa sia dell’Unione europea che dell’Ucraina e, in generale, la nostra sicurezza”, ha affermato il commissario europeo alla Difesa Andrius Kubilius presentando l’iniziativa insieme al ministro della Trasformazione Digitale ucraino Mykhailo Fedorov.

Secondo Kubilius, “l’esercito collaudato sul campo e l’industria della difesa innovativa dell’Ucraina rappresentano un’enorme risorsa per la nostra sicurezza comune”. Dunque, “ci saranno potenziali sovvenzioni e supporto azionario e allo sviluppo tecnologico”, con una “potenziale mobilitazione” di 50 milioni di euro da entrambe le parti.

Zelensky: solo gli amici sono “invitati a far parte” della ripresa dell’Ucraina

Lo stesso presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, intervenendo alla Conferenza, ha posto l’accento sulle capacità tecnologiche sviluppate dal proprio Paese, in particolare sui droni: “Tutto ciò che noi costruiamo in questo momento per proteggere l’Ucraina potrà essere utilizzato per proteggere anche tutte e tutti voi”.

Zelensky ha poi ribadito l’importanza di “aumentare i fondi, aumentare gli investimenti”, e ha chiesto che il settore della produzione di droni “possa essere sostenuto da tantissimi Paesi”, coinvolgendo aziende ucraine, europee, americane e oltre.

Ma, ha precisato, solo gli amici sono “invitati a far parte” della ripresa tecnologica, industriale ed economica dell’Ucraina.

Il ‘Piano Marshall’: 200 accordi per oltre 10 miliardi

Ripresa che passa per un ‘piano Marshall’: “Abbiamo bisogno di un piano di ripresa coeso e chiaro, simile al Piano Marshall perché, dopo un’aggressione su larga scala abbiamo bisogno di una ripresa su larga scala”. “Ricostruire l’Ucraina (…) è qualcosa che riguarda anche i vostri Paesi, le vostre società, le vostre tecnologie, i vostri posti di lavoro”, ha precisato il premier ucraino aggiungendo che “contiamo sull’Italia, che sarà molto attiva su questa strada”.

Nel primo giorno della Conferenza sono stati siglati oltre 200 accordi per un valore di oltre 10 miliardi di euro: un traguardo importante ma inferiore rispetto alla Conferenza di Berlino dello scorso anno, in cui furono firmati circa 100 accordi per circa 16,5 miliardi di euro.

Meloni: “Oggi punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina”

La premier Giorgia Meloni, padrona di casa dell’evento, non ha deluso Zelensky, garantendo l’impegno del governo e sottolineando che l’Italia “è dalla parte dell’Ucraina. Non la lasceremo sola, né oggi né domani”. Meloni ha definito la sfida per la ricostruzione “una partita che possiamo vincere solo se possiamo contare su una robusta mobilitazione di capitali privati, sulla loro capacità di attrarre investimenti”.

E ha esortato il settore privato, ampiamente presente alla conferenza di Roma con oltre 1.000 imprese: “Non abbiate paura di investire, di costruire, di ricostruire in Ucraina”.

Meloni ha anche evidenziato la resilienza italiana, ricordando che “siamo il popolo che ha costruito il miracolo economico degli anni ’60 sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina, che costruiremo insieme”.

Gli Usa nella ‘Coalizione dei Volenterosi

Qualsiasi discorso sull’Ucraina non può però prescindere dagli Usa, presenti alla Conferenza attraverso l’inviato speciale del presidente Donald Trump Keith Kellogg. Oggi Trump ha fatto sapere che continuerà a fornire armi all’Ucraina tramite la Nato, dopo aver sospeso la consegna dei Patriot all’Ucraina.

Intanto ieri, nel contesto della Conferenza, per la prima volta gli Usa hanno partecipato a una riunione della Coalizione dei Volenterosi: Kellogg e i senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal hanno preso parte ad una call organizzata dalla base militare di Northwood dal premier britannico Keir Starmer e dal presidente francese Emmanuel Macron, anime della Coalizione.

Alla “riunione dei volenterosi” hanno partecipato trenta leader internazionali, tra cui Meloni, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro polacco Donald Tusk, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa – tutti presenti a Roma.

Merz ha chiesto agli Stati Uniti senza giri di parole di stare con gli europei al fianco dell’Ucraina: “Restate con noi europei, vogliamo lo stesso obiettivo, un ordine politico ed economico stabile”. Kellogg ha risposto – in tedesco – dicendo che gli Usa “sono qui per voi”. Kellogg, inoltre, ha definito la guerra una “catastrofe orribile”, sottolineando che “tutto questo non può continuare“. E ha concluso: “La distruzione creata dalla guerra è il motivo per cui gli Stati Uniti sono partner dell’Ucraina, in modo che possano portare avanti uno sforzo di ricostruzione dopo l’accordo di pace”.

Mosca: “Dai Paesi occidentali logica cinica e menzognera”

Ma anche la Russia ha detto la sua, definendo la conferenza un evento che “ben rispecchia la logica cinica e menzognera che viene perseguita dai leader dei Paesi occidentali, Italia compresa” e accusando l’Occidente di “finanziare la prosecuzione della guerra sine die”. Inoltre Mosca ha sostenuto che occorre affrontare le radici del conflitto. Il problema è che per Putin ‘affrontare le radici del conflitto’ significa accettare tutte le sue condizioni, mantenute graniticamente in questi mesi, come lo stesso Trump ha potuto constatare. Il presidente Usa ha in programma una dichiarazione importante sulla Russia lunedì prossimo, che ci si aspetta essere una sua decisione sulle sanzioni contro il Cremlino, in discussione al Senato.