Dai Paesi Bassi 500 mln di euro in armi Usa per l’Ucraina: il nuovo piano di Trump per la Nato prende corpo

Amsterdam acquista il primo pacchetto di aiuti militari nell'ambito del Prioritised Ukraine Requirements List: un investimento che cambia le regole del supporto all’Ucraina e il funzionamento dell'Alleanza Atlantica
3 ore fa
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Segretario General Nato Mark Rutte
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte (Ipa/Fotogramma)

I Paesi Bassi ‘rompono il ghiaccio’ e diventano il primo membro della Nato ad acquistare armi dagli Stati Uniti da destinare all’Ucraina nell’ambito del nuovo piano promosso dal presidente statunitense Donald Trump, il ‘Prioritised Ukraine Requirements List (Purl)’.

Amsterdam ha annunciato ieri che finanzierà l’acquisto di armi Usa, tra cui componenti e missili Patriot, con 500 milioni di euro. Il ministro della Difesa, Ruben Brekelmans, ha dichiarato su X che la misura è fondamentale per aiutare le forze ucraine a fermare l’aggressione russa e per rafforzare la sicurezza del blocco europeo. Una posizione condivisa col premier Dick Schoof.

Anche il segretario generale della Nato Mark Rutte ha espresso soddisfazione per l’iniziativa di Amsterdam e ha invitato gli alti Stati membri a fare altrettanto. “È bello vedere i Paesi Bassi assumere la leadership e finanziare il primo pacchetto di equipaggiamento militare statunitense per l’Ucraina, nell’ambito del Purl”, ha scritto l’ex premier olandese su X.

Rutte ha anche elencato i Paesi che finora hanno manifestato interesse a partecipare al programma: Germania, Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Canada.

Proprio la Germania dovrebbe consegnare a breve dei Patriot all’Ucraina. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, infatti, ha annunciato venerdì scorso che, in base ad accordi con il Dipartimento della Difesa Usa, il Paese sarà il primo a ricevere i nuovi sistemi di difesa aerea Patriot americani, dopo aver accettato di fornire al Paese invaso dalla Russia le proprie batterie,

Il fattore Trump

Trump, tornato alla Casa Bianca a fine gennaio, da mesi sta esercitando pressioni perché l’Europa si assuma la responsabilità della propria difesa (ma comprando armi Usa), nell’ottica di un progressivo disimpegno statunitense dal Vecchio Continente. In questa logica, gli Stati Uniti continueranno a fornire armi all’Ucraina solo se a pagarle saranno gli altri alleati. In assenza di ulteriori dettagli, la Nato sta coordinando il cambiamento, stabilendo pacchetti da 500 mln di euro, finanziati dagli europei e dal Canada, che includono “equipaggiamenti e munizioni identificati dall’Ucraina come priorità operative“.

Quello acquistato dai Paesi Bassi, dunque, è uno – il primo – di questi pacchetti.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che questi aiuti sono “un contributo essenziale allo scudo aereo contro il terrore russo” e che contribuiranno “a salvare vite umane”, arrivando “in un momento critico”.

Anche gli Usa si sono detti molto soddisfatti e fiduciosi che anche altri alleati procederanno in questa direzione “a breve”, come sottolineato dall’ambasciatore statunitense presso la Nato, Matthew Whitaker.

Danimarca, Norvegia e Svezia: impegno congiunto per 420 mln di dollari

E in effetti oltre la Germania e i Paesi Bassi si registrano altri movimenti: Danimarca, Norvegia e Svezia hanno appena annunciato un impegno congiunto da 420 milioni di dollari per l’acquisto di armi per l’Ucraina, sempre nell’ambito del Purl.

Il ministro della Difesa norvegese, Tore O. Sandvik, ha evidenziato che il nuovo finanziamento nasce per fornire rapidamente al Paese in guerra con Mosca “le attrezzature di cui ha bisogno”, perché, ha sottolineato Ebba Busch, vicepremier e ministra dell’Energia e dell’Industria svedese, “la causa dell’Ucraina è la nostra causa”.

Rutte si è detto soddisfatto anche di questa iniziativa, scrivendo su X: “Sono grato a Danimarca, Norvegia e Svezia per la rapida azione volta a finanziare un pacchetto di supporto militare statunitense all’Ucraina”: “questo fornirà attrezzature salvavita e rifornimenti essenziali alla prima linea, rafforzando la posizione dell’Ucraina e aiutandola a scoraggiare le aggressioni nel perseguimento di una pace duratura”.

Il vertice Nato dell’Aja

Mentre tuttavia la pace duratura al momento sembra ancora piuttosto lontana, le iniziative dei Paesi Bassi, della Svezia, della Norvegia e della Danimarca, oltre alla Germania, testimoniano uno shift, uno spostamento del funzionamento della Nato e del finanziamento alla guerra in Ucraina nella direzione voluta da Trump. D’altronde, mentre il blocco cerca di diventare indipendente il più possibile e il prima possibile dagli Usa, la realtà dimostra che per sostenere l’Ucraina le armi occorre ancora prenderle dagli Usa.

Ne è un ulteriore esempio il vertice Nato che si è tenuto lo scorso giugno a L’Aja, durante il quale gli alleati hanno acconsentito alla richiesta del presidente Usa di aumentare sensibilmente le spese per la difesa: i 32 membri infatti si sono impegnati ad investire in difesa e sicurezza fino al 5% del proprio prodotto interno lordo. Di questi, il 3,5% da destinare alla spesa militare in senso stretto, e l’1,5% comprensivo di voci più ampie legate alla sicurezza nazionale. Un impegno da molti considerato poco realizzabile, e nei fatti spalmato sugli anni a venire, ma quello che sembra evidente è un cambiamento radicale negli equilibri dell’Alleanza Atlantica.