Berlino si riarma in caso di guerra: dalle truppe volontarie ai droni kamikaze

Le resistenze del Bundestag alle proposte del ministro Pistorius
7 ore fa
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Soldato Tedesco Canva

La Germania, in linea con gli sforzi di rafforzamento della sicurezza europea e il raggiungimento dei nuovi requisiti fissati dalla Nato, sta lavorando per potenziare le sue forze armate.

L’obiettivo principale è ambizioso: aumentare il numero di soldati attivi dagli attuali 180 mila a 260 mila entro i primi anni del 2030 e dotarsi di droni kamikaze. Ma al Bundestag, il parlamento tedesco, non mancano le proteste.

Il dilemma della leva obbligatoria in Parlamento

Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha proposto un nuovo modello per reclutare nuovi soldati negli scorsi mesi. La Germania ha abolito il servizio militare obbligatorio nel 2011 e da allora ha faticato a raggiungere i suoi obiettivi di personale militare. Il nuovo piano, perciò, si basa inizialmente sul reclutamento volontario per incrementare il numero di soldati e riservisti.

Ma il progetto incontra ostacoli nel Bundestag, dove sussistono resistenze da parte dei legislatori, inclusi membri del partito di Pistorius, i socialdemocratici, e alcuni conservatori legati al cancelliere Friedrich Merz. Nonostante le difficoltà, Pistorius si è detto fiducioso che la coalizione di governo riuscirà a trovare un accordo per far entrare in vigore la legge all’inizio dell’anno prossimo.

Convincere i giovani ad arruolarsi

Come ha spiegato alla Reuters, il ministro tedesco intende convincere le giovani generazioni “con motivazioni concrete”. L’importanza di avere un esercito robusto rappresenterebbe un deterrente “contro nazioni come la Russia”. Per questo motivo, ha respinto l’idea di una lotteria per la coscrizione obbligatoriaprevista in passato come strumento per arruolare i giovani del Paese – perché porterebbe “frustrazione” alle nuove generazioni. Il Ministero non intende puntare su soldati “privi di motivazione”, ma su giovani che abbiano il piacere di tutelare la Patria.

Un elemento fondamentale del piano di Pistorius è l’istituzione di test medici universali per i giovani uomini. Questo processo di valutazione medica è ritenuto essenziale per far sì che, in uno scenario di attacco, la Germania possa determinare rapidamente “chi è operativamente in grado di proteggere la Patria e chi non lo è”, evitando perdite di tempo preziose.

La corsa alla tecnologia dei “droni kamikaze”

E non solo soldati. Parallelamente all’aumento del personale, la Germania si sta affrettando per recuperare il ritardo tecnologico, specialmente nel campo degli armamenti e guarda ai droni monouso o “kamikaze”. Questa tecnologia si è dimostrata cruciale nel conflitto in Ucraina, essendo utilizzata intensamente sia dalle forze russe che da quelle di Kiev.

Ma anche l’acquisizione di questi armamenti ha suscitato polemiche in Germania, poiché alcuni politici le associano storicamente alle esecuzioni extragiudiziali mirate compiute dalle forze statunitensi in Afghanistan. Attualmente, il Ministero della Difesa sta portando avanti una fase di test che coinvolge tre diverse aziende e che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Solo dopo la fase di prova, ne verrà selezionata una e sarà presentata una proposta di regolamento al parlamento per l’approvvigionamento.

Nonostante alcune indiscrezioni riportate dal Financial Times suggeriscano contratti da circa 300 milioni di euro ciascuno per le start-up della difesa Helsing e Stark, e per il colosso Rheinmetall, Pistorius ha precisato che nessun accordo definitivo è stato ancora raggiunto in merito all’assegnazione dei contratti per i droni.

Eppure, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild, a fine ottobre si è svolto un test segreto con un drone presso il campo di addestramento della Bundeswehr a Münster, la Bassa Sassonia. Alcuni dei presenti avrebbero confermato al Bild che le aziende Helsing e Stark avevano presentato i loro droni in un test pratico, per un totale di 19 voli di prova: 17 da parte di Helsing, 2 da parte di Stark. Durante i test, i droni avrebbero dovuto colpire un bersaglio senza testate nucleari. Mentre tutti i voli di Helsing hanno avuto successo entro i parametri richiesti, il drone di Stark avrebbe mancato il bersaglio due volte, chiedendo alle forze armate tedesche più tempo per ottimizzare ulteriormente i propri sistemi. Secondo le informazioni in possesso del quotidiano, l’azienda Rheinmetall non si è presentata affatto al test, che, secondo gli addetti ai lavori, era stato programmato con largo anticipo.

“Incredibilmente – scrive il Bild -, solo pochi giorni dopo tutti e tre i fornitori hanno ricevuto dal Ministero federale della difesa tedesco l’impegno di fornire droni kamikaze del valore di 300 milioni di euro ciascuno alle forze armate tedesche”.

Le iniziative della Germania, in quanto potenza economica centrale dell’Unione europea, riflettono una crescente consapevolezza della necessità di investimenti significativi nel campo della Difesa, non solo per rispettare gli impegni Nato, ma anche per rafforzare il deterrente complessivo a livello continentale. Il dibattito in corso può essere, quindi, visto come un complesso ingranaggio politico che cerca di modernizzare le difese nazionali: la Germania sta cercando di bilanciare la necessità di nuove truppe volontarie con l’acquisizione di strumenti avanzati e rapidi (i droni kamikaze), affrontando resistenze sia sul fronte del bilancio che su quello etico, in un percorso non privo di ostacoli .