Prevenire, individuare, rispondere e riparare, scoraggiare. Questi i quattro pilastri su cui poggia la comunicazione congiunta della Commissione e dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza per rafforzare la sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini, presentata oggi a Helsinki, in Finlandia, dalla vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen.
L’iniziativa è una risposta alla serie di incidenti ‘misteriosi’ che in pochi mesi hanno coinvolto diversi Stati europei, soprattutto nel Mar Baltico. Ma il piano d’azione, specifica la Commissione, vale per tutti i mari d’Europa.
I cavi di comunicazione sottomarini trasportano il 99% del traffico Internet intercontinentale, e quelli elettrici rafforzano la loro sicurezza di approvvigionamento e forniscono energia rinnovabile offshore alla terraferma. Dunque sono fondamentali per le comunicazioni globali e la sicurezza energetica.
La loro sicurezza deve essere migliorata, spiega la Commissione, per fronteggiare eventuali attacchi ‘ibridi (leggasi, messi in opera dalla Russia)’ che possono creare seri problemi ai servizi essenziali, con un impatto diretto sulle vite di tutti.
Virkkunen, in conferenza stampa, ha avvisato: “Quasi tutto può essere usato come arma contro di noi“, dall’uso manipolatorio dei migranti agli attacchi informatici, fino al danneggiamento delle infrastrutture critiche dei Paesi membri. Ma “chiunque sia ritenuto responsabile di sabotaggio dovrebbe essere punito di conseguenza”, ha puntualizzato la vicepresidente.
I quattro pilastri
Più nel dettaglio, le misure chiave includono:
Prevenzione: ovvero ridurre il numero e l’impatto degli incidenti e rendere più difficile per qualsiasi malintenzionato mettere a rischio la sicurezza dell’Unione. A tal proposito, le azioni chiave proposte dal piano sono: rafforzare i requisiti di sicurezza e le valutazioni dei rischi per i cavi sottomarini, dando priorità ai finanziamenti per la realizzazione di cavi nuovi e intelligenti e consentendo un aumento delle ridondanze in modo da aumentare la resilienza in caso di sabotaggi.
Tra il 2025 e il 2027, fa sapere la Commissione, saranno investiti 540 milioni di euro per progetti di infrastrutture digitali, compresi i cavi sottomarini intelligenti.
Rilevamento: ovvero identificare e anticipare le minacce in tempo reale, attraverso migliori capacità di monitoraggio dei bacini marittimi, come il Mediterraneo o il Mar Baltico, per costruire un quadro completo della situazione. L’obiettivo è avere avvisi tempestivi e risposte più efficaci. A tal fine si prevede di istituire un Meccanismo di Sorveglianza Integrata per ogni mare. Su base volontaria, con un approccio “civile e militare”. Il commissario alla Difesa Andrius Kubilius, presente alla comunicazione, ha sottolineato che l’Ue intende installare una rete di sensori sottomarini e utilizzare droni a doppio uso (civile e militare).
Risposta e ripresa: ovvero ridurre i tempi di risposta e riparazione per rafforzare la resilienza. In questo contesto, l’Unione deve migliorare l’efficienza del quadro di crisi a livello Ue per un’azione rapida in caso di incidenti e aumentare la capacità di rispondere in modo coordinato e solidale con gli Stati membri più colpiti.
Deterrenza: ovvero, applicare sanzioni e misure diplomatiche nei confronti di attori ostili e della “flotta ombra”, sfruttando appieno il pacchetto di strumenti ibridi per affrontare le campagne ibride. Ciò include anche la promozione della “diplomazia dei cavi” con i partner globali. In sostanza, l’Unione intende aumentare i costi a carico dei malintenzionati, con strumenti per qualificare, provare, attribuire formalmente e sanzionare le azioni di sabotaggio.
Bruxelles ha in mente la flotta ombra russa, grazie alla quale Mosca elude le sanzioni e, si sospetta, compie le azioni di sabotaggio. Attualmente sono 79 le imbarcazioni oggetto di misure restrittive e lunedì prossimo, con l’adozione del sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, saranno raggiunte da altre 73.
Cosa succede ora
Il piano d’azione presentato oggi, sottolinea la Commissione, non è un’iniziativa isolata ma si integra con i lavori in corso del gruppo di esperti sulle infrastrutture dei cavi sottomarini, composto dagli Stati membri e dall’Agenzia dell’Ue per la cybersicurezza (Enisa). Non solo, ma è complementare alle attività della Nato e a sostegno degli sforzi nazionali e regionali.
Azioni specifiche verranno implementate tra il 2025 e il 2026. Entro quest’anno la Commissione e l’alto rappresentante dovrebbero presentare, tra le altre cose, la mappatura delle infrastrutture in cavo sottomarino esistenti e pianificate, una valutazione coordinata dei rischi sui cavi sottomarini, un pacchetto di misure di mitigazione per la sicurezza dei cavi e un elenco prioritario di progetti in cavo di interesse europeo.
La sicurezza delle infrastrutture critiche dell’Ue inoltre sarà un elemento importante della prossima strategia di sicurezza interna, anche in base alla relazione Niinistö su come migliorare la preparazione e la prontezza dell’Europa in materia civile e di difesa.