Un aereo contro la Tour Eiffel, bufera sulla compagnia Pakistan Airlines

La società è finita nella bufera dopo aver pubblicato sui social un'immagine che ritrae un aereo che si avvicina al simbolo di Parigi
7 ore fa
2 minuti di lettura
Pakistan Airlines Post Social
Il post della compagnia aerea pakistana_social

Neanche il tempo di uscire dalla black list delle compagnie aeree vietate in Ue che Pakistan International Airlines rischia di tornarci. La società è finita nella bufera dopo aver pubblicato sui social un’immagine che ritrae un aereo in volo verso la Tour Eiffel. Impossibile non pensare all’11 settembre anche se, dice Pakistan Airlines, l’intenzione della compagnia era celebrare la ripresa dei voli diretti Islamabad-Parigi.

Il post di Pakistan Airlines

Il post ritrae un Boeing 777 della compagnia aerea che sembra puntare il monumento simbolo della capitale francese. In mezzo campeggia la scritta “Parigi, stiamo arrivando”, che, con quella immagine, sembra più una minaccia che una promessa nonostante il chiaro riferimento ai voli, tornati dal 10 gennaio 2025, evidenziato nella parte inferiore del post.

Il richiamo del governo e i collegamenti con l’11 settembre

L’annuncio non è piaciuto neanche internamente: martedì scorso il primo ministro del Pakistan, Shehbaz Sharif, ha ordinato un’indagine sulle modalità con cui la compagnia aerea nazionale ha approvato una pubblicità con quel tipo di illustrazione. Diverse inchieste hanno confermato il coinvolgimento del Paese negli attacchi dell’11 settembre 2001.

Negli anni ’80 e ’90, il Pakistan ha sostenuto i mujaheddin afghani nella loro lotta contro l’Unione Sovietica, creando legami con vari gruppi militanti. Tra questi, Al-Qaeda, guidata da Osama bin Laden, trovò rifugio in Afghanistan sotto la protezione dei Talebani, un gruppo sostenuto dal Pakistan. Sebbene non ci siano prove concrete che il governo pakistano abbia orchestrato gli attacchi, sono stati registrati alcuni legami tra elementi dell’intelligence pakistana e Al-Qaeda. La ‘mente’ degli attentati alle Torri Gemelle, Khalid Shaikh Mohammed, è stato arrestato in Pakistan nel 2003 e anche Osama bin Laden, il leader di Al Qaeda, si trovava in Pakistan quando è stato ucciso dalle forze statunitensi in Pakistan nel 2011.

Dopo l’11 settembre, il Pakistan divenne un alleato chiave degli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo, ma emersero accuse di “doppio gioco”, in cui il Pakistan avrebbe sostenuto gruppi militanti per perseguire i propri interessi strategici.

Lo scandalo delle licenze false

Il vettore pakistano era finito nelle black list delle compagnie vietate in Europa e negli Usa per gravi lacune nella sicurezza. Le indagini sono iniziate dopo il tragico incidente aereo del 22 maggio 2020 a Karachi, in Pakistan, che causò la morte di 97 persone. Ciò che emerse gettò un’ombra inquietante sulla Pia e sull’aviazione pakistana.

A giugno 2020, il ministro dell’aviazione pakistano rivelò che circa 150 piloti della Pakistan International Airlines erano stati sospesi a causa di sospetti sulla validità delle loro licenze. Questa mossa faceva parte di un’indagine più ampia che ha portato alla luce il fatto che oltre 260 piloti nel Paese possedevano licenze considerate false o dubbie. Secondo i rapporti, molti piloti avevano corrotto intermediari per far sostenere i loro esami di abilitazione da altre persone.

Corruzione e pene

L’indagine ha coinvolto anche la Civil Aviation Authority (CAA) pakistana, con accuse di corruzione sistematica nei processi di emissione delle licenze. Funzionari della CAA sarebbero stati implicati nel rilascio fraudolento di autorizzazioni a piloti non qualificati, aggravando ulteriormente la crisi di credibilità.

L’inchiesta ha portato a procedimenti legali contro numerosi dipendenti della Pia. Nel dicembre 2024, quattro ex dipendenti, tra cui due piloti e un membro dell’equipaggio, hanno ammesso di aver utilizzato diplomi falsi per ottenere promozioni e assunzioni all’interno della compagnia aerea.

Un audit approfondito ha rivelato che 457 dipendenti del vettore erano stati assunti sulla base di qualifiche falsificate. Una scoperta che ha confermato l’entità dello scandalo.

A distanza di anni e dopo diversi interventi governativi, il vettore è uscito dalla black list dei voli vietati dall’Unione europea. Ma ha scelto il modo sbagliato per festeggiare la notizia.