Siamo davvero vicino a uno storico incontro tra Putin e Zelensky? Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, Vladimir Putin sembra accerchiato da tutti. Non solo l’Ucraina, ma anche gli storici amici della Cina e i nuovi amici statunitensi spingono il presidente russo ad accettare i colloqui con Volodymyr Zelensky, previsti per il 15 maggio a Istanbul.
È stato lo stesso presidente russo a lanciare la proposta prima di rifiutare la tregua di 30 giorni proposta dall’omologo ucraino. A quel punto è intervenuto Donald Trump per chiedere a Zelensky di accettare l’incontro, pur senza tregua, e rilanciare la proposta di pace nonostante continuino gli attacchi. Questa mattina un attacco di droni russi contro l’infrastruttura ferroviaria ucraina nella regione di Donetsk ha ferito un macchinista di un treno merci civile. “Le proposte di tregua vengono ignorate, gli attacchi ostili alle infrastrutture ferroviarie continuano”, ha scritto la società ferroviaria ucraina Ukrzaliznytsia in un post su Telegram, mentre il Segretario di Stato americano Marco Rubio chiede un “cessate il fuoco immediato in Ucraina”. Ma andiamo con ordine.
L’invito di Putin a Zelensky
La proposta di colloqui diretti è arrivata sabato 10 maggio, quando Putin ha annunciato in un discorso televisivo la volontà di avviare negoziati con l’Ucraina a Istanbul, con l’obiettivo di raggiungere una “pace duratura“. Il presidente russo ha affermato di voler discutere con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan per ottenere il supporto logistico necessario, ricordando che una proposta simile era già stata avanzata nel 2022, ma i negoziati si erano interrotti senza risultati.
“Proponiamo che le autorità di Kiev riprendano i negoziati interrotti alla fine del 2022, riprendendoli direttamente e senza precondizioni. Proponiamo di iniziare senza indugio giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul, dove si erano svolti in precedenza e dove erano stati interrotti”, ha detto Putin sostenendo che “Mosca ha ripetutamente avanzato iniziative per un cessate il fuoco, ma Kiev le ha sabotate. Kiev ha violato 130 volte la moratoria di 30 giorni sugli attacchi agli impianti energetici e quasi cinquemila volte la tregua di Pasqua. I leader occidentali cercano sinceramente soluzioni per risolvere la situazione in Ucraina. La Russia ha comunicato ai leader occidentali che in futuro potrebbe estendere il cessate il fuoco annunciato durante le celebrazioni per l’anniversario della Vittoria“.
Trump entusiasta: “Giornata potenzialmente grandiosa”
Dopo la firma dell’Accordo sulle terre rare, dagli States si sono moltiplicate le voci secondo cui Trump si sarebbe defilato dalle trattative per la pace in Ucraina, stufo dei continui tira e molla di Putin e Zelensky. L’apertura di Putin, invece, potrebbe aver riacceso l’entusiasmo del leader statunitense: “Questa è una giornata potenzialmente grandiosa per la Russia e per l’Ucraina”, ha scritto il tycoon su Truth dopo l’invito di Putin a Zelensky. “Pensate alle centinaia di migliaia di vite che saranno salvate se questo interminabile bagno di sangue finirà, come si spera”. Insomma “sarà un mondo completamente nuovo e molto migliore”, ha scritto il presidente Usa che ha garantito: “Continuerò a lavorare con entrambe le parti per assicurarmi che ciò accada” mentre, sul fronte economico, “Gli Stati Uniti vogliono invece concentrarsi sulla ricostruzione e sul commercio”.
Cosa significa “senza precondizioni” e cosa vuole davvero Putin
Con il messaggio rilanciato il 10 maggio, Putin sostiene che la Russia sarebbe disposta a sedersi al tavolo delle trattative con l’Ucraina senza che Kiev debba prima accettare determinate richieste russe. Tuttavia, è importante notare che, nonostante questa dichiarazione di apertura “senza precondizioni”, Putin ha comunque delineato obiettivi specifici per i colloqui, affermando che “gli obiettivi dei colloqui sono chiari: eliminare le cause profonde del conflitto e garantire gli interessi della Federazione Russa”.
Secondo alcune fonti, dietro questa apparente apertura, Putin continuerebbe a mantenere richieste territoriali molto (forse troppo) alte, insistendo “sul fatto che la Russia deve assumere il controllo di quattro regioni dell’Ucraina che non occupa completamente, come parte di un eventuale accordo per porre fine alla sua guerra”.
Zelensky e la coalizione dei volenterosi hanno proposto un cessate il fuoco immediato come condizione per l’avvio dei negoziati, ma Trump ha convinto il leader ucraino a incontrare Putin in Turchia, anche se il presidente russo ha respinto la tregua momentanea.
Il rifiuto russo di un cessate il fuoco e la mediazione di Trump
Ancora una volta, i tempi sono stati scanditi da Donald Trump: “Il presidente Putin non vuole avere un cessate il fuoco con l’Ucraina ma vuole vedersi giovedì in Turchia per negoziare una possibile fine si questo bagno di sangue. L’Ucraina dovrebbe accettare immediatamente“, ha scritto il tycoon sul suo social Truth sottolineando che, accettando, Kiev avrebbe modo di determinare “se un accordo è possibile”. In caso contrario, Trump promette di non sfilarsi: “Se non è possibile un accordo, i leader europei e gli Stati Uniti sapranno come stanno le cose e potranno procedere”.
Ma si sa, quando si parla di Donald Trump, “se” e condizionali sono d’obbligo. Lo stesso presidente americano chiude il post con una frase ambigua: “Inizio a dubitare che l’Ucraina farà un accordo un Putin, che è troppo impegnato a celebrare la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, che non sarebbe stata vinta senza gli Stati Uniti”.
La Cina spinge per un “accordo di pace vincolante”
Dopo l’incontro a Mosca tra Xi Jinping e Vladimir Putin a Mosca per le celebrazioni del Giorno della Vittoria, la Cina ha invitato pubblicamente i due Paesi a trovare un accordo definitivo:
“Sosteniamo tutti gli sforzi che favoriscono la pace e speriamo che le parti rilevanti decideranno di continuare a risolvere il problema attraverso il dialogo e la negoziazione”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian, sollecitando nel briefing quotidiano un “accordo di pace vincolante che sia accettabile per tutte le parti“. Nelle stesse ore le delegazioni commerciali di Usa e Cina si sono incontrate in Svizzera per trattare sui dazi, raggiungendo una tregua di 90 giorni e un importante riavvicinamento.
Zelensky accetta, mentre continuano gli scontri
Replicando all’invito del presidente russo, Zelensky ha scritto su X: “È un segnale positivo che i russi abbiano finalmente iniziato a considerare la fine della guerra. Il mondo intero lo aspettava da molto tempo. E il primo passo per porre fine a qualsiasi guerra è un cessate il fuoco. Non ha senso continuare a massacrare anche solo per un giorno. Ci aspettiamo che la Russia confermi un cessate il fuoco – completo, duraturo e affidabile – a partire da domani, 12 maggio, e l’Ucraina è pronta a incontrarsi”. Il leader ucraino ha quindi aggiunto: “Attendiamo un cessate il fuoco completo e duraturo, a partire da domani, per fornire le basi necessarie alla diplomazia. Non ha senso prolungare le uccisioni. E aspetterò Putin in Turchia giovedì. Personalmente. Spero che questa volta i russi non cerchino scuse“.
Intanto, la proposta di tregua è stata scartata come racconta la martoriata Ucraina. Oltre all’attacco ferroviario succitato, Kiev è stata colpita con 108 droni russi durante la notte. Lo stato maggiore ucraino fa sapere che, nonostante le aperture di questi giorni, non è calata l’intensità dei combattimenti. Nel dettaglio, l’organismo di comando ha segnalato 65 attacchi aerei con 125 bombe guidate, 3.500 colpi di artiglieria e l’impiego di 3.443 droni kamikaze negli oblast di Kharkiv, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Secondo lo stato maggiore, le forze russe hanno effettuato 70 assalti in direzione di Pokrovsk.
Trump e Xi chiedono la pace a Russia e Ucraina. Ma chi la vuole più di tutti è la popolazione civile.