Volodymyr Zelensky fissa le condizioni dell’Ucraina per un cessate il fuoco: maggiori aiuti militari e un invito ad entrare nella Nato. Il presidente ucraino ha illustrato il suo piano durante un incontro a Kiev con l’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, e la commissaria per l’Allargamento dell’Unione, Marta Kos.
Cosa ha detto Zelensky
“La tregua e i negoziati possono arrivare solo dopo che l’Ucraina sarà rafforzata con un pacchetto sufficiente di armi, comprese quelle a lunga distanza, e l’invito ad entrare nella Nato”, ha detto il presidente ucraino definendo “necessario” per la sopravvivenza del Paese l’invito dell’Alleanza Atlantica.
In conferenza stampa, Zelensky ha spiegato che solo con questi due elementi l’Ucraina potrà essere in una “posizione forte”, indispensabile prima di avviare qualsiasi colloquio con Mosca. “Solo quando avremo tutti questi elementi e saremo forti, dopo, dovremo stabilire l’importantissimo programma di incontro con uno o l’altro degli assassini”, ha proseguito il leader ucraino secondo cui l’Unione europea e la Nato dovrebbero essere parti della trattativa.
Kallas avverte Trump
Sullo sfondo l’imminente insediamento del nuovo presidente Usa Donald Trump, che ha più volte ribadito di non voler più spendere soldi per la guerra in Ucraina. Da Kiev, “l’antirussa” Kaja Kallas ha dato una risposta indiretta al tycoon: aiutare l’Ucraina è anche “nell’interesse degli Usa” perché una vittoria di Mosca rafforzerebbe i rivali americani: “Cina, Iran e Corea del Nord, che già operano insieme”. In un post su X l’Alta rappresentante Ue ha aggiunto: “Il mio messaggio è chiaro: l’Unione europea vuole che l’Ucraina vinca la guerra. Faremo tutto il possibile per far sì che questo avvenga”.
It is a privilege to be in Kyiv alongside @eucopresident Costa and Commissioner Kos.
In my first visit since taking up office, my message is clear: the European Union wants Ukraine to win this war.
We will do whatever it takes for that. pic.twitter.com/swv1ZVAlyL
— Kaja Kallas (@kajakallas) December 1, 2024
Chi, invece, sembra aver cambiato rotta è l’ex Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Le parole (a sorpresa) di Stoltenberg
Da capo dell’Alleanza atlantica, il politico norvegese si è sempre schierato a favore degli armamenti per l’Ucraina, invitando l’Occidente a non fare nessun passo indietro. Nel corso dell’ultima conferenza stampa, invece, Stoltenberg ha individuato nelle cessioni temporanee di territorio dall’Ucraina alla Russia un’opzione valida per porre rapidamente fine alla guerra. “Abbiamo bisogno di una linea di cessate il fuoco, e ovviamente questa linea dovrebbe idealmente includere tutti le aree attualmente controllate dalla Russia. Ma vediamo che questo non è necessariamente realistico nel prossimo futuro”, ha detto Stoltenberg.
Scholz a Kiev
Un’altra sorpresa delle ultime ore, ma di tenore opposto, è stata la visita di Olaf Scholz, che si è recato a Kiev per riaffermare il sostegno di Berlino alla causa ucraina. “Stanotte ho raggiunto Kiev in treno, attraverso un Paese che si difende dalla guerra di aggressione russa da oltre mille giorni”, ha scritto Scholz su X annunciando che la Germania fornirà all’Ucraina “nuovi aiuti militari per un valore di 650 milioni di euro”.
Deutschland wird der stärkste Unterstützer der Ukraine in Europa bleiben.
Beim Treffen mit @ZelenskyyUa werde ich weitere Rüstungsgüter im Wert von 650 Millionen Euro ankündigen, die noch im Dezember geliefert werden sollen.
— Bundeskanzler Olaf Scholz (@Bundeskanzler) December 2, 2024
La replica di Mosca
La replica moscovita è arrivata puntuale tramite le parole del ministro degli Esteri Sergej Lavrov che ha ricevuto a Mosca il suo omologo ungherese Peter Szijjarto. Un incontro che desta più di qualche perplessità a Bruxelles, già in aperto contrasto con il presidente magiaro Orbán sulla guerra in Ucraina.
In sintesi: la Russia non intende accettare un cessate il fuoco che serva solo ai partner occidentali dell’Ucraina per rifornire Kiev di nuove armi avanzate. “Siamo preoccupati per quello che sentiamo recentemente sempre più spesso”, ha esordito Lavrov citato dall’agenzia Tass: “L’Occidente, Bruxelles, Londra, Parigi e Washington, comincia a parlare di un cessate il fuoco come di un modo per dare respiro all’Ucraina e consentire così a se stesso la possibilità di inondare nuovamente l’Ucraina di armi avanzate a lungo raggio. Ovviamente questo non è un percorso verso la pace”, ha concluso.