Un dialogo franco tra Usa e Ue sulla guerra ucraina passa dal generale ottantenne Keith Kellogg, l’inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per l’Ucraina e la Russia, che oggi ha incontrato Ursula von der Leyen a Bruxelles. Franco non significa comodo, anzi: nei giorni scorsi Kellogg ha detto chiaramente che l’Europa sarà consultata ma alla fine esclusa dai colloqui di pace, come dimostra il summit che si terrà oggi a Riad tra Usa e Russia, senza l’Ucraina né l’Unione europea nonostante i tentativi europei, falliti, di esprimere una posizione univoca rispetto ai trattati con il vertice di Parigi.
Cosa ha detto von der Leyen a Kellogg
Oggi, a Bruxelles, la presidente della Commissione Europea ha confermato l’impegno dell’Ue per una pace “giusta e duratura“, ribadendo che “qualsiasi risoluzione deve rispettare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, supportate da forti garanzie di sicurezza”.
Fonti istituzionali riportano come la presidente abbia anche ricordato “il ruolo fondamentale dell’Ue nel garantire la stabilità finanziaria e la difesa dell’Ucraina, con un impegno totale di 135 miliardi di euro (circa 145 miliardi di dollari), più di qualsiasi altro alleato, inclusi 52 miliardi di dollari in assistenza militare, pari ai contributi degli Stati Uniti. Ha illustrato i piani dell’Europa per aumentare la produzione e la spesa per la difesa, rafforzando le capacità militari sia europee che ucraine”. La presidente von der Leyen ha sottolineato che l’Ue “sta fornendo l’intera quota di assistenza militare all’Ucraina ed è pronta a fare ancora di più”, in linea con la richiesta di Trump e Rutte, avallata dalla stessa von der Leyen, di aumentare gli sforzi economici e militari dell’Europa per proteggere l’Ucraina.
Von der Leyen ribadisce i contenuti dell’incontro: “Importante discussione con il generale Keith Kellogg sull’Ucraina. Sia finanziariamente che militarmente, l’Europa ha contribuito più di chiunque altro. E continueremo a fare di più”, scrive in un post sui social la presidente della Commissione europea rispondendo implicitamente a Donald Trump che accusa l’Ue di fare troppo poco per l’Ucraina rispetto agli States.
Nonostante l’assenza dai colloqui di Riad, dove l’americano Rubio e il russo Lavrov inizieranno i lavori per un accordo di pace, von der Leyen sottolinea che l’Ue vuole “collaborare con gli Stati Uniti per garantire una pace giusta e duratura per l’Ucraina” in questo “momento cruciale”. Da sottolineare che neanche l’inviato presidenziale americano Keith Kellogg fa parte della delegazione statunitense volata in Arabia Saudita.
Sia Kiev che Bruxelles hanno ribadito che nessun accordo negoziato senza di loro. Sullo sfondo, l’annunciato ridimensionamento dell’investimento statunitense nella sicurezza dell’Europa. Il presidente americano ha sottolineato che quella ucraina è una questione europea e che, quindi, i Ventisette devono preoccuparsi di investire soldi e truppe per ricostruire l’Ucraina e mantenere la pace. L’Europa deve costruire sul fronte orientale del Paese invaso un esercito altamente competitivo, che sia in grado di tenere a bada eventuali nuove velleità di Vladimir Putin e scongiurare un’altra guerra in futuro.
Kellogg a Kiev
Negli scorsi giorni il generale Kellogg è stato chiaro sul probabile intervento dell’Ue nei negoziati di pace: “Potrebbe essere come il gesso sulla lavagna, potrebbe irritare un po’, ma vi sto dicendo qualcosa di molto onesto”, ha detto l’inviato presidenziale Usa. “E ai miei amici europei, vorrei dire: entrate nel dibattito, non lamentandovi del fatto che potreste, sì o no, essere al tavolo, ma proponendo proposte concrete, idee, aumentando la spesa” per la difesa. Un invito che è stato accolto espressamente da Ursula von der Leyen per tutelare l’Ucraina e l’Europa stessa.
Il prossimo step sarà tra due giorni, giovedì 20 febbraio, quando Kellogg incontrerà a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ieri, nel corso di un incontro con il Segretario generale della Nato Mark Rutte e con il Consiglio Atlantico, Kellogg avrebbe detto: “Nessuno imporrà un accordo preconfezionato al leader eletto di una nazione sovrana, la decisione ultima sul futuro dell’Ucraina resta all’Ucraina“.